Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 19:58
Pirelli Summer Promo
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Al via la conferenza generale dell’Unesco a Parigi

Immagine di copertina
Credit: JACQUES DEMARTHON

Poche settimane fa l'annuncio di Stati Uniti e Israele sul ritiro dall'agenzia Onu per l'educazione, la scienza e la cultura. La francese Audrey Azoulay sarà il nuovo direttore generale

Lunedì 30 ottobre iniziano a Parigi i lavori della trentanovesima conferenza generale dell’Unesco, che dureranno fino al 14 novembre e nel corso dei quali i 195 stati membri dell’organizzazione convalideranno il voto sul nuovo direttore generale indicato dal Consiglio di amministrazione.

S&D

Questa notizia puoi leggerla direttamente sul tuo Messenger di Facebook. Ecco come

Lo scorso 13 ottobre, i 58 membri del Consiglio di amministrazione hanno eletto l’ex ministra della Cultura francese, Audrey Azoulay, alla guida dell’Unesco.

La vittoria di Azoulay è arrivata dopo cinque round di votazioni. Gli altri candidati all’incarico di direttore generale erano Qian Tang, Moushira Khattab, Juan Alfonso Fuentes Soria, Polad Bülbüloglu, Saleh Al-Hasnawi, Vera El-Khoury Lacoeuilhe, Hamad bin Abdulaziz Al-Kawari e Pham Sanh Chau.

Il nuovo direttore generale sostituirà Irina Bokova, l’ex ministra degli Esteri bulgara alla guida dell’agenzia delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura dal 2009.

La nuova edizione della conferenza generale, un evento che si ripete ogni due anni, arriva poche settimane dopo l’annuncio di Stati Uniti e Israele di ritirarsi dall’Unesco. L’ufficializzazione dell’uscita avverrà il prossimo 31 dicembre 2017.

I motivi della contestata scelta statunitense sono stati illustrati da Heather Nauert, portavoce del dipartimento di Stato a Washington. Il funzionario ha parlato di una decisione che “non è stata presa alla leggera e riflette le preoccupazioni degli Stati Uniti per l’arretratezza dell’Unesco, la necessità di una riforma fondamentale nell’organizzazione e tiene conto della sua perenne posizione anti-Israele”.

Tuttavia, gli Stati Uniti cercheranno di “rimanere impegnati come stato osservatore non membro per contribuire alle opinioni, le visioni e le competenze dell’organizzazione”.

L’Unesco è un’istituzione intergovernativa delle Nazioni Unite, nata ufficialmente il 4 novembre 1946 a Parigi con lo scopo di preservare il patrimonio culturale e artistico di tutto il mondo e “contribuire alla pace e la sicurezza promuovendo la collaborazione tra le Nazioni attraverso l’istruzione, la scienza e la cultura onde garantire il rispetto universale della giustizia, della legge, dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali che la Carta delle Nazioni Unite riconosce a tutti i popoli, senza distinzione di razza, sesso, lingua o religione”.

– LEGGI ANCHE: Il vero motivo per cui Usa e Israele hanno lasciato l’Unesco
Ti potrebbe interessare
Esteri / Peggiorano le condizioni di Re Carlo: “Sta molto male, ci si prepara al peggio”
Esteri / Meloni annuncia: "Papa Francesco parteciperà al G7 | VIDEO
Esteri / Houthi: i ribelli del Mar Rosso che combattono Israele
Ti potrebbe interessare
Esteri / Peggiorano le condizioni di Re Carlo: “Sta molto male, ci si prepara al peggio”
Esteri / Meloni annuncia: "Papa Francesco parteciperà al G7 | VIDEO
Esteri / Houthi: i ribelli del Mar Rosso che combattono Israele
Esteri / Accordi di Abramo: anatomia di un fallimento geopolitico
Esteri / L’Iran è un Paese spaccato a metà
Esteri / Le elezioni Usa saranno un bivio tra guerra e pace
Esteri / La nuova mappa delle alleanze in Medio Oriente
Esteri / Tra Netanyahu e Biden ne resterà soltanto uno: ecco perché “Bibi” disobbedisce a Joe
Esteri / Perché nessuno ha fermato Netanyahu?
Esteri / Il doppio standard è un male anche per Israele