Il vicepresidente di Samsung è stato condannato a cinque anni di carcere
Lee Jae-Yong, erede di una delle aziende tecnologiche più famose al mondo, è accusato di corruzione
In Corea del Sud, un tribunale ha condannato Lee Jae-Yong, vicepresidente del gruppo Samsung, a cinque anni di prigione per corruzione.
Lee era designato a ereditare l’azienda sudcoreana di famiglia, una delle più grandi produttrici di smartphone al mondo. Da tempo la gestiva facendo le veci del padre, Lee Kun-hee, presidente del consiglio di amministrazione Samsung, che dal 2014 ha avuto diversi problemi di salute.
Terzo uomo più ricco della Corea del Sud, Lee è accusato di aver fatto donazioni da 41 miliardi di won (oltre 30 milioni di euro) a organizzazioni no-profit gestite da Choi Soon-sil, amica dell’ex presidente del paese Park Geun-hye, per ottenere in cambio favori politici.
“Siamo fiduciosi che il giudizio sarà ribaltato in appello”, ha detto Song Wu-cheol, avvocato dell’imprenditore.
Il processo ha avuto un enorme riscontro mediatico in Corea del Sud, già scossa dalla fine del mandato presidenziale di Geun-hye, anche lei arrestata per corruzione il 30 marzo 2017.