Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 18:46
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Nel centro di Copenaghen ci sono più bici che automobili

Immagine di copertina

Nel cuore della capitale danese circolano più ciclisti che automobilisti: un traguardo raggiunto con 130 milioni di euro di investimenti

Per chi vive ogni giorno il traffico dei grandi centri urbani, per chi resta imbottigliato in interminabili code nelle ore di punta, sapere che ci sono città, capitali persino, in cui questo problema non esiste può causare una prima reazione d’invidia verde. Come seconda, uno spunto di riflessione.

Copenaghen ha raggiunto a novembre un traguardo storico. I sensori del centro cittadino hanno rilevato che sono circolate più biciclette che automobili: 265.700 bici contro 252.600 auto. I vantaggi riguardano la congestione stradale, la salute pubblica e l’ambiente.

Ma il successo della capitale danese non è stato costruito in poco tempo. Ha richiesto la lungimiranza dell’amministrazione cittadina, che negli ultimi 20 anni ha incrementato il traffico ciclistico del 68 per cento.

Dal 2005, sono stati investiti oltre 130 milioni di euro (un miliardo di corone danesi) in infrastrutture per le biciclette con l’obiettivo di creare una città ciclabile. Alcune sono dedicate in maniera esclusiva a ciclisti e pedoni.

“Il cuore della città tra Nørreport, il municipio e Kongens Nytorv sarà libero dal traffico automobilistico entro dieci anni”, ha dichiarato Morten Kabell, assessore agli Affari tecnici e ambientali. Entro il 2025 l’area urbana di Copenaghen punta ad avere il 50 per cento dei tragitti casa-lavoro in sella a una bicicletta.

L’obiettivo generale è quello di rendere il trasporto cittadino – pubblico e privato – più ecologico, e il successo della capitale danese trova sponde in altre città europee, in particolare nei Paesi Bassi. Il 48 per cento degli spostamenti nel centro cittadino di Amsterdam avviene su due ruote.

Persino a Londra il numero dei ciclisti è in crescita, benché la capitale del Regno Unito sia spesso teatro di incidenti mortali. Due italiani, Filippo Corsini e Lucia Ciccioli, hanno perso la vita lo scorso ottobre, entrambi investiti da un mezzo pesante.

In controtendenza, invece, città come Pechino, che ha visto un crollo delle bici dal 60 al 17 per cento tra il 1986 e il 2010 ed è oggi una delle città più inquinate al mondo.

(Qui sotto un video che mostra il traffico ciclistico)

Morning Ebb And Flow from jim slade on Vimeo.

Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti
Esteri / Sudan Connection: la geopolitica del massacro tra oro, armi e interessi internazionali
Esteri / L’esperta del Gruppo di Lavoro Onu contro le Sparizioni Forzate Aua Baldé a TPI: “Le vittime registrate in Sudan non sono nemmeno la punta dell’iceberg”
Esteri / Il genocidio in Sudan di cui non parla nessuno
Esteri / La corsa della Cina alla supremazia tecnologica globale
Esteri / Il direttore del programma di Emergency in Sudan, Matteo D’Alonzo, a TPI: “Si combatte di casa in casa, persino tra familiari. E anche con i droni”