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Puigdemont: “Non chiederò l’asilo politico al Belgio, tornerò in Spagna quando avrò le dovute garanzie”

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Credit: AFP PHOTO / LLUIS GENE

L'ex presidente della Generalitat de Catalunya ha presentato la sua versione dei fatti dal Belgio, dove è arrivato ieri insieme ad altri cinque ex ministri catalani

L’ex presidente catalano Carles Puigdemont ha appena parlato in una pubblica conferenza da da Bruxelles, dove è arrivato nelle ultime ore dopo l’incriminazione in Spagna.

S&D

“Questa è un’offensiva del governo spagnolo senza precedenti nei confronti del popolo della Catalogna. Eppure la nostra mano è stata tesa all’infinito per il dialogo. Ma il Partito popolare di Rajoy e i socialisti non vogliono riconoscere il problema e invece usano solo repressione”, ha detto Puigdemont.

L’ex presidente ha anche annunciato che non chiederà l’asilo politico al Belgio, “tornerò in Spagna quando riceverò le dovute garanzie”.

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E sul dialogo con la Spagna ha detto: “abbiamo sempre aperto il dialogo nei confronti del governo spagnolo, anche offrendo la possibilità di sospendere la dichiarazione di indipendenza e abbiamo cercato di confrontarci.Ci sono stati tanti atti di violenza anche da parte di tanti sindaci del nostro stato, ed è fondamentale per noi trovare anche i responsabili di queste violenze”.

“L’obiettivo principale, e ve lo sto ripetendo in catalano, vi posso garantire sarà sempre e comunque il dialogo, la nostra priorità su tutte le decisioni che prenderemo insieme. Abbiamo  cercato sempre di far riferimento a valori vicini alla pace, all’unione, alla pluralità, alla neutralità, perché pensavamo fosse fondamentale per un dialogo con il governo spagnolo”. 

“Questo governo avrebbe potuto scegliere di obbligare i lavoratori pubblici a fare determinate azioni, cosa che non ha fatto. Però sono tantissimi gli atti di violenza che si sono consumati in questo periodo, e se il governo vuole usare la violenza noi non possiamo accettarlo e avere un dialogo con chi manda questi segnali”, ha concluso.

L’annuncio è arrivato in una sala stampa di Bruxelles, dove sono accorsi circa 150 giornalisti, nonostante i soli 50 disponibili. In un primo momento il leader separatista catalano Carles Puigdemont aveva chiesto di poter tenere la conferenza stampa al Résidence Palace, edificio gestito dai servizi del premier Charles Michel, nel quartiere europeo, ma la sala gli è stata rifiutata.

Nella mattinata del 31 ottobre la Guardia civil spagnola ha perquisito alcune sedi dei Mossos d’Esquadra, la polizia regionale catalana, nell’ambito delle indagini sull’organizzazione del referendum per l’indipendenza della Catalogna dello scorso 1 ottobre, la cui illegalità era stata riconosciuta dalla Corte costituzionale spagnola.

Sempre il 31 ottobre, alle 18:00 ora locale, si svolgerà a Madrid una seduta straordinaria del Consiglio dei ministri spagnolo.

Nel frattempo, a Madrid la Corte costituzionale spagnola ha cancellato ufficialmente la dichiarazione di indipendenza della Catalogna approvata dal parlamento lo scorso 27 ottobre.

Nella giornata di ieri l’ex presidente catalano Carles Puigdemont, destituito dal primo ministro Mariano Rajoy dopo la dichiarazione d’indipendenza di venerdì 27 ottobre, ha lasciato la Spagna insieme ad altri cinque ex ministri della Generalitat. In base a quanto riportato dai media spagnoli, alle ore 12:30 di martedì 31 ottobre Puigdemont rilascerà una dichiarazione dal Belgio.

Secondo alcune indiscrezioni, Puigdemont potrebbe richiedere asilo politico al governo belga. A Bruxelles ha incontrato l’avvocato Paul Bekaert, le cui parole sono state riportate dall’agenzia di stampa Reuters: “Carles Puigdemont, che al momento si trova in Belgio, mi ha scelto come suo legale. Per adesso non siamo al lavoro su alcun caso specifico”.

Bekaert è un avvocato specializzato in diritti umani che in passato ha difeso membri dell’Eta, l’ex gruppo armato nazionalista dei Paesi Baschi che in 40 anni ha ucciso oltre 800 persone. In particolare, si è occupato dell’estradizione fallita dal Belgio dell’ex militante dell’Eta Natividad Jauregui, detta ‘Pepona’.

La procura generale spagnola ha chiesto l’incriminazione per il presidente destituito della Generalitat de Catalunya, l’ex vicepresidente catalano Oriol Junqueras e la ex presidente del Parlament Carme Forcadell per i reati di ribellione, sedizione e malversazione. Puigdemont rischia una condanna ad almeno 30 anni di carcere.

Alcuni dei principali leader catalani, tra i quali gli stessi Puigdemont e Junqueras, hanno detto che non accetteranno la destituzione ordinata da Madrid.

Nonostante questo i loro rispettivi partiti, il PdeCat (Partito democratico europeo catalano) ed Esquerra Republicana de Catalunya, hanno già confermato la loro presenza alle elezioni anticipate indette per il prossimo 21 dicembre dal primo ministro Mariano Rajoy, una delle prime misure adottate da Madrid dopo il commissariamento della Catalogna.

 

 

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