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Brexit, l’accordo tra Regno Unito e Ue sembra ormai vicino: la mossa di Johnson per uscire dal vicolo cieco

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Brexit, l’accordo tra Regno Unito e Ue sembra ormai vicino: la mossa di Johnson per uscire dal vicolo cieco

Giorni decisivi per la Brexit, che – se tutto andrà secondo i piani – tra due settimane sarà ufficialmente compiuta. A quasi tre anni dal referendum che sancì la volontà dei britannici di staccarsi dall’Unione europea, le difficilissime trattative stanno per essere definitivamente concluse. Ma in che modo il Regno Unito lascerà la Ue? A che condizioni? Quale sarà l’accordo ultimo che regolerà lo storico passaggio? Sono le domande che in queste ore cercano risposte.

S&D

Domani 17 ottobre 2019 arriva in Consiglio Ue la bozza di un accordo che potrebbe prevedere la creazione di una frontiera nel mar d’Irlanda, e che di fatto lascerebbe l’Irlanda del Nord de iure nell’unione doganale britannica, ma de facto in quella europea. Boris Johnson pare aver accettato questo compromesso, che per mesi era stato categoricamente rifiutato dall’ex premier Theresa May.

Si tratta di un compresso sulla controversa questione del backstop irlandese, una sorta di clausola per evitare la frontiera fisica tra Regno Unito e Irlanda del Nord e il controllo di beni e persone al confine. Questa soluzione era stata fortemente osteggiata dai membri più conservatori del partito di Johnson e dal Dup nordirlandese, perché di fatto dopo Brexit metterebbe repentaglio l’integrità del Regno Unito, dato che una sua parte (l’Irlanda del Nord) rimarrebbe di fatto all’interno dell’Unione europea. Il compromesso trovato da Johnson aggira di fatto tutto ciò e crea un meccanismo alternativo al backstop: confine senza barriere ma con l’introduzione di una qualche forma di controllo doganale fra il territorio nordirlandese e il resto del Regno Unito, attraverso il mare, per quelle merci europee che l’Ulster potrà continuare a scambiare invece liberamente tramite la ‘non frontiera’ terrestre con Dublino.

Boris Johnson avrebbe dunque accettato di fare concessioni per sciogliere il nodo del confine irlandese, accettando qualche forma di controllo doganale fra l’Irlanda del Nord e il resto del Regno Unito, a patto di ottenere la certezza che Londra e Belfast escano insieme dall’Ue – non oltre il 31 ottobre come promesso – e restino un territorio doganale unico dopo Brexit.

Ore decisive dunque per i team negoziali dell’Unione europea e del Regno Unito, che stanno lavorando alla bozza finale da sottoporre all’ok formale al vertice dei leader europei di giovedì, prima di passare al vaglio dei parlamentari di Westminster, e a quello degli eurodeputati, riuniti in plenaria a Strasburgo la settimana prossima. Se l’ok dei capi di stato e di governo Ue non dovesse essere raggiunto già domani a Bruxelles, sarà probabilmente necessario convocare un Consiglio europeo straordinario sulla Brexit entro il 31 ottobre.

Venerdì 18 ottobre si proverà poi a votare per la quarta volta in Parlamento britannico l’accordo con la Ue, che nei mesi scorsi era stato sonoramente bocciato. Riuscirà Boris Johnson a spuntarla lì dove Theresa May ha fallito per ben 3 volte? Il capo del governo irlandese ha anche precisato di essere stato rassicurato da Johnson sul fatto che, se l’accordo ci sarà, potrebbe avere l’agognato via libera di una maggioranza alla Camera dei Comuni. Johnson si sarebbe detto “fiducioso” di riuscire a evitare il destino di Theresa May.

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