Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 17:00
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Brasile, sostenitori di Bolsonaro mettono a ferro e fuoco la capitale contestando il risultato delle elezioni

Immagine di copertina

In Brasile è in corso una vera e propria rivolta civile da parte dei sostenitori del presidente uscente Jair Bolsonaro, uscito sconfitto dalle ultime elezioni contro il candidato di sinistra Lula: incendi nelle strade, disordini, lanci di sassi e scontri con la polizia si sono verificati nella capitale. Bolsonaro si è rifiutato di riconoscere il risultato delle urne e ha annunciato un ricorso, poi respinto dalla Corte suprema elettorale, basato su un presunto conteggio errato delle schede elettroniche. I suoi elettori più incalliti hanno riversato la loro rabbia nelle strade, in particolare dopo l’arresto di Acacio Serere Xavante, incarcerato per “minacce e atti intimidatori contro lo stato di diritto democratico”: avrebbe sfruttato la propria posizione per invitare altre persone a “commettere crimini” attraverso le proteste e avrebbe organizzato diverse manifestazioni di “carattere antidemocratico” davanti all’albergo dove alloggia il presidente eletto Lula.

La polizia ha cercato di disperdere i manifestanti utilizzando gas lacrimogeni e proiettili di gomma, ma questi ultimi hanno risposto con cariche e bastoni. Diversi autobus e auto sono stati attaccati e dati alle fiamme, negli scontri è stata ferita almeno una persona, secondo le autorità. Molti sostenitori di Bolsonaro hanno invocato l’intervento dell’esercito per impedire a Lula di prendere il potere, con una cerimonia che avverrà formalmente il primo gennaio a Brasilia. La squadra del presidente eletto ha smentito le notizie che lo vedevano fuggito dall’hotel in elicottero. Il ministro della giustizia entrante del Brasile, Flavio Dino, ha twittato che la sicurezza di Lula “sarà garantita”. Impossibile non tracciare parallelismi con quanto avvenne il 6 gennaio 2021, quando sostenitori di Donald Trump assaltarono Capitol Hill aizzati dall’ex presidente Usa che non riconobbe il risultato delle elezioni che avevano portato alla Casa Bianca Joe Biden.

Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti
Esteri / Sudan Connection: la geopolitica del massacro tra oro, armi e interessi internazionali
Esteri / L’esperta del Gruppo di Lavoro Onu contro le Sparizioni Forzate Aua Baldé a TPI: “Le vittime registrate in Sudan non sono nemmeno la punta dell’iceberg”
Esteri / Il genocidio in Sudan di cui non parla nessuno
Esteri / La corsa della Cina alla supremazia tecnologica globale
Esteri / Il direttore del programma di Emergency in Sudan, Matteo D’Alonzo, a TPI: “Si combatte di casa in casa, persino tra familiari. E anche con i droni”