Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 06:00
Pirelli Summer Promo
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

La nuova squadra di Joe Biden: tutti gli uomini (e le donne) del presidente vengono da Clinton e Obama

Immagine di copertina
Illustrazione di Emanuele Fucecchi

Altro che balzo nel futuro. Per far dimenticare gli anni bui di Donald Trump, il neo presidente eletto degli Stati Uniti Joe Biden si affida all’usato sicuro. Più che una rivoluzione contro il tycoon-despota, la sua si annuncia come una restaurazione del vecchio ordine democratico. La direzione di marcia è abbastanza chiara, guardando ai nomi della nuova squadra presidenziale: tutti, o quasi, vantano esperienze nelle amministrazioni di Bill Clinton e Barack Obama. Alla Casa Bianca non si inizia un nuovo cammino: semmai, si torna sulla strada abbandonata quattro anni fa. Un ritorno al passato temperato da un importante elemento di novità assoluta: Kamala Harris, una carriera da procuratrice e ora prima donna afro-asiatica a ricoprire la carica di vicepresidente.

S&D

Vicepresidente: Kamala Harris
Kamala Harris, 55 anni, figlia di padre giamaicano e madre indiana, è forse l’unico vero elemento di rottura nella squadra di Joe Biden. Del resto, “rompere le barriere” è anche il suo motto. Da procuratrice distrettuale di San Francisco prima (2003-2011) e da procuratrice generale della California poi (2011-2016), Harris si è fatta la fama della dura. Tanto che le sue posizioni intransigenti sulla Giustizia – fondi alle forze dell’ordine e pene severe contro lo spaccio di droga – le hanno attirato qualche critica dall’ala più liberal del Partito democratico. Negli ultimi quattro anni la futura vicepresidente ha lavorato al Senato e fra quattro anni, secondo molti, sarà lei la candidata dem alla Casa Bianca.

Leggi anche: Kamala Harris, la “poliziotta” che sfida le banche

Segretario di Stato: Antony Blinken
Antony Blinken, 58 anni, lavorava al Dipartimento di Stato già ai tempi dell’Amministrazione Clinton e tra il 2015 e il 2017, sotto la presidenza Obama, è stato vicesegretario di Stato. Nato a New York, cresciuto a Parigi (sua madre, divorziata, aveva sposato un avvocato della comunità ebraica sopravvissuto ad Auschwitz), laureatosi alla Columbia, Blinken viene descritto come un uomo pragmatico e operativo, molto abile nelle negoziazioni. Nel 2003 si schierò a favore dell’invasione dell’Iraq e nel 2011 fu tra i più convinti sostenitori dell’intervento militare in Libia e seguì da vicino le operazioni che portarono all’uccisione di Osama Bin Laden. Da vicesegretario di Stato, quando il Dipartimento era guidato da John Kerry, sollecitò i raid in Siria contro Assad. Blinken attribuisce agli Usa il ruolo di Paese difensore della democrazia contro i dittatori, anche a costo di andarla a difendere con le bombe. Nelle relazioni internazionali è un fautore degli accordi bilaterali: tra le sue prime missioni ci sarà quella di ricucire i rapporti con l’Europa.

Segretario al Tesoro: Janet Yellen
Janet Yellen, 74 anni, sarà la ministra dell’Economia di Biden: prima donna a ricoprire questo incarico dopo essere stata la prima donna a guidare la Federal Reserve, tra il 2014 e il 2018, quando alla Casa Bianca c’era Obama (e alla fine Trump). Nata a New York in una famiglia ebraica, laureatasi a Yale, ha insegnato all’Università di Berkeley ed è soprannominata “la dura di Brooklyn”. Negli anni Novanta fu scelta dall’allora presidente Clinton come presidente del Consiglio dei Consulenti Economici. Dopo aver contribuito, da presidente della Fed, al rilancio dell’economia Usa dopo la crisi finanziaria del 2008, Yellen è chiamata ora a fare lo stesso a fronte del disastro causato dalla pandemia di Covid-19.

Leggi anche: Chi è Janet Yellen

Segretario alla Sicurezza Interna: Alejandro Mayorkas
Alejandro Mayorkas, 61 anni, avvocato nato a L’Avana, sarà il primo immigrato a guidare il ministero degli Interni Usa. Era ancora un bambino quando scappò con la famiglia da Cuba e dalla rivoluzione di Fidel Castro. Cresciuto tra Miami e Los Angeles, tra il 2014 e il 2016 – sotto la presidenza Obama – è stato vicesegretario del Dipartimento per la sicurezza interna, impegnandosi in particolar modo sul tema della lotta alla criminalità informatica. Nel 2015 Mayorkas ha rappresentato in più occasioni gli Usa nelle trattative che hanno poi portato al primo storico accordo di sicurezza nazionale con Cuba.

Direttore National Intelligence: Avril Haines
Avril Haines, 51 anni, sarà la prima donna alla guida della National Intelligence. Tra il 2015 e il 2016, sotto l’Amministrazione Obama, è stata viceconsigliera per la Sicurezza nazionale.

Inviato speciale per il clima: John Kerry
John Kerry, 76 anni, sarà l’inviato speciale di Biden per il clima. Riprenderà da dove aveva interrotto, nel 2016, da segretario di Stato, quando fu tra i principali artefici del Trattato di Parigi sul Clima da cui Trump – notoriamente scettico rispetto alle politiche contro il cambiamento climatico – si è poi sfilato. Nato in Colorado, cattolico proveniente da una famiglia ebraica, nel 2004 fu il candidato alla presidenza dei democratici contro George W. Bush.

Rappresentante permanente all’Onu: Linda Thomas-Greenfield
Linda Thomas-Greenfield, 68 anni, afroamericana, è la nuova ambasciatrice degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite.  Tra il 2013 e il 2016 (presidenza Obama) è stata delegata del segretaria di Stato agli Affari africani.

Leggi anche: Trump cede, inizia la transizione con Biden: “Ma andiamo avanti con le cause legali”

QUI TUTTE LE ULTIME NOTIZIE SULLE ELEZIONI USA 2020
Ti potrebbe interessare
Esteri / Violenza e diritti umani in Colombia: da Montecitorio il sostegno alla Comunità di Pace di San José de Apartadó
Esteri / Regno Unito, due cavalli corrono liberi nel centro di Londra: almeno una persona ferita
Esteri / Esclusivo – Viaggio nell’Europa rurale, dove l’estrema destra avanza sfruttando il senso di abbandono
Ti potrebbe interessare
Esteri / Violenza e diritti umani in Colombia: da Montecitorio il sostegno alla Comunità di Pace di San José de Apartadó
Esteri / Regno Unito, due cavalli corrono liberi nel centro di Londra: almeno una persona ferita
Esteri / Esclusivo – Viaggio nell’Europa rurale, dove l’estrema destra avanza sfruttando il senso di abbandono
Esteri / Gaza: oltre 34.260 morti dal 7 ottobre. Media: "Il direttore dello Shin Bet e il capo di Stato maggiore dell'Idf in Egitto per discutere dell'offensiva a Rafah". Hamas diffonde il video di un ostaggio. Continuano gli scambi di colpi tra Tel Aviv e Hezbollah al confine con il Libano. L'Ue chiede indagine indipendente sulle fosse comuni a Khan Younis. Biden firma la legge per fornire aiuti a Ucraina, Israele e Taiwan
Esteri / Gaza: oltre 34.180 morti. Hamas chiede un'escalation su tutti i fronti. Tel Aviv nega ogni coinvolgimento con le fosse comuni di Khan Younis. Libano, Idf: "Uccisi due comandanti di Hezbollah". Il gruppo lancia droni su due basi in Israele. Unrwa: "Impedito accesso ai convogli di cibo nel nord della Striscia"
Esteri / Gaza, caso Hind Rajab: “Uccisi anche i due paramedici inviati a salvarla”
Esteri / Suoni di donne e bambini che piangono e chiedono aiuto: ecco la nuova “tattica” di Israele per far uscire i palestinesi allo scoperto e colpirli con i droni
Esteri / Francia, colpi d'arma da fuoco contro il vincitore di "The Voice 2014": è ferito
Esteri / Gaza, al-Jazeera: "Recuperati 73 corpi da altre tre fosse comuni a Khan Younis". Oic denuncia "crimini contro l'umanità". Borrell: "Israele non attacchi Rafah: provocherebbe 1 milione di morti". Macron chiede a Netanyahu "un cessate il fuoco immediato e duraturo". Erdogan: "Evitare escalation". Usa: "Nessuna sanzione per unità Idf, solo divieto di ricevere aiuti"
Esteri / Raid di Israele su Rafah: ventidue morti tra i quali nove bambini