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Home » Esteri

Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie. Gaza: oltre 34.180 morti. Hamas chiede un’escalation su tutti i fronti. Tel Aviv nega ogni coinvolgimento con le fosse comuni di Khan Younis. Libano, Idf: “Uccisi due comandanti di Hezbollah”. Il gruppo lancia droni su due basi in Israele. Unrwa: “Impedito accesso ai convogli di cibo nel nord della Striscia” | DIRETTA

Immagine di copertina
Credit: AGF

Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, martedì 23 aprile

A oltre sei mesi dall’inizio del conflitto, oltre 34.15o palestinesi sono morti nella Striscia di Gaza. Ma gli scontri non sono finiti e il governo del premier Benjamin Netanyahu continua a preparare l’ultima offensiva su Rafah, dove si sono rifugiati circa 1,4 milioni di sfollati. Dall’Ue l’Alto rappresentante per la politica estera europea, Josep Borrell, ha lanciato un appello a Tel Aviv: “Israele non attacchi Rafah: provocherebbe 1 milione di morti”. Anche il presidente francese Emmanuel Macron, in un colloquio telefonico con il capo del governo israeliano, ha chiesto “un cessate il fuoco immediato e duraturo”. Intanto però sono state scoperte altre tre fosse comuni a Khan Younis, città da cui le Idf si sono ritirate a inizio aprile, da cui sono stati recuperati oltre 70 corpi senza vita. Di seguito le ultime notizie di oggi, martedì 23 aprile 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas e la crisi in corso in Medio Oriente.

S&D
DIRETTA

Ore 18,00 – Unrwa: “Israele impedisce ai nostri convogli di aiuti alimentari di raggiungere il nord di Gaza” – Israele continua a impedire ai convogli di aiuti alimentari dell’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) di raggiungere il nord della Striscia di Gaza. La denuncia arriva proprio dall’Unrwa in un post pubblicato oggi sulla piattaforma social X (ex Twitter), secondo cui la riapertura di quattro panifici nel nord di Gaza grazie al sostegno del Programma alimentare mondiale è una “goccia nell’oceano”. “Le autorità israeliane continuano a impedire ai convogli alimentari dell’Unrwa di raggiungere il nord”, si legge nel post. “Abbiamo bisogno di un accesso sicuro e senza ostacoli. Le scorte di cibo sono una questione di vita o di morte”.

Ore 17,30 – Hamas chiede un’escalation su tutti i fronti contro Israele – Abu Ubaida, portavoce delle Brigate Ezzedine al-Qassam, il braccio armato di Hamas, ha chiesto oggi un’escalation su tutti i fronti contro Israele. Lo riporta l’agenzia di stampa Reuters, citando un discorso televisivo pronunciato oggi dall’esponente del gruppo terroristico palestinese in occasione dei 200 giorni dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas a Gaza. Nel video, trasmesso da al-Jazeera, Abu Obeida elogia l’attacco lanciato dall’Iran contro Israele il 13 aprile, affermando che l’uso di droni esplosivi e missili balistici contro lo Stato ebraico “ha creato nuove regole, tracciato importanti equilibri e confuso il nemico e chi vi si cela dietro”. Il portavoce delle Brigate Ezzedine al-Qassam ha inoltre chiesto un’escalation in Cisgiordania e in Giordania definendoli “tra i fronti arabi più importanti”. “Chiediamo al popolo giordano di intensificare le proprie azioni e di alzare la propria voce”, ha detto Abu Obeida. “Il governo occupante è in difficoltà nel raggiungere un accordo per lo scambio di ostaggi e sta cercando di ostacolare gli sforzi dei mediatori per raggiungere un’intesa sul cessate il fuoco”, ha aggiunto.

Ore 17,00 – Iraq: attaccata una base Usa, non ci sono feriti né danni – Un nuovo attacco ha preso di mira ieri la base aerea di Al-Asad, nell’Iraq occidentale, dove sono di stanza le truppe degli Stati Uniti senza causare feriti né danni. Lo ha reso noto oggi all’agenzia di stampa Afp un funzionario della difesa statunitense, per cui si tratta del secondo raid di questo tipo condotto contro le truppe Usa schierate in Iraq dopo il lancio di diversi razzi avvenuto nel fine settimana contro una base in Siria che ospita i soldati della coalizione internazionale anti-Isis. A partire dal 7 ottobre, almeno 165 attacchi sono stati registrati nella regione contro le truppe americane. Il più grave è avvenuto a fine gennaio quando tre soldati statunitensi sono morti in Giordania a seguito di una rappresaglia per i bombardamenti americani contro decine di obiettivi legati alle milizie filo-iraniane che operano in Iraq e Siria. La maggioranza dei raid contro le truppe Usa sono stati rivendicati dalla sedicente Resistenza Islamica in Iraq, un’alleanza di gruppi armati sostenuti da Teheran che accusa gli Stati Uniti di sostenere le operazioni di Israele a Gaza. Gli ultimi due attacchi compiuti ad aprile contro le basi americane non sono però stati rivendicati da alcun gruppo armato.

Ore 16,30 – Israele nega ogni coinvolgimento con le fosse comuni di Khan Younis – Le forze armate israeliane (Idf) hanno respinto le accuse di Hamas secondo cui le truppe dello Stato ebraico sarebbero coinvolte nelle presunte esecuzioni dei palestinesi rinvenuti nelle fosse comuni ritrovate nell’ospedale Nasser di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. “L’affermazione è completamente priva di fondamento”, si legge in una nota diramata oggi dalle forze armate israeliane. Negli scorsi giorni, nel cortile dell’ospedale sono state ritrovate almeno quattro fosse comuni con oltre 200 cadaveri. Secondo le Nazioni Unite, alcuni dei corpi sono stati “trovati con le mani legate e spogliati dei vestiti”. L’Idf nega però ogni coinvolgimento e sostiene di aver rinvenuto e poi seppellito di nuovo i cadaveri sepolti dai palestinesi, “come parte degli sforzi per localizzare gli ostaggi” rapiti il 7 ottobre. Alla fine di febbraio, le truppe israeliane hanno condotto un raid nell’area dell’ospedale Nasser, dove l’Idf afferma di aver catturato circa 200 terroristi che si nascondevano nella struttura. Durante l’operazione, secondo la nota, i soldati israeliani hanno trovato medicinali inutilizzati destinati agli ostaggi, nonché alcuni depositi di armi. Così, i militari hanno cominciato le ricerche in “maniera mirata”, scavando solo dove si disponeva di informazioni sull’eventuale sepoltura dei rapiti. “Gli esami sono stati effettuati in modo ordinato, rispettando la dignità dei defunti e in modo rispettoso”, si legge nella nota, secondo cui poi – non avendo rinvenuto nessuno degli ostaggi – i corpi sono stati “rimessi al loro posto in modo ordinato e corretto”. “L’operazione è stata effettuata in modo mirato e senza danneggiare l’ospedale, i pazienti e il personale medico”, si legge nel comunicato. Inoltre, secondo le Idf, alcuni filmati documentano le operazioni di sepoltura da parte dei palestinesi nell’area dell’ospedale prima dell’arrivo delle truppe israeliane nella zona.

Ore 15,00 – Iran, Raissi minaccia: “Un attacco di Israele su suolo iraniano cambierebbe la situazione” – Un eventuale attacco israeliano contro il territorio iraniano cambierebbe completamente la “situazione” in Medio Oriente. Lo ha detto oggi il presidente iraniano Ebrahim Raissi all’agenzia di stampa ufficiale Irna durante la sua visita in Pakistan. Un simile attacco, ha ribadito Raissi, farebbe sì che non rimanga più nulla del “regime sionista”.

Ore 14,30 – Libano: Hezbollah contrattacca e lancia droni contro due basi in Israele – Hezbollah ha lanciato una serie di attacchi a colpi di droni contro due basi israeliane come rappresaglia per l’uccisione di due suoi comandanti. Lo ha annunciato il gruppo armato libanese in una nota, secondo cui un “attacco aereo combinato con droni esca ed esplosivi” ha preso di mira due basi militari a nord della città di Acri, in Israele.

Ore 14,00 – Qatar: “Non c’è motivo di chiudere gli uffici di Hamas a Doha” – Per il Qatar non c’è motivo di chiudere gli uffici di Hamas a Doha. Lo ha annunciato oggi in conferenza stampa il portavoce del ministero degli Esteri dell’emirato, Majed Al-Ansari, secondo cui Doha è ancora impegnata nei negoziati tra il gruppo armato e Israele. Il Qatar però, ha ribadito il funzionario, sta rivalutando il proprio ruolo a causa della “frustrazione” dovuta agli “attacchi” ricevuti per gli sforzi di mediazione. Secondo il Wall Street Journal, recentemente il gruppo ha contattato due Paesi della regione, tra cui l’Oman, per spostarvi i propri leader politici da Doha, che ospita il politburo di Hamas dal 2012. Qatar, Usa ed Egitto intanto sono impegnati da settimane a mediare una tregua a Gaza tra il gruppo armato e Israele.

Ore 13,00 – Ue chiede ai Paesi donatori di ripristinare i fondi all’Unrwa – “Chiedo ai donatori di sostenere l’Unrwa, l’ancora di salvezza dei rifugiati palestinesi”. L’appello, lanciato sulla piattaforma social X (ex Twitter), arriva dal commissario europeo per la gestione delle crisi, Janez Lenarcic, dopo che un’analisi indipendente presentata ieri all’Onu hanno sottolineato come Israele non abbia fornito “nessuna prova” di alcun illecito da parte del personale dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi. Lenarcic ha accolto con favore il “numero significativo di sistemi di conformità in atto e le raccomandazioni per il loro ulteriore aggiornamento”. A gennaio Israele ha accusato parte del personale dell’Unrwa di aver partecipato agli attentati del 7 ottobre, cosa che ha portato numerosi Stati donatori a sospendere i finanziamenti per circa 450 milioni di dollari. Da allora molti hanno ripreso i pagamenti, mentre altri Paesi – compresi gli Stati Uniti, il maggiore donatore – non hanno ancora ripreso i versamenti. L’analisi condotta dall’ex ministro degli Esteri francese Catherine Colonna ha rilevato che “Israele deve ancora fornire prove a sostegno” delle sue accuse.

Ore 12,00 – Libano, Idf: “Uccisi due comandanti di Hezbollah” – L’aviazione delle forze armate israeliane (Idf) ha ucciso due importanti esponenti del gruppo armato sciita libanese Hezbollah nel sud del Libano. Lo hanno reso noto le Idf in due comunicati distinti. In un raid condotto questa mattina contro un’auto nei pressi di Abou el Assouad vicino a Tiro, nel sud del Libano, è stato ucciso Hussein Ali Azkul, tra i comandanti dell’unità di difesa aerea di Hezbollah, che era stato “coinvolto nella pianificazione e nell’esecuzione di attacchi terroristici contro Israele e in altre attività” del gruppo. “La sua eliminazione danneggia in modo significativo le capacità dell’Unità aerea di Hezbollah”, hanno fatto sapere i militari israeliani. Nella notte invece, sempre nel sud del Libano, è stato ucciso anche Muhammad Attiya, membro dell’unità aerea della forza d’élite Radwan di Hezbollah, “coinvolto nella preparazione e nell’esecuzione di attacchi terroristici” contro Israele. La morte dei due esponenti del gruppo armato libanese porta a 287 il bilancio delle vittime di Hezbollah dal 7 ottobre.

Ore 11,45 – Erdogan: “Non credo che la leadership di Hamas lascerà il Qatar” – Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha detto oggi di non credere che la leadership politica di Hamas lascerà il Qatar da cui, ha aggiunto, non ha ricevuto nessun segnale in questo senso. Le dichiarazioni di Erdogan, pronunciate sul volo di ritorno dall’Iraq dove ieri ha incontrato il premier Mohammed Shia’ Al Sudani e il presidente Abdul Latif Rashid, sono state riportate dall’emittente televisiva Haberturk. Nel fine settimana, il presidente turco aveva incontrato a Istanbul il leader politico di Hamas Ismail Haniyeh, provocando le proteste di Israele e scatenando una serie di indiscrezioni sul possibile spostamento in Turchia dell’ala politica del gruppo terroristico palestinese. Hamas ha un ufficio in Turchia dal 2011, quando Ankara contribuì a mediare l’accordo per la liberazione del soldato israeliano Gilad Shalit. Secondo il Wall Street Journal, recentemente il gruppo ha contattato due Paesi della regione, tra cui l’Oman, per spostarvi i propri leader politici da Doha, che ospita il politburo di Hamas dal 2012.

Ore 11,00 – Libano, Idf: “Colpiti diversi obiettivi di Hezbollah” – L’aviazione delle forze armate israeliane (Idf) ha colpito nella notte diversi obiettivi di Hezbollah a Yaroun, nel sud del Libano. Lo hanno reso noto oggi le Idf, secondo cui i raid hanno colpito un edificio e un altro sito utilizzati dal gruppo armato libanese. In mattinata, secondo la nota diramata dai militari israeliani, le Idf hanno condotto un altro attacco nella zona  per “eliminare una minaccia”.

Ore 10,00 – Gaza, media: sorge una tendopoli a Khan Younis in vista dell’attacco a Rafah – Una nuova tendopoli è in corso di allestimento vicino a Khan Younis, nella Striscia di Gaza, in previsione un’offensiva dell’esercito israeliano contro Rafah. Lo riporta l’agenzia Associated Press, che ha analizzato una serie di foto satellitari della PBC di Planet Labs, che mostrano le prime tende montate già il 16 aprile a ovest di Khan Younis. In confronto, le immagini scattate il 21 aprile mostrano il progressivo ampliamento della tendopoli. Secondo il quotidiano israeliano Haaretz, l’Egitto sta allestendo un campo in vista di una possibile offensiva a Rafah.

Ore 9,15 – Gaza: il bilancio dei morti sale a 34.183 vittime – Il bilancio delle vittime della guerra in corso nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre si è attestato a 34.183 morti. Secondo i nuovi dati diffusi dal ministero della Salute controllato da Hamas, nel territorio costiero palestinese si contano anche oltre 77.143 feriti e circa 7.000 dispersi, mentre solo nelle ultime 24 ore sarebbero morte 32 persone e altre 59 sarebbero rimaste ferite. Secondo le autorità israeliane, le forze armate (Idf) avrebbero ucciso non meno 13mila membri di Hamas dall’inizio del conflitto, mentre sono 260 i soldati caduti nella Striscia. Per le Nazioni Unite invece, oltre il 70 per cento delle vittime della guerra sono donne (circa 9.500) e minori (oltre 14.500).

Ore 9,00 – Libano, media: “Raid dell’Idf vicino a Tiro, 1 morto” – Una persona è rimasta uccisa oggi nel sud del Libano a seguito di un raid attribuito a Israele contro un’auto nella regione costiera di Tiro, a circa 35 chilometri a nord del confine con lo Stato ebraico. Lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale libanese Nna, secondo cui un “drone ha preso di mira un’auto nella regione di Abou el Assouad, a nord del fiume Litani”. Per l’agenzia di stampa francese Afp, l’esercito ha formato un cordone di sicurezza intorno al luogo del raid e alcuni membri di Hezbollah hanno ispezionato il veicolo. Al momento le forze armate di Israele (Idf) non hanno confermato né smentito l’attacco. Ieri, Hezbollah aveva rivendicato il lancio di “decine” di razzi Katyusha contro una base militare nel nord dello Stato ebraico “per rappresaglia” ai raid condotti da Tel Aviv nei villaggi nel sud del Libano.

Ore 8,30 – Iran, il ministro degli Esteri: “Sanzioni Ue deplorevoli. L’attacco a Israele è legittima difesa” – Il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian ha definito “deplorevoli” le sanzioni annunciate dall’Unione europea contro Teheran a seguito della rappresaglia contro Israele della Repubblica islamica, che avrebbe invece agito “per legittima difesa”. “È deplorevole vedere l’Ue decidere rapidamente di applicare ulteriori restrizioni illegali contro l’Iran solo perché l’Iran ha esercitato il suo diritto all’autodifesa di fronte alla sconsiderata aggressione di Israele”, ha scritto Amir-Abdollahian sul suo profilo X (ex Twitter), invitando invece Bruxelles a sanzionare lo Stato ebraico. Ieri, i ministri degli Esteri dell’Ue hanno concordato in linea di principio di ampliare le sanzioni contro l’Iran accettando di estendere una serie di misure restrittive alle esportazioni di armi, droni e missili, ai rappresentanti iraniani e alla Russia.

Ore 8,00 – Egitto nega traffici di armi al confine con la Striscia di Gaza – L’Egitto nega le accuse mosse da Israele sull’esistenza di traffici di contrabbando di armi, esplosivi e munizioni dal proprio confine alla Striscia di Gaza. “Recentemente, ci sono state diverse dichiarazioni da parte di funzionari israeliani, a partire dal primo ministro Benjamin Netanyahu, che includevano false accuse contro l’Egitto”, ha detto oggi il presidente del servizio di informazione statale egiziano, Diaa Rashwan. Queste accuse, ha aggiunto, riguardavano l’esistenza di un contrabbando di armi, esplosivi e munizioni dall’Egitto alla Striscia di Gaza attraverso diverse rotte, compresi i tunnel “che presumibilmente esistevano tra i due lati del confine”. “L’Egitto ha distrutto più di 1.500 tunnel e sta rafforzando la recinzione al confine con Gaza”, ha ricordato Rashwan, ribadendo che Il Cairo “ha piena sovranità sul suo territorio e controlla pienamente il confine nord-orientale con Gaza o Israele”.

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