Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 17:00
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Strage in Australia: in tre anni è morto un koala su tre

Immagine di copertina

Quasi un terzo dei koala, specie ormai sinonimo di Australia, è morto negli ultimi tre anni. A rivelarlo è l’Australian Koala Foundation, secondo cui nel 2021 la popolazione della specie contava tra i 32mila e i 58mila esemplari, in netto calo rispetto alla cifra compresa fra i 46mila e gli 82mila koala rilevata nel 2018. Le cause principali della moria di questi mammiferi sono attribuite agli effetti dei cambiamenti climatici indotti dalle attività umane: disboscamento, incendi e siccità. Inseriti tra le specie vulnerabili già nel 2012, questi marsupiali erbivori popolano per lo più le regioni orientali e meridionali del Paese.

Il dato peggiore proviene proprio dallo Stato sud-orientale del New South Wales, la cui capitale è Sydney. Qui gli attivisti stimano un calo della popolazione di koala nellordine del 41 per cento in tre anni. Questi preoccupanti dati confermano i risultati di un’inchiesta parlamentare pubblicata lo scorso giugno, secondo cui in New South Wales la specie potrebbe estinguersi entro il 2050 a meno che il governo non intervenga per proteggerne lhabitat. Le foto di koala carbonizzati sono diventate il simbolo del tributo pagato da questi animali ai catastrofici incendi avvenuti in Australia negli ultimi due anni.

Eppure, secondo gli attivisti, la popolazione della specie era già in declino a causa della distruzione dellhabitat. Una tendenza definita “inquietante” dall’Australian Koala Foundation, che chiede alle autorità di Canberra di intervenire per impedire una catastrofe ambientale e “tirare fuori dai guai” la specie.

Continua a leggere sul settimanale The Post Internazionale-TPI: clicca qui.
Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti
Esteri / Sudan Connection: la geopolitica del massacro tra oro, armi e interessi internazionali
Esteri / L’esperta del Gruppo di Lavoro Onu contro le Sparizioni Forzate Aua Baldé a TPI: “Le vittime registrate in Sudan non sono nemmeno la punta dell’iceberg”
Esteri / Il genocidio in Sudan di cui non parla nessuno
Esteri / La corsa della Cina alla supremazia tecnologica globale
Esteri / Il direttore del programma di Emergency in Sudan, Matteo D’Alonzo, a TPI: “Si combatte di casa in casa, persino tra familiari. E anche con i droni”