Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 18:36
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Caro Tim Cook, il nuovo iPhone è prodotto sfruttando il lavoro minorile?

Immagine di copertina

Amnesty International in gennaio aveva accusato Apple di usare cobalto estratto dai bambini congolesi, al lancio dell'iPhone 7 riporta l'attenzione sul problema

La settimana scorsa, Apple ha presentato ufficialmente il suo ultimo dispositivo mobile, l’attesissimo iPhone 7 e l’evento è stato seguito da tutto il mondo tech con grande attenzione per scoprire quali novità sarebbero state introdotte sul nuovo smartphone della casa di Cupertino.

Il lancio dell’iPhone 7, a due anni dall’uscita dell’iPhone 6, ha catalizzato per una giornata l’interesse del pubblico internazionale, ma certamente l’amministratore delegato Apple, Tim Cook, avrebbe fatto a meno delle attenzioni riservate alla sua azienda da Amnesty International.

Durante l’evento di presentazione, che si è svolto al Bill Graham Civic Auditorium di San Francisco, alla presenza di 7.000 spettatori, l’organizzazione in difesa dei diritti umani ha pubblicato una serie di tweet in cui chiedeva a Cook se il nuovo ipertecnologico prodotto Apple contenesse cobalto estratto dai bambini della Repubblica Democratica del Congo.

L’insistente (e legittima) domanda fa seguito a un rapporto pubblicato il 19 gennaio scorso in cui Amnesty accusava la Apple e altri giganti dell’industria tecnologica come Samsung, Sony, Microsoft e Volkswagen di utilizzare per i loro prodotti (nello specifico, per le loro batterie al litio) cobalto estratto sfruttando il lavoro minorile.

Il rapporto, intitolato ‘This is what we die for’, traccia il viaggio del cobalto dalle miniere congolesi ai nostri smartphone, computer portatili, elettrodomestici e automobili, denunciando la leggerezza con cui tanto le grandi multinazionali quanto i singoli consumatori scelgono di ignorare la provenienza dei componenti nei loro dispositivi.

Tim Cook, chiamato direttamente in causa, non ha risposto alla provocazione, ma il dubbio rimane: Apple e le altre grandi case verificano la provenienza dei materiali che acquistano per i loro popolarissimi (e costosissimi) prodotti?

–Leggi anche: Il cobalto utilizzato per i nostri cellulari estratti dai bambini del Congo

Ti potrebbe interessare
Esteri / Reportage TPI – Il prezzo del sangue: così i tagli di Trump mettono a rischio la lotta all’HIV in Uganda
Esteri / Make Antitrust Great Again? Tutte le crepe nel movimento trumpiano tra lobbisti e falchi dei monopoli
Esteri / L’età della grande paralisi globale: ecco perché nessuno può sfidare il duopolio di Usa e Cina
Ti potrebbe interessare
Esteri / Reportage TPI – Il prezzo del sangue: così i tagli di Trump mettono a rischio la lotta all’HIV in Uganda
Esteri / Make Antitrust Great Again? Tutte le crepe nel movimento trumpiano tra lobbisti e falchi dei monopoli
Esteri / L’età della grande paralisi globale: ecco perché nessuno può sfidare il duopolio di Usa e Cina
Esteri / Oms: “Oltre 1.000 persone sono morte a Gaza in attesa di un’evacuazione medica dal luglio 2024”
Esteri / L’indiscrezione: “Grecia, Israele e Cipro valutano una forza militare congiunta nel Mediterraneo”
Ambiente / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Esteri / Piogge torrenziali, raid aerei e aiuti in ritardo: la tregua con Israele regge ma a Gaza si continua a morire
Esteri / Il discorso di Trump agli Usa: “Ho ereditato un disastro ma ora l’America è tornata”
Esteri / Iran, condannato a morte per “corruzione sulla Terra”: ora il pugile Mohammad Javad Vafaei Sani rischia l’esecuzione
Esteri / Putin minaccia: “La Russia raggiungerà tutti gli obiettivi in Ucraina. Con la diplomazia o con la forza”