Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 09:48
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Economia

Lavoro, nel 2019 dimissioni per 51mila neo-genitori: 37mila mamme e 14mila papà

Immagine di copertina
Foto da Piaxabay

Lavoro, nel 2019 dimissioni per 51mila neo-genitori

In un solo anno, nel 2019, circa 51mila neo-genitori sono stati costretti a dimettersi dal lavoro e in 7 asi su dieci a lasciare l’impiego sono state donne. È quanto emerge dagli ultimi dati diffusi dall’Ispettorato del Lavoro (Inl) che ogni 12 mesi aggiorna le informazioni sulle convalide di dimissioni e risoluzioni consensuali di madri e padri.

Nel dettaglio sono sono 37.611 le lavoratrici neo-mamme che si sono dimesse nel 2019, mentre i papà che hanno lasciato il posto sono stati 13.947. Nel rapporto dell’Ispettorato del lavoro si legge che in tutto sono stati emessi 51.558 provvedimenti, con un “leggero” incremento sull’anno prima, con un +4 per cento). E “come di consueto la maggior parte – si spiega – ha riguardato le madri”. Sono state neo-madri a dimettersi  nel 73 per cento dei casi.

Dai dati sui provvedimenti di convalida per neo-genitori, con bimbi sotto i 3 anni, emerge inoltre che solo il 21 per cento delle richieste di part time o flessibilità lavorativa, presentate da lavoratori con figli piccoli, è stato accolto. Su 2.085 richieste ne sono state infatti accolte 436. In soli 2 casi su 10 c’è quindi il via libera, una quota minoritaria che potrebbe essere interpretata come indice di un’ancora insufficiente sensibilità da parte dei datori di lavoro verso le esigenze di conciliazione tra il ruolo che i genitori hanno in famiglia e la prosecuzione dell’attività lavorativa.

Nelle quasi totalità dei casi le dimissioni sono volontarie (49 mila). Un particolare che non sana le difficoltà nel conciliare i tempi di vita con quelli del lavoro, che ricadono soprattutto sulle donne. Tra le motivazioni indicate nel dimettersi c’è proprio la difficoltà di “conciliare l’occupazione lavorativa con le esigenze di cura della prole”. Una difficoltà registrata in quasi 21 mila casi e che matura, stando all’analisi dell’Ispettorato, quando non si hanno nonni e altri parenti a supporto o viene giudicato troppo elevato il costo di asili nido o di baby sitter o, ancora, quando ci si ritrova davanti al mancato accoglimento del figlio presso il nido.

Le notizie di economia di TPI
Ti potrebbe interessare
Economia / Innovazione protagonista agli Asecap Days 2024
Economia / Agricoltura: un’azienda di Montalcino al terzo posto nella classifica italiana delle imprese più sostenibili
Economia / L’Area Studi Mediobanca presenta il report “Le multinazionali industriali mondiali con focus sui Gruppi della Difesa”
Ti potrebbe interessare
Economia / Innovazione protagonista agli Asecap Days 2024
Economia / Agricoltura: un’azienda di Montalcino al terzo posto nella classifica italiana delle imprese più sostenibili
Economia / L’Area Studi Mediobanca presenta il report “Le multinazionali industriali mondiali con focus sui Gruppi della Difesa”
Economia / Banca Ifis: l’utile netto del primo trimestre 2024 cresce a 47 milioni di euro
Economia / Perché gli allevamenti intensivi nuocciono gravemente (anche) alla nostre salute
Economia / Nuovi Ogm: le mani delle multinazionali della chimica sull’agricoltura europea
Economia / Egemonia alimentare: i 4 colossi che controllano il mercato della carne negli Usa
Economia / Mangia, consuma, crepa: ecco quanto vale il business (iniquo) dell’agroalimentare
Economia / Giulia Innocenzi a TPI: “Vi racconto il lato oscuro dell’industria della carne, tra lobby e politica”
Economia / Welfare d’altri tempi