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Home » Economia

Anpal licenzia 13 lavoratori per colpa del dl dignità: “Di Maio non elimina la precarietà, ma i precari”

Immagine di copertina
Luigi Di Maio

Decreto Dignità Anpal | Reddito cittadinanza | Luigi Di Maio

Il reddito di cittadinanza è stato ormai varato e già centinaia di migliaia di cittadini hanno visto la propria domanda accolta e hanno iniziato a percepire l’assegno mensile disposto dall’Inps.

Il reddito di cittadinanza, però, è composto principalmente da due elementi portanti: da un lato un aiuto economico mensile, dall’altro la possibilità di entrare in un circuito volto a facilitare il re-inserimento nel mondo del lavoro dei beneficiari. A questo scopo, il governo ha previsto l’assunzione con contratto di collaborazione per due anni di 3mila figure, i cosiddetti navigator, che andranno a integrare gli organici di Anpal servizi e dovranno, di fatto, accompagnare i beneficiari lungo il percorso per il re-inserimento aiutandoli a trovare un lavoro.

L’assunzione di questi 3mila navigator precari, però, sta provocando non pochi grattacapi al ministro Luigi Di Maio e al presidente di Anpal Mimmo Parisi. Il motivo è molto semplice: l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro è una società posseduta dal ministero del Lavoro guidato dal pentastellato Di Maio e ha un organico che conta un’altissima percentuale di collaboratori assunti da anni con contratti precari, co.co.co e tempi determinati.

I 3mila navigator che a breve dovrebbero essere assunti ed entrare a far parte di Anpal per gestire i servizi connessi al reddito di cittadinanza andranno ad aggravare ulteriormente il problema del precariato in azienda.

Decreto Dignità Anpal | Precari

Il paradosso, fanno notare dal Coordinamento nazionale precari di Anpal servizi, è che non solo una società che dovrebbe aiutare i disoccupati a ricollocarsi e re-inserirsi nel mondo del lavoro in modo stabile fa affidamento su un organico quasi interamente precario, ma in più, per effetto del decreto dignità voluto proprio dal ministro Di Maio lo scorso anno, sta licenziando i collaboratori assunti a tempo determinato per decorrenza dei termini anziché stabilizzarli.

Martina e Lidia sono due ormai ex lavoratrici di Anpal servizi che da domani non avranno più un impiego dopo aver lavorato per circa 5 anni con contratti a tempo determinato rinnovati di anno in anno.

“Nessuno ci ha mai comunicato nulla riguardo la scadenza dei nostri contratti. Sapevamo che le norme del decreto dignità avrebbero impedito di rinnovare i nostri tempi determinati, così come da un anno a questa parte è accaduto ai contratti in scadenza di altri nostri colleghi, e nel corso degli ultimi 5-6 mesi abbiamo proposto ai vertici aziendali di riscrivere il nostro regolamento interno per poter in qualche modo permettere la stabilizzazione di questi contratti in scadenza”, raccontano a TPI.

“Nessuno però ha voluto darci delle risposte, non ci sono mai stati incontri tra i lavoratori e i vertici aziendali per discutere del tema. La situazione diviene ancora più paradossale se si pensa che nel 2017 un piano di stabilizzazioni, basato sull’anzianità aziendale, era stato avviato. Dopo la prima tranche di 50 colleghi assunti a tempo indeterminato, questo percorso si è concluso senza che ci fosse comunicato il perché. Abbiamo poi scoperto che la Corte dei Conti, analizzando il piano, aveva rilevato di non aver nulla da eccepire in merito alle stabilizzazioni di Anpal servizi e, dunque, il motivo dello stop non è sicuramente di tipo burocratico o giudiziario, manca la volontà aziendale e a questo punto anche politica”, proseguono Martina e Lidia.

Decreto Dignità Anpal | Di Maio news

“Il ministro Di Maio ha propagandato l’approvazione del decreto dignità sostenendo che avrebbe fatto una lotta senza precedenti al precariato, ma di fatto queste norme stanno portando all’eliminazione dei precari più che del precariato, perché senza stabilizzazioni i lavoratori vengono lasciati a casa, senza lavoro, a carico dell’Inps che dovrà erogare la Naspi, disperdendo potenzialità professionali. Anche l’assunzione dei navigator si basa tutta sulla propaganda del dare lavoro ai giovani. Noi non abbiamo nulla contro i navigator o con i giovani senza o con poca esperienza, lo siamo state anche noi, però che senso ha assumere persone giovani se dall’altro lato si licenziano lavoratori che sono in azienda da 5, 10, 15 addirittura anche 20 anni? Noi, peraltro, non abbiamo nemmeno potuto partecipare alla selezione per i navigator perché le nostre lauree non erano previste dal bando, avremmo dovuto richiedere un’equipollenza, ma in più avendo un residuo di contratto troppo lungo al momento della scadenza del bando, non abbiamo avuto la possibilità di accedere alla selezione”, concludono Martina e Lidia.

Nonostante le risorse finanziarie per assumere a tempo indeterminato queste figure siano a bilancio, l’Anpal proprio nel giorno in cui viene pubblicata la graduatoria degli idonei al concorso per i navigator ha annunciato il mancato rinnovo del contratto per 13 dipendenti, che da domani, primo giugno, resteranno senza lavoro. Impossibile mantenere in essere il tempo determinato, perché il decreto dignità prevede unicamente la stabilizzazione, stabilizzazione che però la società del ministero del Lavoro non prende in considerazione.

“A causa del decreto dignità, questi contratti non possono essere rinnovati e nonostante a bilancio ci siano le risorse economiche, stanziate dalla legge di bilancio, l’azienda non vuole procedere alle stabilizzazioni. Da domani, quindi, 13 colleghi saranno senza lavoro e, come beffa, hanno ricevuto la notizia proprio oggi, giorno in cui è stata pubblicata la graduatoria del concorso per i navigator. L’agenzia del ministero del Lavoro, che dovrebbe trovare lavoro alle persone e ai percettori di reddito, quindi licenzia 13 persone nonostante a breve ne assumerà 3mila, disperdendo peraltro capitale professionale e know how, perché questi sono colleghi e colleghe che da anni sono in azienda. Una situazione paradossale che ha dell’incredibile e che nessuno vuole accollarsi, né l’azienda né tanto meno la politica”, spiega a TPI un rappresentante del Coordinamento nazionale precari di Anpal servizi.

“Abbiamo chiesto incontri a Luigi Di Maio, ai funzionari del ministero del Lavoro, al presidente Parisi, ma nessuno ha voluto riceverci. Questo non è un blocco creato da condizioni economiche, perché le risorse per procedere alla stabilizzazione ci sono, questo è un blocco politico. Addirittura, la scorsa settimana Di Maio, replicando a una domanda sulla questione dei precari Anpal, ha risposto in modo molto vago facendo quasi intendere che noi siamo frutto di nomine politiche – quando noi invece abbiamo superato tutti una selezione pubblica per lavorare in Anpal -, che siamo un problema creato dai governi precedenti e dunque loro non possono risolvere anche i problemi degli altri governi. Paradossale è anche il fatto che il decreto dignità è stato messo a punto proprio per cercare di spingere le aziende a stabilizzare i precari storici impedendo il continuo rinnovo di contratti a termine ma stiamo assistendo a una situazione in cui è proprio un’agenzia del ministero del Lavoro di Di Maio a lasciare a casa i lavoratori precari per non stabilizzarli, per giunta assumendone altre migliaia a breve”, conclude il coordinamento precari Anpal.

I lavoratori di Anpal da mesi protestano contro l’assunzione di ulteriori 3mila precari in azienda e da mesi chiedono a Luigi Di Maio e al presidente Parisi un incontro per arrivare a una soluzione. Già la scorsa settimana hanno scioperato, insieme alle maggiori sigle sindacali, e organizzato un presidio sotto il ministero di Di Maio, nel tentativo di ottenere delle risposte dal ministro o da qualche esponente del governo Conte. Nessuna risposta però è pervenuta e, dunque, la prossima settimana i precari di Anpal scenderanno nuovamente in piazza, sempre insieme ai sindacati, per un nuovo sciopero e presidio davanti al Mise.

In queste ore, il coordinamento precari di Anpal servizi ha nuovamente richiesto la stabilizzazione dei lavoratori dell’agenzia per il lavoro e a questo proposito ha inviato una specifica lettera al ministro Di Maio proponendo alcune soluzioni: “Le risorse economiche a sostegno di tale processo sono facilmente reperibili: il personale a tempo determinato è già allocato economicamente sulle progettualità del PON SPAO, e quindi non necessita di stanziamento specifici; per il personale in collaborazione le risorse sono reperibili sui risparmi di spesa del Reddito di Cittadinanza e sui 25 milioni assegnati ad Anpal per le spese di funzionamento del Reddito di Cittadinanza, per i quali ancora non ne è stato definito l’utilizzo”, si legge. TPI ha contattato lo staff del ministro Luigi Di Maio e del ministero del Lavoro per chiedere un commento sulla questione, ma non ha ricevuto alcuna risposta.

> Decreto dignità, cosa cambia per i contratti a termine

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