Carburanti, nessun rinnovo del taglio delle accise: dal 1 gennaio 2023 scattano gli aumenti
Benzina e diesel tornano a prezzo pieno dal 1 gennaio 2023: da domenica decade infatti il taglio delle accise, non confermato dal governo nella manovra per il prossimo anno, con un aumento sensibile del costo dei carburanti.
Si registrerà un rialzo di circa 18 centesimi rispetto ai prezzi attuali, dopo che era già stato gradualmente ridotto lo sconto iniziale da 30 centesimi disposto dal governo Draghi.
Stando alle ultime rilevazioni settimanali del ministero dell’Ambiente, il prezzo medio nazionale della verde è di 1,625 euro al litro, ai minimi da giugno del 2021. Il diesel è invece a 1,689 euro, cioè al minimo dal 31 gennaio 2022.
Con l’abolizione del taglio delle accise respirano le casse dello Stato, a scapito di quelle degli automobilisti. Contrare le associazioni dei consumatori: secondo le stime di Centro Consumatori Italia le spese per i trasporti su gomma aumenteranno di 5,2 miliardi nel 2023 e i rincari alimenteranno anche l’inflazione, che salirà dello 0,4% a causa dell’aumento dei costi del trasporto merci.
Per fronteggiare il caro-carburanti, dal 22 marzo al 30 novembre, lo Stato ha investito circa 7,3 miliardi di euro: una spesa giudicata non più sostenibile dal governo Meloni, che in compenso ha stanziato 21 miliardi per far fronte all’aumento dei costi dell’energia in bolletta.
Il prezzo dei carburanti era già in discesa grazie al costante calo delle quotazioni del petrolio sul mercato internazionale (oggi il greggio vale 78,6 dollari al barile, il Brent 83,7 dollari): la benzina è ai minimi da un anno e mezzo, condizione che ha in parte compensato l’aumento delle accise.
Una ulteriore novità per gli automobilisti potrebbe arrivare da un rincaro dei prezzi dei caselli autostradali: un decreto ministeriale, firmato dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e da quello dell’Economia e delle Finanze, stabilirà l’entità degli aumenti delle tariffe dei pedaggi nel 2023.