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Soldi nella cuccia del cane, la Cirinnà ora vuole il denaro: il tribunale respinge la richiesta

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Soldi nella cuccia del cane, la Cirinnà ora vuole il denaro: il tribunale respinge la richiesta

La senatrice del Partito democratico Monica Cirinnà, secondo quanto riportano diverse testate, ha chiesto la restituzione dei 24mila in contanti trovati nella cuccia del cane l’anno scorso e denunciati alle autorità. La richiesta arriva a quasi un anno dal ritrovamento, avvenuto nel terreno dell’azienda agricola Capalbio Fattoria, residenza toscana di Cirinnà e del marito Esterino Montino, sindaco di Fiumicino.

Dalla consegna delle 58 banconote da 500 euro, trovate il 21 agosto scorso, era scaturita un’inchiesta della procura di Grosseto, conclusa con una richiesta di archiviazione. La senatrice vorrebbe però la restituzione della somma ancora sotto sequestro, che secondo il suo legale rappresenterebbe, ai sensi del codice civile, un “tesoro”, la cui proprietà spetta “al proprietario del fondo in cui si trova”. Di diverso avviso il giudice per le indagini preliminari, che ha rinviato la richiesta al tribunale civile. In questo caso, secondo il gip, opererebbe piuttosto “la disciplina delle cose ritrovate”. “Vi è senz’altro una situazione di controversia sulla proprietà”, ha affermato il gip, “che dovrà essere risolta dal giudice civile”. Se dovesse ottenere il denaro la Cirinnà darebbe l’intero importo in beneficenza all’associazione Antiviolenza Olympia De Gouges che opera a Grosseto.

La smentita della Cirinnà

In merito alla notizia, riportata da diverse testate, la Cirinnà ha voluto dire la sua con una nota: “Basta notizie false: non ho mai chiesto che i soldi mi venissero restituiti. Vedo con rammarico che alcuni giornali tornano, con gravi imprecisioni, su fatti dei quali sono stata vittima un anno fa. Domani Il Messaggero pubblicherà una mia lettera, ma intanto ci tengo a smentire notizie non vere. Da quasi un anno spiego a chiunque che la cuccia dove sono stati ritrovati dei soldi in contanti era in disuso da anni ed era ai margini della nostra proprietà, in un luogo aperto al pubblico transito, non visibile dalla nostra abitazione e a ridosso della strada provinciale. Ho da subito avvisato i carabinieri e, una volta archiviata l’indagine senza che sia stato possibile risalire ai proprietari dei soldi, ho semplicemente comunicato attraverso il mio avvocato al giudice, come prevede la legge, cosa avrei fatto nel caso in cui caso i denari mi fossero consegnati. Non restituiti, perché, appunto non sono miei. Smentisco, dunque, i virgolettati che mi sono stati attribuiti. Chi fa informazione sa quanto sia importante la scelta delle parole. Ho detto chiaramente che quei soldi sarebbero andati in beneficienza all’Associazione Olympia de Gouges che si occupa di violenza sulle donne nel territorio della bassa Maremma. Sono molto dispiaciuta che vengano tirate in ballo vicende private della mia famiglia che niente hanno a che vedere con questa storia. Io e la mia famiglia non siamo mai stati coinvolti nell’indagine che ha riguardato quei soldi. Indagine, ribadisco, archiviata. Ed è altrettanto falso sostenere che io volessi denunciare nostro figlio Fabio, che è per me appunto un figlio, per avere i soldi rinvenuti nella nostra proprietà. Purtroppo, la circolazione di notizie non vere, inesatte, incomplete e distorte sta generando un’ondata di reazioni violente nei confronti della mia persona e della mia famiglia che infangano il mio lavoro e il mio impegno politico”.

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