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Scuole, Silvestri: “Tornare in presenza, anche con il rischio di qualche morto in più”

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Scuole, Silvestri: “Tornare in presenza, anche con il rischio di qualche morto in più”

“Se chiudiamo le scuole avremo dei rischi a livello di danni alla salute psicologica mentale dei bambini enormi”. Lo ha dichiarato l’immunologo e virologo Guido Silvestri, criticando la possibilità di nuove chiusure nella scuola in risposta alla diffusione della variante omicron del nuovo coronavirus, nonostante “il rischio possibile, perché poi è possibile, di avere qualche contagio in più, qualche morto di Covid in più”. “Dobbiamo tornare in presenza, dobbiamo fare di tutto per tornare in presenza”, ha detto ieri il virologo, durante la trasmissione In Onda, su La7.

“Non è eticamente e socialmente accettabile che la scuola venga penalizzata per errori, per deficienze di altro tipo”, ha affermato il docente della Emory University, uno dei fondatori della pagina Facebook Pillole di ottimismo. “Dobbiamo valutare queste cose in modo complesso”, ha detto Silvestri che ha invocato “soluzioni sostenibili” come l’uso di depuratori d’aria, mascherine e l’ampliamento le dimensioni delle aule. “Queste cose sono fattibili e non creano nessun problema sociale”, ha aggiunto Silvestri, che in precedenza aveva messo in risalto gli effetti che le chiusure hanno avuto sulla salute psicologica dei bambini.

“Chiunque parli di chiusure generalizzate, senza immediatamente mettere sul piatto della bilancia anche questo tipo di effetto gravissimo nei confronti dei minori, dei bambini, e anche dei paesi poveri, non dimentichiamoci anche di questo, di fatto non fa più buona informazione, fa una specie di informazione di parte”, ha detto l’esperto, che ha anche parlato della possibilità di un vaccino universale contro le varianti del nuovo coronavirus.

“Gli interessi delle aziende farmaceutiche sono un terreno delicato, è chiaro che il flusso di denaro cambia in caso di vaccino unico”, ha detto Silvestri, rispondendo a una domanda sui possibili interessi da parte delle case farmaceutiche a creare vaccini diversi per ogni variante. “Se qualcuno ci guadagna un pochino di più non credo che sia la fine del mondo. Credo che i problemi siano altri”, ha detto.

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