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Rientro in classe il 10 gennaio, le Regioni chiedono nuove regole sulla Dad: ecco cosa potrebbe cambiare

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Ritorno a scuola il 10 gennaio, senza slittamenti: è il punto fermo emerso dall’incontro tra il premier Mario Draghi, il Commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo, il Ministro della Salute Roberto Speranza e quello dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Sul tavolo restano però le proposte delle Regioni, che speravano di rinviare il rientro in classe a fronte dell’impennata dei contagi della variante Omicron, ma si sono scontrati con il fermo No del governo, che vuole scongiurare non solo il ritorno alla Dad ma anche allo smart working per gli statali.

I governatori chiedono allora nuove regole sulla didattica a distanza, e cioè lo stop alla frequenza in presenza di un alunno positivo alle scuole materne, di due contagiati alle scuole elementari e medie e di almeno tre persone positive per le superiori. Tra i punti dell’accordo potrebbe esserci anche l’introduzione del tampone solo agli alunni sintomatici nelle classi in cui sono emersi casi di positività, e non a tutti gli studenti.

Le Regioni vorrebbero poi che con i primi casi di positività si evitino le ore di educazione fisica e di musica, con l’obbligo delle mascherine Ffp2 per tutti, oltre che una costante aerazione delle aule. Non si discute più di misure differenziate tra studenti vaccinati e non vaccinati, ma la linea dei governatori resta quella di imporre maggiori restrizioni per quelle fasce d’età meno coperte dalle vaccinazioni rispetto alle altre. Quindi appunto Dad con almeno due positivi in classe alle elementari e medie, tre per le superiori e, in entrambi i casi, una quarantena di 7 giorni. Previsto anche lo stop al tampone il primo giorno, ma un ricorso più diffuso ai test da casa. Ora la palla passa al Cts, a cui le Regioni chiedono di esprimersi.

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