Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 07:00
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Cronaca

Covid, Ricciardi: “Qualche esperto non abituato a parlare con i media, dicendo il ‘Virus è morto’ ha dato un’informazione sbagliata che ha fatto confusione”

 

 

Ricciardi: “Qualche esperto non abituato a parlare con i media dicendo il ‘Virus è morto’ ha dato un’informazione sbagliata che ha fatto confusione”

“Molti di noi esperti non erano abituati a parlare così frequentemente con i media e soprattutto a dire delle cose da cui poi dipendeva in qualche modo la vita delle persone perché di fatto dall’evidenza scientifica poi si sono prese delle decisioni. Alcuni lo hanno fatto meglio, altri lo hanno fatto peggio”. Lo ha detto il consigliere del ministero della Salute Walter Ricciardi intervistato dal direttore di TPI.it Giulio Gambino alla maratona online ‘Il virus della legalità’, in occasione della Giornata internazionale della lotta alla corruzione.

“Quello che non doveva succedere – ha proseguito – è dare informazioni sbagliate ai cittadini come quelle che sono state date alla riapertura a maggio cioè che il virus era finito, era morto, che non ci sarebbero state più preoccupazioni. È stato detto buttate le mascherine, andate in discoteca, abbracciatevi, baciatevi, andate sulle spiagge. Quella è stata un’informazione che purtroppo anche qualche tecnico ha dato. Informazioni sbagliate che hanno generato confusione”.

“Però – ha sottolineato – la stragrande maggioranza degli scienziati e dei medici ha comunicato in maniera appropriata e i cittadini e i media dovrebbero essere in grado di selezionare le fonti più appropriate. Il problema è che purtroppo molto spesso non lo sanno e non è una colpa loro. Però purtroppo il risultato è quello che abbiamo visto” ha concluso.

Ricciardi: “Possibile invertire rotta ma dipende da noi”
“L’occasione perduta è stata il periodo estivo, da giugno a settembre, lockdown mirati andavano fatti a partire dall’inizio di ottobre, poi le misure sono state ancorate alle evidenze scientifiche e ora abbiamo la possibilità di invertire la rotta, ma dipende tutto da noi. Adesso la pandemia è stabilizzata, dobbiamo lavorare tutti insieme in modo che da febbraio, secondo me, si possa in qualche modo ripartire”, ha detto il consigliere del ministero della Salute Walter Ricciardi nell’intervista con il direttore di TPI.it Giulio Gambino alla maratona online ‘Il virus della legalità’, in occasione della Giornata internazionale della lotta alla corruzione. Quanto ai vaccini, ha aggiunto Ricciardi, “il 2021 sarà l’anno decisivo“.

Ti potrebbe interessare
Cronaca / Asti, cinque ragazze violentate con la scusa di un servizio fotografico: due arresti
Cronaca / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Cronaca / Precipita per 100 metri sul Cervino: morto alpinista
Ti potrebbe interessare
Cronaca / Asti, cinque ragazze violentate con la scusa di un servizio fotografico: due arresti
Cronaca / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Cronaca / Precipita per 100 metri sul Cervino: morto alpinista
Cronaca / Catania, donna di 38 anni trovata impiccata in bagno: dubbi sul suicidio
Cronaca / Imola, bambina di 8 anni annega nella piscina di un hotel
Cronaca / Bolzano, spiavano col cellulare i vicini in camera da letto: denunciata coppia di 50enni
Cronaca / Cortina, si sgancia in partenza la cabina della funivia Tofana: paura a bordo
Cronaca / Stadio Roma, il video del progetto del nuovo impianto. Gualtieri: “Unico”
Cronaca / Bambina di 8 anni violentata sessualmente: arrestato il vicino di casa
Cronaca / Torino, Siena, Parma: le tre università italiane che chiedono di riconoscere lo Stato di Palestina