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“Tu ci chiudi e tu ci paghi”. Proteste in strada contro il coprifuoco deciso da De Luca in Campania

Immagine di copertina
Credit: Twitter

Proteste contro il coprifuoco deciso da De Luca in Campania| VIDEO

Petardi, fumogeni, forze dell’ordine in tenuta antisommossa. Tensione e atti violenti davanti alla sede della Regione Campania a Napoli in via Santa Lucia dove è in atto ora, venerdì 23 ottobre, una delle manifestazioni contro il ‘coprifuoco’ alle 23 e l’ipotesi di lockdown ventilata dal presidente della giunta Vincenzo De Luca. Durante la protesta è stato aggredito un giornalista.

Ci sono due striscioni in cima a un corteo: “tu ci chiudi e tu ci paghi”, e poi “contro De Luca”. Centinaia di persone hanno prima occupato una parte di lungomare, e poi si sono dirette verso il palazzo dove ha sede la Giunta. Blocco stradale anche nel quartiere di Chiaiano, nei pressi della stazione della metropolitana. Esplosioni di bombe carta, e accesi fumogeni. Presente anche il Reparto Celere della polizia. Lancio di oggetti contro le forze dell’ordine e tentativi di sfondare il cordone di protezione.

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Nei vicoli del centro storico intorno all’università Orientale centinaia di persone nell’ultima mezz’ora hanno bloccato anche la circolazione pedonale. Il flash mob era stato rilanciato sui social e così in marcia da ogni parte del centro di Napoli gruppi di ragazzi e non solo si sono messi in marcia verso largo San Giovanni Maggiore e l’università Orientale di Napoli.

Alcune decine di persone hanno inscenato un blocco stradale nei pressi della stazione della metropolitana nel quartiere a Nord di Napoli, per protestare contro le restrizioni messe in campo dalla Regione, in particolare il ‘coprifuoco’ che è entrato in vigore in questi minuti. Si tratta per lo più di commercianti, ma ci sono anche alcuni giovani, che stanno impedendo il passaggio dei veicoli in via dei Ciliegi, la strada che porta alla metro.

La protesta nel Napoletano è montata quasi in diretta, dopo un primo blocco stradale nel pomeriggio tra il capoluogo campano e Portici, cittadina il cui abitato prosegue senza sosta la linea degli ultimi edifici della zona Est di Napoli. Mentre il presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, invocava misure più restrittive fino al lockdown per l’escalation di contagi, sono partiti i primi messaggi via cellulare, “Scendiamo in piazza, facciamo la rivoluzione”, si leggeva nel web.


Già la mattina in diverse parti della città le forze dell’ordine hanno riscontrato la presenza di diversi gruppi di ragazzi in scooter che fermi ai semafori hanno iniziato a suonare i clacson contro la decisione del giorno prima del governatore di imporre il coprifuoco. Il primo momento teso si è vissuto alle 17. Sempre i clacson protagonisti e un blocco stradale con ripercussioni lungo l’autostrada Napoli-Pompei-Salerno, grazie ad auto e scooter che hanno bloccato l’ingresso ai caselli e l’uscita sia a Portici che a Ercolano.

Erano i venditori ambulanti del mercato di Pugliano che è stato chiuso dal sindaco Ciro Bonajuto per evitare la diffusione dei contagi. In serata i commercianti del centro storico e quelli della zona di via Duomo si sono dati appuntamento in piazza del Gesù come hanno fatto ieri i ristoratori del lungomare di Napoli di altre zone del salotto della città davanti al palazzo della Regione, in via Santa Lucia per manifestare la loro contrarietà all’ipotesi di lockdown e alla chiusura anticipata alle 23.

Poi si sono mossi gli studenti universitari, che nel pomeriggio hanno indetto appunto un flashmob nella piazzetta dell’università Orientale. Infine sul lungomare, all’altezza della Rotonda Diaz. In questo caso ragazzi più giovani, che hanno ricevuto via sms un invito a vedersi per disobbedire alla decisione di De Luca di chiudere i ritrovi della movida. E ancora decine e decine di video pubblicati su Facebook in una protesta social con una parola chiave #nolockdown.

Commercianti e cittadini mostrano le immagini delle loro attività commerciali vuote, strade deserte, forni delle pizze spenti. Video anche dall’aeroporto di Capodichino, deserto, e dagli scavi archeologici di Pompei. Deserto anche al porto di Napoli, dove erano attese navi da crociere e che forse cambieranno rotta.

Proteste anche a Salerno, “libertà, libertà” il grido

Alle 23 in punto, quando le saracinesche dei locali sono state abbassate, anche a Salerno è scattata la protesta degli esercenti per dire ‘no’ al coprifuoco, al via da stasera, e all’ipotesi di un secondo lockdown. Diverse decine di persone si sono ritrovate in piazza Amendola e, al grido di “libertà, libertà”, hanno acceso una candela o un lumino, a voler rievocare la morte delle imprese. Negli ultimi minuti, il gruppo si è incamminato nei vicoli del centro storico per raggiungere corso Vittorio Emanuele, urlando a gran voce “vogliamo solo il lavoro”.

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