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Pandoro-gate, la procura di Milano chiede un anno e 8 mesi per Chiara Ferragni: “Ho agito in buona fede”

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Chiesta la condanna anche dell'ex braccio destro dell'influencer, Fabio Maria Damato

Una condanna a un anno e 8 mesi per il reato di truffa aggravata: è quanto richiesto dalla procura di Milano durante l’udienza predibattimentale per il cosiddetto Pandoro-gate, la vicenda che vedono imputata l’influencer per le campagne benefiche legate al pandoro “Pink Christmas” Balocco e alle uova Dolci Preziosi. Il procuratore aggiunto Eugenio Fusco ha chiesto la condanna, sempre a un anno e otto mesi, anche per Fabio Maria Damato, ex braccio destro dell’imprenditrice digitale, mentre per Francesco Cannillo, presidente di Cerealitalia-ID, è stato chiesto un anno. Nella vicenda era inizialmente coinvolta anche Alessandra Balocco, amministratore delegato dell’azienda dolciaria, recentemente scomparsa. La prossima udienza è prevista per il prossimo 5 dicembre: sarà la volta degli avvocati difensori di Chiara Ferragni, che punteranno all’assoluzione dell’influencer.

Il giudice, inoltre, ha ammesso la costituzione di parte civile dell’associazione “Casa dei consumatori”. Si tratta dell’ultima associazione rimasta dal momento che tutte le altre, inclusa una pensionata, hanno raggiunto accordi transattivi. Tra le sanzioni e i presunti danni, Chiara Ferragni, secondo quanto rivela Il Corriere della Sera, ha già versato 3,4 milioni di euro ancora prima che il processo iniziasse. L’influencer era presente in aula ma, per evitare i giornalisti, è entrata prima dell’orario d’apertura degli uffici giudiziari. “Tutto quello che abbiamo fatto lo abbiamo fatto in buona fede” ha affermato l’imprenditrice digitale rendendo dichiarazioni spontanee in aula.

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