L’ex fidanzato di Pamela Genini, la 29enne uccisa a coltellate a Milano dal compagno: “Mi ha chiamato ma non sono riuscita a salvarla. È stato un film dell’orrore”
L'uomo ha avvisato la polizia, ma la ragazza era già in fin di vita
Pamela Genini, la 29enne uccisa a coltellate dal suo compagno nella sua abitazione di Milano, ha provato a salvarsi contattando il suo ex fidanzato. L’uomo, un imprenditore di Sant’Omobono, ha allertato la polizia che però è arrivata sul posto quando la giovane era già in fin di vita. Contattato dal Corriere della Sera, F. D., interrogato per otto ore dagli inquirenti, ha dichiarato: “Non posso raccontare quello che è successo stanotte, ormai è tutto nelle carte. Anche se so che il mio racconto potrebbe aiutare tante donne, perché queste cose non devono più succedere. E fare quello che non sono riuscito a fare io. È stato un film dell’orrore”.
Pamela lo ha contattato poco prima dell’aggressione mortale: “Non sono riuscito a salvarla e questo è il peso più grande che mi resta da portare, sarà l’ultimo miglio della mia vita. In questo momento sto cercando di essere il più lucido possibile, e devo trovare il coraggio di andare avanti. Perché questo è quello che fa un uomo coraggioso, quelli coraggiosi non accoltellano le donne”. Sulla relazione con il suo compagno, che poi è diventato il suo assassino, rivela: “Mi raccontava tutto e io l’ho sempre aiutata, non le ho mai voltato le spalle. Lei per un certo periodo ha pensato che le cose potessero cambiare ma poi alla fine non ci sperava nemmeno più”.
L’imprenditore, poi, racconta come ha conosciuto la donna: “Siamo tutti e due della Valle Imagna, lei era di Strozza, ci siamo conosciuti a una festa di compleanno in piscina a casa mia. Era una donna solare e si sentiva subito che c’era tanto di buono in lei, e proprio perché era così buona è successo quello che è successo. È successo come quando un’edera cresce attorno a una pianta e un po’ alla volta la uccide”. L’ex fidanzato di Pamela, quindi, chiede giustizia: “Sto facendo il possibile perché venga fatta giustizia, questo è il momento della giustizia, di aiutare tante donne che sono in difficoltà a causa dei loro uomini. Dico a tutti che se vedono certe situazioni bisogna denunciare, è dovere di ogni persona e di ogni cristiano. So che i giornali possono essere d’aiuto, mia nonna era sorella di don Andrea Spada, storico direttore dell’Eco di Bergamo. Non si può spezzare una vita a 29 anni, e penso che Pamela in questo momento chieda proprio giustizia per sé e per tutte le donne”.