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Naufragio Costa Concordia: slitta all’8 aprile l’udienza sulla semilibertà a Schettino. Ipotesi lavoro in Vaticano

Immagine di copertina
Francesco Schettino, immagine di repertorio. Credit: Alessandro Serrano' / AGF

Condannato a 16 anni di carcere per il naufragio costato la vita nel gennaio 2012 a 32 persone, ha già scontato metà della pena nel carcere romano di Rebibbia. Se gli sarà concessa la semilibertà, potrebbe lavorare alla digitalizzazione dei documenti per la Fabbrica di San Pietro

L’udienza per la richiesta del regime di semilibertà per l’ex comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, fissata per oggi davanti al Tribunale di Sorveglianza di Roma, è slittata all’8 aprile prossimo, aggiornata in quanto è cambiato il giudice relatore e il nuovo magistrato ha bisogno di tempo per studiare il fascicolo.

L’istanza al Tribunale di Sorveglianza di Roma, come riportato dall’Ansa, è stata avanzata dal difensore di Schettino, l’avvocato Paola Astarita. Finora, sono state celebrate quattro udienze, tutte rinviate per approfondimenti da parte dei giudici. Rinchiuso nel carcere romano di Rebibbia dal 12 maggio 2017, quando la sua condanna è diventata definitiva in Cassazione, avendo già scontato la metà della pena, Schettino ha maturato i termini che gli consentono di accedere alle misure alternative di detenzione.

Condannato a 16 anni di carcere per il naufragio avvenuto nella notte tra il 12 e il 13 gennaio 2012 davanti all’isola del Giglio in cui morirono 32 persone, l’ex comandante aveva chiesto di accedere al regime di semilibertà. Attualmente, l’ex comandante della Costa Concordia beneficia di 45 giorni all’anno di permessi per buona condotta e da tre anni ha ottenuto la possibilità di lavorare in carcere, contribuendo da allora alla digitalizzazione dei documenti giudiziari sulla strage di Ustica e sulla strage di via Fani, a Roma, in cui fu sequestrato Aldo Moro.

Come annunciato dal suo legale all’Adnkronos, se i giudici dovessero concedergli la semilibertà, l’ex comandante della Costa Concordia potrebbe lavorare per il Vaticano. La difesa ha infatti presentato la richiesta di affidare Schettino all’associazione Seconda Chance che si occupa di reinserire i detenuti nel mondo del lavoro, anche attraverso un protocollo concluso con la Santa Sede per la digitalizzazione dei documenti per la Fabbrica di San Pietro.

‘’Schettino da cinque anni si è già occupato della digitalizzazione dei documenti giudiziari della strage di Ustica e della strage di via Fani a Roma con il sequestro e l’omicidio dello statista democristiano Aldo Moro”, ha detto all’agenzia di stampa Astarita. “È un campo nel quale ha molta esperienza e ha ricevuto anche encomi per il lavoro svolto in ambito carcerario’’.

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