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Milano, i nuovi video dell’inseguimento in cui è morto Ramy Elgaml: il presunto speronamento e il carabiniere che tifa per la caduta

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Spuntano nuove immagini sulla morte di Ramy Elgaml, il 19enne di origine egiziana morto nella notte tra il 23 e il 24 novembre dopo essere caduto da uno scooter durante un inseguimento dei Carabinieri nel quartiere Corvetto a Milano.

Si tratta di due filmati, registrati da una telecamera posizionata su una delle tre “gazzelle” impegnate nell’inseguimento e dai dispositivi di videosorveglianza del Comune di Milano. Nei video si sente un carabiniere imprecare durante l’inseguimento perché il motorino non cade, si vede il momento della caduta dello scooter e si scorgono due militari dell’Arma avvicinare dopo l’incidente un testimone che alza le mani in segno di resa.

I video sono stati trasmessi in esclusiva dal Tg3 nell’edizione serale di martedì 7 gennaio. I legali della famiglia di Ramy, gli avvocati Debora Piazza e Marco Romagnoli, chiedono ora che l’ipotesi di reato su cui indaga la Procura di Milano cambi da omicidio stradale a omicidio volontario.

Le immagini sono incluse tra i documenti agli atti degli inquirenti. Nel video girato dall’auto dei militari si vedono alcuni momenti dell’inseguimento, durato circa 20 minuti e partito dopo che lo scooter non si era fermato a un posto di blocco. A bordo del mezzo ci sono Ramy, seduto sul sedile posteriore, e Fares Bouzidi, 22 anni tunisino, che guida e che rimarrà ferito nella caduta.

Dopo un leggero impatto fra l’auto e il motorino, uno dei carabinieri sbuffa: “Vaffanculo, non è caduto!”. Poco dopo si nota un’auto civile che sembra stringere sulla destra ostruendo la marcia dello scooter, e lo stesso militare commenta: “Chiudilo! Chiudilo! No, merda, non è caduto!”.

La telecamera di videosorveglianza del Comune di Milano riprende invece la scena della caduta del motorino in via Ripamonti: il mezzo prende una curva troppo larga e scivola a terra, la gazzella gli è molto vicino e sembra speronarlo, anche se le immagini non sono molto chiare.

Dopo l’incidente, i carabinieri avvertono via radio i colleghi che i due ragazzi “sono caduti” e un militare risponde “Bene”. Poi, da una telecamere montata su un’auto dell’Arma si vedono due militari avvicinare un testimone che alza le mani in alto: è Omar, il testimone che successivamente racconterà di aver ripreso col suo smartphone tutta la scena dell’incidente sostenendo che i carabinieri gli avrebbero intimato di cancellare il filmato.

Ad oggi sono tre i militari messi sotto inchiesta dalla Procura di Milano: uno, quello alla guida della gazzella che era dietro lo scooter al momento della caduta, è indagato per omicidio stradale, mentre per altri due si ipotizzano i reati di falso, frode processuale e depistaggio. Anche come Fares Bouzidi, il 22enne che guidava lo scooter, è indagato per omicidio stradale.

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