Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 10:28
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Cronaca

Marianna Manduca denunciò il marito 12 volte ma fu uccisa. Il giudice: “Delitto inevitabile”

Immagine di copertina

Marianna denunciò marito 12 volte, fu uccisa. Giudice: “Delitto inevitabile”

Marianna Manduca denunciò il marito 12 volte ma fu uccisa. Il 3 ottobre del 2007 è stata ammazzata dal padre dei suoi figli, Saverio Nolfo. Carmelo Calì, il cugino di Marianna insieme alla moglie Paola Giulianelli ha accolto e poi adottato i tre bambini della cugina, rimasti soli al mondo, tre ragazzi che oggi hanno 18, 17 e 15 anni. Dopo il femminicidio, lo Stato aveva promesso loro un risarcimento. Che oggi, con il giudizio in Cassazione, chiede indietro.

“Delitto inevitabile”, hanno sentenziato i giudici della seconda sezione civile della corte d’appello di Messina, sollevando da ogni responsabilità quella procura che i giudici di primo grado avevano invece accusato di “negligenza inescusabile”, con conseguente risarcimento per i tre orfani. Delitto inevitabile, ribadiscono in appello.

Emessa dalla Seconda Sezione della Corte d’Appello di Messina, presieduta da Sebastiano “Nello” Neri, residenza catanese ma di Lentini, con giudici Giuseppe Martello e Marisa Salvo. Relatrice la Salvo.

I due pm di Caltagirone non sarebbero riusciti a evitare l’irrimediabile, se anche avessero preso iniziative. “L’epilogo della vicenda – un delitto – sarebbe stato immutabile”. Saverio Nolfo, pronto a tutto e determinato come era, avrebbe ucciso lo stesso l’ex moglie Marianna Manduca, indipendentemente dall’operato e dalle mancanze dei sostituti procuratori.

E, adesso, siamo arrivati al paradosso che i tre orfani dovranno restituire il risarcimento allo Stato se anche la Cassazione sarà della stessa idea, i giudici stanno decidendo.

I giudici di appello, tra le altre cose, scrivono che l’eventuale sequestro del coltello da parte della Procura non sarebbe valso a nulla “dato il radicamento del proposito criminoso e la facile reperibilità di un’arma simile“. Non solo: “Nemmeno l’interrogatorio dell’uomo avrebbe impedito l’omicidio della giovane”, aggiunge la Corte nelle motivazioni della sentenza anche perché “i comportamenti di Saverio Nolfo non consentivano l’applicazione della misura cautelare”.

Intervistato da Repubblica, Nello Neri risponde motivando le parole della sentenza: “Non posso fare alcun commento sul merito di questa vicenda fino a quando si pronuncerà la Cassazione, però una cosa mi preme precisare: il cinismo non è mai entrato in camera di consiglio”.

“Ho il massimo rispetto della libera critica di quanti non hanno condiviso la nostra sentenza, spero l’abbiano almeno letta”, continua il giudice.

Eppure la donna aveva ripetutamente denunciato l’ex consorte, sentendosi in pericolo. Non un paio di querele contro di lui, ma dodici denunce, nel giro di un anno, in un crescendo di paura per la propria incolumità. Intimidazioni e minacce, anche in mezzo alla strada, sotto gli occhi di tutti.

Dalle percosse a una freccia metallica tirata contro, con un arco, e andata fuori bersaglio per un soffio. Il coltello a serramanico mostrato per spaventarla, con la scusa di dover pulire le unghie con la lama. Una battaglia durissima per l’affidamento dei figli, sullo sfondo. E poi l’agguato finale, senza scampo, “accuratamente programmato” per evitare che i bambini andassero a lei.

Quello che venne fatto dai due sostituti procuratori chiamati a prendere in carico la sfilza di denunce (la sentenza cita l’apertura di un procedimento penale, l’iscrizione del marito aggressivo nel registro dei reati, il temporaneo allontanamento dalla casa familiare, un coltello sequestrato e confiscato e la richiesta di un decreto penale di condanna, arrivato però dopo il delitto) non bastò a scongiurare il peggio.

“Per le ultime querele – commenta l’avvocato Licia D’Amico, legale del padre adottivo dei figli della vittima – la procura non prese alcuna iniziativa, zero assoluto, sebbene l’uomo avesse rafforzato le minacce con un coltello”. Nessuno fermò la mano dell’assassino pluridenunciato e “sempre accorto nella condotta”, altra scusante trovata per i magistrati.

Marianna Manduca, la storia

Marianna Manduca viene assassinata a 33 anni, a Palagonia, dal marito Saverio, dopo una lunga vicenda di maltrattamenti, violenze e abusi. Tra il 2006 e il 2007 Marianna, che nella vita fa la ragioniera e mantiene, da sola, la sua famiglia, presenta alla magistratura dodici querele e chiede disperatamente aiuto.

C’è un incastro gelido di codici e di sofferenze, dietro questa storia di una donna uccisa e di tre orfani di femminicidio che oggi rischiano, incredibilmente, di dover restituire allo Stato 250 mila euro.

Insieme ai suoi avvocati, Alfredo Galasso e Licia D’Amico, Carmelo e Paola hanno ascoltato il procuratore generale chiedere il rigetto del loro ricorso contro la sentenza della corte d’appello di Messina, che ha richiesto agli orfani il risarcimento accordato in primo grado.

Penultima pagina di una vicenda giudiziaria e umana, su cui è stata addirittura costruita una fiction (“I nostri figli”) ma che apre enormi interrogativi, e rischia di rallentare di nuovo il percorso di denuncia delle donne perseguitate.

Leggi anche:
“Ha visto papà uccidere mamma con 33 coltellate e gettarla nel fiume”. Storia di Omar, orfano di femminicidio e abbandonato dallo Stato
“Omar e gli altri orfani di femminicidio avranno giustizia: fondi sbloccati entro febbraio”: parla la presidente della Commissione parlamentare
Il padre uccise la madre, ora è fuori dal carcere. L’appello disperato di Annamaria: “Aiutatemi”
Uccise 3 donne ogni settimana in Italia: la tragica fotografia sui femminicidi nel 2018
Deborah, Marianna, Immacolata: storie di donne vittima di femminicidio che nessuno ha salvato
Il femminicidio è un problema da uomini o no? (di Giulio Cavalli)
Dacia Maraini a TPI: “Una donna che legge libri fa paura, gli uomini non riescono a reggere la nostra libertà”
Ti potrebbe interessare
Cronaca / Precipita ascensore in un palazzo di Roma: un operaio morto e due gravemente feriti
Cronaca / Brescia, bambina di 10 anni stuprata e incinta in un centro migranti: arrestato 28enne
Cronaca / Gino Cecchettin e il patriarcato: "Ci siamo dentro tutti"
Ti potrebbe interessare
Cronaca / Precipita ascensore in un palazzo di Roma: un operaio morto e due gravemente feriti
Cronaca / Brescia, bambina di 10 anni stuprata e incinta in un centro migranti: arrestato 28enne
Cronaca / Gino Cecchettin e il patriarcato: "Ci siamo dentro tutti"
Cronaca / Senigallia, trovato morto il 15enne fuggito di casa con la pistola del padre
Cronaca / Senigallia, quindicenne si allontana da casa armato dopo una lite in famiglia. L’appello alle scuole: “Non fate uscire gli alunni”
Cronaca / Ucciso per un paio di cuffie, il papà dell’omicida: “Mi ha confessato di aver assassinato un uomo ma pensavo scherzasse”
Cronaca / Rozzano, 19enne uccide un uomo per un paio di cuffie da 15 euro: “Ho fatto una ca**ata”
Cronaca / È morto Marcello Mutti, capitano d’industria della storica azienda conserviera nel settore del pomodoro
Cronaca / Napoli, bambino di 10 anni si accascia a scuola durante la ricreazione e muore
Cronaca / Muore a 14 anni schiacciata dall’autobus fuori da scuola