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    [Riservato TPI] “Vi prego fateci chiudere”: la lettera disperata del 25 febbraio scritta dal direttore dell’ospedale di Alzano alla direzione generale

    Ecco il documento esclusivo scritto il 25 febbraio dal direttore dell'ospedale Pesenti Fenaroli di Alzano Lombardo Giuseppe Marzulli e diretto alla direzione sanitaria dell'ASST Bergamo Est

    Di Francesca Nava
    Pubblicato il 10 Apr. 2020 alle 10:00 Aggiornato il 10 Apr. 2020 alle 14:05

    Lettera direttore ospedale Alzano Lombardo dott. Giuseppe Marzulli

    ESCLUSIVO TPI – Domenica 23 febbraio, due giorni dopo lo scoppio del primo focolaio di Codogno, vengono accertati due casi positivi di Covid19 all’ospedale “Pesenti Fenaroli” di Alzano Lombardo. L’ospedale viene “chiuso”, per poi riaprire – inspiegabilmente – alcune ore dopo, senza che ci sia stato “nessun intervento di sanificazione e senza la costituzione nel pronto soccorso di triage differenziati né di percorsi alternativi”, come hanno denunciato a TPI due dipendenti dell’ospedale. In una lettera ufficiale riportata su carta intestata della struttura ospedaliera, datata martedì 25 febbraio e rivelata in esclusiva da TPI, ci sono le richieste disperate del direttore dell’ospedale Giuseppe Marzulli alla direzione sanitaria dell’ASST Bergamo Est. Nella lettera si legge che “presso il Pronto Soccorso stazionano tre pazienti senza che vengano accolti né dall’ospedale di Seriate né da altre strutture aziendali … È evidente che in queste condizioni il Pronto Soccorso di Alzano Lombardo non può rimanere aperto”. Ad Alzano è stato chiesto in un primo momento di attendere l’esito del tampone sui 3 pazienti. “Tale indicazione” – continua la lettera del direttore dell’ospedale di Alzano – “è assurda (ed uso un eufemismo) in quanto come noto i tempi di refertazione sono mediamente intorno alle 48 ore e ciò vuol dire far stazionare tali pazienti per 48 ore presso il Pronto Soccorso di Alzano Lombardo, cosa contraria a qualunque protocollo e anche al buon senso”. La lettera si conclude con la richiesta di un intervento urgente dopo che, una volta sollevata l’assurdità della disposizione, in un secondo momento era stato comunicato che il problema era diventato “la mancata disponibilità di posti letto”.

    Parla un dipendente dell’ospedale di Alzano

    TPI ha anche raccolto una video-testimonianza esclusiva: per la prima volta un dipendente dell’Azienda socio sanitaria territoriale (ASST) Bergamo Est, che gestisce l’ospedale “Pesenti Fenaroli” e denuncia che, con ordini dall’alto, è stato imposto di lasciare aperta la struttura sanitaria, che la sanificazione non è mai avvenuta e che i pazienti presunti Covid-19 venivano respinti e non accolti in altre strutture e lasciati nell’oblio più totale, ricoverati insieme agli altri pazienti dell’ospedale. La cronaca di un disastro sanitario annunciato, che ha fatto diventare Alzano il più grande focolaio d’Europa. Qui di seguito la testimonianza esclusiva del dipendente dell’ospedale di Alzano: 

     

    Parla un’infermiera dell’ospedale di Alzano

    Che sulla discussa riapertura del pronto soccorso e sulla gestione di questa emergenza Covid al “Pesenti-Fenaroli” ci sia stata una evidente situazione di conflitto tra le due direzioni sanitarie, quella di Seriate e quella di Alzano, lo si capisce anche da un’altra testimonianza fondamentale, quella di un’infermiera del pronto soccorso che accetta di parlare in esclusiva con noi di TPI: “All’ospedale di Alzano Lombardo dopo quella maledetta domenica non doveva più entrare e uscire nessuno, fino a che non si fossero stabiliti dei percorsi precisi”. Qui di seguito l’audio-testimonianza dell’infermiera di Alzano:

     

     

    L’inchiesta di TPI sulla mancata chiusura della Val Seriana per punti:

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