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Home » Cronaca

Kalimchè, la nave dei trafficanti di uomini ora diventa una biblioteca per minori a rischio

Immagine di copertina
La nave Kalimchè era utilizzata per il traffico di essere umani da Bodrum, in Turchia, fino a Bari

Una barca che si porta in giro le storie e le fa navigare è l’antidoto migliore alla superficialità, alla faciloneria e all’elogio dell’ignoranza che qualcuno soffia in questo tempo

Kalimchè è il nome di una barca che il crimine organizzato utilizzava per il traffico di essere umani da Bodrum, in Turchia, fino a Bari. Una barca che si porta dietro l’odore dello sfruttamento, della paura e della speranza pagata a peso d’oro. Quando l’hanno sequestrata il Ministero della Giustizia ha pensato che avrebbe potuto essere invece l’arca per navigare verso il riscatto e per questo ha deciso di concederla per le attività di riabilitazione di giovani a rischio di devianza, quei giovani fragili che hanno bisogno di una mano che si tenda per non affondare.

S&D

Per tornare in mare Kalimchè ha subito quasi un anno di interventisti tecnici della darsena Mar di Levante e l’aiuto di otto minori sottoposti a misure penali o in carico ai servizi sociali. È stato uno di quei cantieri in cui si restaura qualcosa per restaurare anche le persone che ci lavorano. Funziona. Da sempre. E così finalmente qualche giorno fa il progetto ideato dall’associazione Marcobaleno ha visto la luce e Kalimchè è tornata in mare, con tanto di champagne e applausi e sorrisi.

“Un porto della speranza”, l’ha chiamata don Luigi Ciotti, presidente di Libera, ed è vero che se un’imbarcazione che era portatrice di crimine e sventura oggi può essere rimessa in mare profumando di futuro allora significa che al di là delle troppe parole e della troppa propaganda questo è un Paese in cui dietro alle quinte si lavora per costruire umanità.

Ma c’è un altro aspetto in tutta questa storia che merita di essere raccontato: Kalimchè, tra le altre cose, diventerà anche una biblioteca galleggiante e ospiterà presentazioni di libri, reading, incontri letterari. Sul suo ponte camminerà la cultura, quella che forgia i ragazzi al di là degli errori che hanno commesso. Una barca che si porta in giro le storie e le fa navigare è l’antidoto migliore alla superficialità, alla faciloneria e all’elogio dell’ignoranza che qualcuno soffia in questo tempo.

Investire nella conoscenza e nella costruzione di legami culturali significa costruire persone che diventino porti: “L’assessorato al Welfare ha investito circa 90mila euro per l’allestimento di questa imbarcazione e di tutti i presidi di lettura popolare, perché riteniamo fondamentale investire nelle relazioni, nella costruzione di legami e nella conoscenza, anche per contrastare fenomeni, sempre più frequenti, connessi alla paura, all’odio e alle discriminazioni”, ha spiegato l’assessore comunale di Bari Francesca Bottalico. Fanno stare bene, storie così.

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