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È morto Joseph Ratzinger, addio al Papa emerito Benedetto XVI

Immagine di copertina

È morto Joseph Ratzinger, addio al Papa emerito Benedetto XVI

Joseph Ratzinger è morto: il Papa emerito Benedetto XVI è scomparso oggi, 31 dicembre 2022, all’età di 95 anni ed era malato da diverso tempo. “Con dolore informo che il Papa Emerito, Benedetto XVI, è deceduto oggi alle ore 9:34, nel Monastero Mater Ecclesiae in Vaticano”. Lo ha dichiarato il direttore della Sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni. “Non appena possibile seguiranno ulteriori informazioni”, ha spiegato. Lunedì 2 gennaio 2023, il corpo del Papa Emerito Benedetto XVI sarà nella Basilica di San Pietro in Vaticano per il saluto dei fedeli. I funerali saranno il 5 gennaio alle 9.30 e saranno officiati da papa Francesco.

S&D

Le sue condizioni si erano aggravate negli ultimi giorni così come confermato anche da Papa Francesco che il 28 dicembre, al termine dell’udienza generale nell’aula Paolo VI, aveva dichiarato: “Vorrei chiedere a tutti voi una preghiera speciale per il papa emerito Benedetto, che nel silenzio sta sostenendo la Chiesa. Ricordarlo, è molto ammalato, chiedendo al Signore che lo consoli e lo sostenga in questa testimonianza di amore alla chiesa fino alla fine”.

“Rimanete saldi nella fede! Non lasciatevi confondere!… Gesù Cristo è veramente la via, la verità e la vita – e la Chiesa, con tutte le sue insufficienze, è veramente il Suo corpo.” Questo è uno dei lasciti spirituali che il Papa emerito Benedetto XVI affida ai fedeli nel suo testamento, che viene pubblicato nel libro Nient’altro che la verità scritto dall’Arcivescovo Georg Gänswein, suo segretario particolare, con Saverio Gaeta, per le edizioni Piemme e in uscita agli inizi di gennaio. E’ quanto apprende in anteprima l’ANSA.

Reazioni

Messaggi di cordoglio da tutto il mondo per la scomparsa del Papa emerito. “La morte del Papa emerito Benedetto XVI è un lutto per l’Italia. La sua dolcezza e la sua sapienza hanno beneficato la nostra comunità e l’intera comunità internazionale. Con dedizione ha continuato a servire la causa della sua Chiesa nella veste inedita di Papa emerito con umiltà e serenità. La sua figura rimane indimenticabile per il popolo italiano. Intellettuale e teologo ha interpretato con finezza le ragioni del dialogo, della pace, della dignità della persona, come interessi supremi delle religioni. Con gratitudine guardiamo alla sua testimonianza e al suo esempio”, ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

“Benedetto XVI è stato un gigante della  fede e della ragione. Un uomo innamorato del Signore che ha messo la  sua vita al servizio della Chiesa universale e ha parlato, e  continuerà a parlare, al cuore e alla mente degli uomini con la  profondità spirituale, culturale e intellettuale del suo Magistero. Un cristiano, un pastore, un teologo: un grande della storia che la  storia non dimenticherà”. Così il premier Giorgia Meloni.

“Il mio pensiero va ai cattolici in Francia e nel mondo, addolorati per la scomparsa di Sua Santita’ Benedetto XVI, che ha operato con anima e intelligenza per un mondo più fraterno”. Lo ha scritto su Twitter il presidente francese, Emmanuel Macron. Con la scomparsa di Benedetto XVIil mondo perde una “figura di spicco” della Chiesa cattolica. Lo ha detto il cancelliere tedesco, Olaf Scholz. “Come Papa ‘tedesco’, Benedetto XVI è stato un leader ecclesiastico speciale per molti, non solo in questo Paese. Il mondo perde una figura formativa della Chiesa cattolica, una personalità combattiva e un intelligente teologo. Il mio pensiero va a Papa Francesco”, ha scritto poi su Twitter il cancelliere tedesco Olaf Scholz.

Biografia

Nato il 16 aprile del 1927 a Marktl, in Baviera, Joseph Aloisius Ratzinger è il terzo figlio, il minore, di Maria Riege e Joseph Ratzinger senior.

Dopo essersi iscritto all’età di 12 anni al seminario di Traunstein, nel 1941 fu iscritto nella Gioventù hitleriana così come previsto dalla legge, che obbligava tutti i giovani di età compresa fra i 14 e i 18 anni ad arruolarvisi. Dopo la chiusura del seminario, avvenuta nel 1942, Ratzinger continuò a militare nella Gioventù hitleriana contro la sua volontà per evitare sanzioni pecuniarie.

Dopo essere stato assegnato prima a un reparto di artiglieria contraerea esterno alle forze armate tedesche e poi a un reparto di intercettazioni radiofoniche, nel 1944 fu arruolato nell’esercito tedesco a Monaco e assegnato alla caserma di fanteria nel centro di Traunstein.

Ratzinger, tuttavia, non fu mai mandato al fronte e, come sottolineato più volte da lui stesso, non sparò mai nemmeno un colpo. Nell’aprile del 1945 disertò riuscendo a evitare la fucilazione grazie a un sergente che lo aiutò a fuggire.

Con la sconfitta dei tedeschi e l’arrivo degli americani in città fu fatto prigioniero per alcune settimane venendo rilasciato il 19 giugno del 1945.

Terminata la guerra, nel 1946 Joseph Ratzinger si iscrisse all’Istituto superiore di filosofia e teologia di Frisinga continuando gli studi nel seminario Herzogliches Georgianum di Monaco di Baviera.

Ordinato diacono da Johannes Baptist Neuhäusler nel 1950, il 29 giugno 1951, all’età di 24 anni, assieme a suo fratello maggiore Georg fu ordinato presbitero dal cardinale Michael von Faulhaber, arcivescovo di Monaco e Frisinga.

Nel maggio del 1957 ottenne la cattedra di teologia fondamentale presso l’Università di Monaco: pochi mesi dopo ottenne anche la cattedra di teologia dogmatica e fondamentale presso l’Istituto superiore di teologia e filosofia di Frisinga.

Diventato professore all’Università di Bonn nel 1959, nel 1963 si trasferì all’Università di Münster. Tra gli anni Sessanta e Settanta ha una fiorente carriera accademica che lo portano a insegnare nelle più prestigiose università tedesche e a essere nominato, tra le altre cose, vicepresidente dell’Università di Ratisbona dal 1976 al 1977, anno in cui venne nominato arcivescovo di Monaco e Frisinga da papa Paolo VI.

Joseph Ratzinger lasciò il ruolo nel 1982 in base alle nuove disposizioni papali che lo chiamarono a stabilirsi in Vaticano. L’anno precedente, infatti, papa Giovanni Paolo II lo nominò prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, presidente della Pontificia commissione biblica e della Commissione teologica internazionale.

Durante il periodo in cui ricopre il ruolo di prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, nel 1986 firmò il documento intitolato Cura pastorale delle persone omosessuali, in cui si definisce l’omosessualità come “inclinazione oggettivamente disordinata”.

Divenuto nei primi anni Duemila uno dei più stretti collaborati di Papa Giovanni Paolo II, l’8 aprile 2005, come decano del Sacro Collegio, presiedette la messa esequiale del romano pontefice defunto Giovanni Paolo II.

Presiedette, inoltre, la Missa pro eligendo Romano Pontifice il mattino del 18 aprile 2005, che fu il rito d’apertura dei lavori del conclave per l’elezione del successore di papa Giovanni Paolo II.

Joseph Ratzinger fu eletto Papa il 19 aprile 2005, al quarto scrutinio, nel secondo giorno di conclave. Dopo l’annuncio al mondo con la tradizionale fumata bianca, Ratzinger tenne il suo primo discorso da Papa in cui venne svelato il nome da Pontefice da lui scelto, ovvero Benedetto XVI.

“Ho voluto chiamarmi Benedetto XVI per riallacciarmi idealmente al venerato pontefice Benedetto XV, che ha guidato la Chiesa in un periodo travagliato a causa del primo conflitto mondiale. Fu coraggioso e autentico profeta di pace e si adoperò con strenuo coraggio dapprima per evitare il dramma della guerra e poi per limitarne le conseguenze nefaste” dichiarò pochi giorni dopo Papa Ratzinger spiegando la scelta del nome pontificale.

“Sulle sue orme desidero porre il mio ministero a servizio della riconciliazione e dell’armonia tra gli uomini e i popoli, profondamente convinto che il grande bene della pace è innanzitutto dono di Dio, dono purtroppo fragile e prezioso da invocare, tutelare e costruire giorno dopo giorno con l’apporto di tutti”.

Uno dei primi atti da Papa fu quello di raccomandare l’utilizzo del latino durante le “grandi celebrazioni”. Nel corso del suo pontificato, inoltre, papa Benedetto XVI ha ripreso l’utilizzo di alcuni abiti pontifici di origine rinascimentale e in disuso da qualche decennio.

Ratzinger è stato il primo Papa a chiedere esplicitamente scusa alle vittime di abusi da parte di ecclesiastici e ad incontrare più volte le vittime.

Nel corso del suo pontificato ha viaggiato in 21 paesi di tutti i continenti, presiedendo, inoltre, cinque concistori.

L’11 febbraio 2013, una data che rimarrà nella storia, annuncia le sue dimissioni da Papa a partire dal 28 febbraio seguente: l’ultima rinuncia di un pontefice al proprio ruolo era avvenuta 598 anni prima, nel 1415, ad opera di Papa Gregorio XII.

“Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino” dichiarò Papa Benedetto XVI nel corso del concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto e di altri tre beati.

Alle 20 del 28 febbraio 2013, il pontificato di Papa Benedetto XVI termina. Espressa la volontà di continuare a risiedere nella Città del Vaticano, nel monastero Mater Ecclesiae, Ratzinger si trasferisce momentaneamente nelle ville pontificie di Castel Gandolfo in attesa di alcuni lavori di ristrutturazione da portare a termine nella sua futura dimora.

Una volta terminato il suo pontificato, Benedetto XVI ha assunto il titolo ufficiale di “sommo pontefice emerito” o “papa emerito”, venendo comunque chiamato con l’appellativo “Sua Santità” e continuando a indossare l’abito talare bianco semplice.

Il 23 marzo 2013 il nuovo Pontefice, Papa Francesco, si reca in visita da Benedetto XVI dando vita al primo storico incontro tra due pontefici.

Dopo due mesi trascorsi a Castel Gandolfo, il 2 maggio 2013 torna in Vaticano, nel monastero Mater Ecclesiae, dove ha vissuto quasi 10 anni.

La malattia

Negli ultimi anni Joseph Ratzinger ha avuto diversi problemi di salute, che lo hanno condotto alla morte anche causa dell’età avanzata.

Prima di morire nel 2020, George Ratzinger, fratello di Joseph, rivelò che il Papa emerito Benedetto XVI era affetto da una sorta di paralisi che costringeva il pontefice emerito “a ricorrere alla sedia a rotelle. La più grande inquietudine è che la paralisi possa finire per arrivare al suo cuore e allora potrebbe essere finita in fretta”.

“Prego ogni giorno per chiedere a Dio la grazia di una buona morte, in un buon momento, per me e mio fratello. Entrambi abbiamo questo grande desiderio” aggiunge il fratello di Papa Ratzinger.

Pochi mesi dopo, invece, la stampa tedesca parlò di una grave infezione al viso, indiscrezione parzialmente confermata ma al tempo stesso ridimensionata dal suo segretario particolare Georg Gänswein, che avrebbe provocato “forti dolori” al Papa emerito Benedetto XVI.

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