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Caso Ilva, la Procura di Milano indaga per “reato di false comunicazioni al mercato”. Al vaglio anche l’ipotesi di “reato fallimentare”

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Caso Ilva, la Procura di Milano indaga per “reato di false comunicazioni al mercato”

La Procura di Milano, nell’inchiesta che riguarda la richiesta da parte di ArcelorMittal del contratto di affitto dell’ex Ilva, ha individuato una prima ipotesi di reato e ha iscritto il fascicolo con il titolo di “reato di false comunicazioni al mercato e sociali”. L’altra ipotesi su cui si sta orientando è quella di “reato fallimentare”.

Lo scorso 12 novembre la ArcelorMittal aveva depositato presso il Tribunale di Milano l’atto per la richiesta di recesso dal contratto di affitto, preliminare alla vendita. Poche ore prima, la società franco-lussemburghese aveva comunicato, con una lettera inviata anche agli enti locali, firmata dal Gestore dello stabilimento Stefan Michel R. Van Campe, al governo e alla prefettura di Taranto il piano di “sospensione” dell’esercizio dello stabilimento di Taranto e delle centrali elettriche.

Due giorni dopo, era arrivata al risposta dei commissari straordinari dell’Ilva che avevano immediatamente presentato un ricorso contro la richiesta di recesso. Nel ricorso cautelare dei commissari del polo siderurgico si sostiene che non c’è alcuna garanzia della continuità dello scudo penale nel contratto di affitto ad ArcelorMittal dei rami di azienda della ex Ilva. Lo stesso giorno la Procura ha aperto il fascicolo di indagine e per il momento oltre a quelle già stabilite sono al vaglio anche altre ipotesi di reato.

Intanto il presidente della sezione specializzata in materia d’impresa del Tribunale di Milano che ha fissato per il prossimo 27 novembre l’udienza sul ricorso cautelare dei commissari ex Ilva ha espressamente richiesto ad ArcelorMittal “di non porre in essere ulteriori iniziative e condotte in ipotesi pregiudizievoli per la piena operatività e funzionalità degli impianti dello stabilimento siderurgico”. Il messaggio ai vertici dell’azienda è stato reso noto da una nota del presidente del Tribunale Roberto Bichi.

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