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Home » Cronaca

Il gruppo Gedi ha truffato l’Inps? Giornali muti sul sequestro da 38 milioni

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Ci sono truffe e truffe. Se un gruppo di persone qualunque si finge povero per ottenere il reddito di cittadinanza, state pur certi che tutti i giornaloni scatteranno in piedi con titoli a sei colonne e i loro editorialisti correranno a vergare commenti indignati invocando la cancellazione immediata del sussidio. Ma se uno dei maggiori gruppi editoriali italiani è sospettato di aver truffato l’Inps per accedere ad ammortizzatori sociali, be’, calma, qui invece la notizia può comodamente passare sotto silenzio.

«Chessaràmmai?», devono aver pensato i direttori delle principali testate del Paese di fronte al sequestro da 38 milioni di euro ordinato poco prima di Natale dalla Procura di Roma nei confronti di Gedi, il gruppo editoriale che pubblica, tra gli altri, La Repubblica, L’Espresso, La Stampa, Il Secolo XIX, Huffington Post, più diverse testate locali e tre radio (Deejay, Capital e M2O).

L’ipotesi di reato è truffa all’Inps: i magistrati sospettano che Gedi abbia utilizzato escamotage irregolari per far ottenere il prepensionamento a una settantina di dirigenti che non ne avrebbero avuto diritto, e accedere così agli ammortizzatori messi a disposizione dallo Stato. Ci sono tre manager indagati (uno dei quali non è più in forza a Gedi).

I fatti risalgono a una decina d’anni fa, quando Gedi si chiamava ancora Gruppo L’Espresso ed era controllato dalla Cir dell’ingegner Carlo De Benedetti (oggi editore del quotidiano Domani). Da fine 2019 il gruppo è nelle mani di Exor, la holding della famiglia Agnelli, e il 2020 è stato chiuso con un rosso da 166 milioni di euro.

Gedi sta accelerando sui prepensionamenti: da Federico Rampini a Sergio Rizzo, su TPI i diretti interessati hanno raccontato come, in molti casi, questi divorzi siano stati gestiti in modo poco elegante. Quanto alla presunta truffa all’Inps di era debenedettiana, a scoprirla è stato il quotidiano La Verità. Ma la notizia è stata ignorata praticamente dall’intero panorama mediatico italiano (tranne Il Fatto Quotidiano e Affaritaliani.it). Poi ci si chiede perché i cittadini hanno perso fiducia nei giornali.
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