Garlasco, le intercettazioni di Andrea Sempio con il padre: “Gli ho portato i soldi”
La conversazione tra Andrea Sempio e il padre risale al 2017
C’è un’intercettazione, che risale al 2017, in cui Andrea Sempio e il padre parlano di soldi consegnati a qualcuno: parole che, alla luce dell’indagine della procura di Brescia che ha iscritto nel registro degli indagati l’ex procuratore di Pavia Mario Venditti con l’accusa di corruzione in atti giudiziari, potrebbero assumere un altro significato. Nell’audio, riproposto da La Repubblica, Giuseppe Sempio, papà di Andrea, afferma: “Non c’era niente da dire perché comunque gli ho portato i soldi”. Poi, sempre nella stessa intercettazione, il papà di Sempio ripete: “Io sono andato su per portargli i soldi”.
Nell’intercettazione non si fanno nomi quindi non è chiaro a chi abbia portato i soldi Giuseppe Sempio. Certo è che, alla luce degli ultimi sviluppi investigativi, la frase suona altamente sospetta. In un’altra intercettazione, sempre tra Andrea Sempio e il papà, Giuseppe Sempio afferma di “pagare quei signori lì” con modalità non rintracciabili. “In relazione a tale elemento – si legge nel decreto – appare necessario comprendere perché fu omessa la trascrizione di quelle frasi – di forte valenza indiziaria – e soprattutto perché fu omessa ogni verifica bancaria allo scopo di (cercare di) ricostruire chi fossero i beneficiari effettivi di quei pagamenti e la loro causale”.
L’ipotesi degli inquirenti è che Mario Venditti sia stato corrotto per scagionare Andrea Sempio nel 2017 quando l’amico di Marco Poggi, fratello della vittima, fu indagato e poi assolto per l’omicidio di Chiara. Secondo quanto rivelato da La Repubblica, durante una perquisizione dei carabinieri della sezione Omicidi del Nucleo investigativo di Milano avvenuta lo scorso 14 maggio in via Canova a Garlasco, dove vivono i genitori di Andrea Sempio, sarebbe stato trovato un appunto con su scritto: “Venditti / gip archivia X 20-30 euro”. La data, “febbraio 20216”, sarebbe erroneamente anticipata di un anno. La grafia, secondo gli inquirenti, apparterrebbe a Giuseppe Sempio, papà di Andrea.