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Coronavirus, riapertura scuole: ecco cosa succede se un alunno risulta contagiato

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Coronavirus, riapertura scuole: ecco il protocollo per i contagi in classe

In vista della riapertura delle scuole, gli esperti hanno messo a punto un protocollo per gli eventuali contagi di Coronavirus che possono verificarsi in una classe. Il documento, anticipato da La Repubblica e il cui titolo è “Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di Sars-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia”, è stato redatto dall’Istituto superiore di Sanità, dai ministeri della Salute e dell’Istruzione, dalla fondazione Kessler e dalle regioni Veneto ed Emilia-Romagna. Lo scopo del protocollo è quello di “fornire un supporto operativo per la preparazione, il monitoraggio e la risposta a potenziali focolai da Covid-19 collegati all’ambito scolastico adottando modalità razionali, condivise e coerenti sul territorio nazionale ed evitando frammentazione e disomogeneità”.

S&D

Nel rapporto si chiede prima di tutto alle scuole di individuare “referenti per il Covid-19, adeguatamente formati sulle procedure da seguire”. Si tratta di persone che avranno il compito di dialogare con le Asl nell’eventualità in cui si verifichino all’interno dell’istituto casi sospetti di Covid-19. Le scuole, inoltre, dovranno avere un registro speciale al fine di registrare gli spostamenti degli alunni in altre classi e il lavoro dei supplenti. Fondamentale anche il ruolo dei genitori, i quali dovranno comunicare immediatamente le assenze per motivi sanitari in modo tale da poter avviare tempestivamente eventuali indagini epidemiologiche.

Ma cosa succede se un alunno presenta i sintomi del Coronavirus? È uno dei punti fondamentali del protocollo. Se un alunno ha più di 37,5° di febbre, tosse, mal di testa e altri sintomi compatibili con il Covid-19, i suoi genitori devono immediatamente essere avvertiti dal referente scolastico. L’alunno, nel frattempo, viene portato in una stanza di isolamento, che ogni scuola dovrà allestire entro la ripresa delle lezioni. Se lo studente ha più di 6 anni deve indossare la mascherina chirurgica e con lui deve restare un adulto, sempre con la mascherina e distante almeno un metro. Una volta che l’alunno lascia l’istituto, la stanza deve essere sanificata, mentre spetta ai genitori dello studente chiamare il medico di famiglia o il pediatra, il quale, a sua volta, avverte la Asl chiedendo di sottoporre il ragazzo al tampone.

Se il test risulta positivo si “notifica il caso e si avvia la ricerca dei contatti e le azioni per la sanificazione straordinaria della struttura scolastica”. Il referente scolastico, inoltre, deve fornire al dipartimento di prevenzione “l’elenco dei compagni di classe nonché degli insegnanti del caso confermato che sono stati a contatto nelle 48 ore precedenti l’insorgenza dei sintomi”. Una volta individuati, i contatti saranno “posti in quarantena per 14 giorni dalla data dell’ultimo contatto con il caso confermato”. La Asl, inoltre, deciderà se fare uno screening al personale scolastico mentre per la classe scatterà la didattica a distanza, che sarà attivata anche se la quarantena riguarda uno o più docenti.

Se a essere contagiato è un docente, invece, questi deve indossare la mascherina, allontanarsi dalla struttura e chiamare il medico. Se il docente risulta positivo, si avvia l’indagine epidemiologica così come per gli studenti. Nel protocollo, inoltre, si sottolinea che “Il referente scolastico deve comunicare al dipartimento Asl se si verifica un numero elevato di assenze improvvise di studenti in una classe, ad esempio il 35.40%”. In quel caso scatta immediatamente un’indagine epidemiologica. Per quanto riguarda le quarantena o le eventuali chiusure delle scuole, nel documento si legge: “Se un alunno o un operatore risultano positivi, il dipartimento di prevenzione valuterà di prescrivere la quarantena a tutti gli studenti della stessa classe e agli eventuali operatori scolastici esposti che si configurino come contatti stretti”, mentre l’eventuale chiusura delle scuola “dovrà essere valutata dal dipartimento in base al numero di casi confermati e di eventuali cluster e del livello di circolazione del virus nella comunità”.

Leggi anche: 1. Covid, Crisanti a TPI: “Altro che discoteche, la vera mazzata dei nuovi casi arriverà con l’apertura delle scuole” / 2. Coronavirus, caos tamponi per chi rientra dalle vacanze: “In molti non vogliono fare il test” / 3. Coronavirus, la chat dei ragazzi di Roma trovati positivi dopo la festa a Porto Rotondo: “È grave, stiamo per gli affari nostri”

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