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Coronavirus a Monza, al Don Gnocchi 54 contagi e un morto: il caso finisce in Procura

Immagine di copertina
Credits: Pixabay

Coronavirus Monza, al Don Gnocchi 54 contagi e un morto: Procura indaga

Seregno – “Buongiorno, sono una mamma e mi rivolgo a voi per chiedere aiuto. Mia figlia, di 13 anni, si trova alla Fondazione Don Gnocchi dai primi di marzo. Mi hanno chiamata pochi giorni fa dicendomi di andarla a prendere urgentemente, perché le avevano fatto il tampone per il Coronavirus ed era negativa. Sono preoccupata”. Tutto nasce da qui, dall’appello accorato di una madre a TPI che si ritrova di colpo il 27 marzo la sua bambina di 13 anni con seria disabilità e un tampone negativo.

S&D

La signora non sapeva null’altro dal centro, né dalla Asl, né dal Comune. Ogni giorno gli assistenti sociali la chiamavano per chiedere notizie di salute della bimba, poi chiudevano senza fornire altre spiegazioni. Solo il 2 aprile, dopo che abbiamo esortato e pungolato tutte le istituzioni, compreso il centro Don Gnocchi, nel fornirci spiegazioni serie e non reticenti, è uscita fuori la verità. Alberto Rossi, sindaco di Seregno, ha confessato ormai ciò che a noi appariva evidente: nella Don Gnocchi erano state riscontrate positività al Coronavirus per 16 minori, già con patologie importanti di disabilità, oltre a 17 operatori sanitari. Ci informava inoltre che gli anziani ospiti nel reparto degenza avevano fatto il tampone, con responso negativo e che stavano bene.

Appena chiuso con noi, il primo cittadino si attivava sul social rivolgendosi alla popolazione: “In accordo con la direzione del Centro Ronzoni-Villa della Fondazione Don Gnocchi, vi comunico che il 24 marzo è stata riscontrata la prima positività al centro. Alcuni ragazzi sono positivi. Stanno bene. Sono in isolamento domiciliare come diciassette operatori sanitari. Gli anziani nella Rsa sono tutti negativi al tampone e in buone condizioni di salute”. La comunicazione di Rossi arriva ai suoi cittadini dopo che sono trascorsi 9 giorni dai casi di positività al Coronavirus riscontrati nel centro.

Ieri sera, alle 23:30, sempre dal suo profilo social il sindaco scrive: “Adottiamo sempre la linea della trasparenza. Nonostante la struttura gestita dalla Fondazione Gnocchi sia realtà autonoma e indipendente dal Comune, vi avviso che sono stati riscontrati positivi 21 anziani, di cui uno è deceduto”. I cittadini, con una valanga di richieste, chiedono spiegazioni. Laura scrive: “Trasparenza è proprio quello che chiediamo noi familiari degli ospiti della Rsa. 17 operatori sanitari e 21 anziani contagiati sono un numero altissimo. Cosa si sta facendo per affrontare questa emergenza? Nessuna comunicazione è arrivata dalla direzione della struttura”.

Silvia rincara: “Abbiamo bisogno di risposte chiare e veritiere!”. Chiara domanda: “Noi abbiamo un parente ricoverato lì. Perché una così grave discrepanza tra i dati comunicati ieri (pazienti negativi al tampone e che stanno bene) e quelli di questa sera?”. Venere racconta: “Faccio parte della struttura alloggi per anziani. Nessuno ci ha comunicato questa situazione”.

Perché il sindaco cerca di smarcarsi da questa vicenda terribile? Per ordinamento è il massimo responsabile della condizione di salute della popolazione del territorio. Deve tutelarla, svolgendo un ruolo attivo, anche se la Fondazione Don Gnocchi di Seregno ha sede legale in altro comune. Perché non ha dato la notizia del primo tampone positivo del 24 marzo in quel centro, ma solo due giorni fa? Era prevedibile che si sarebbe scatenato un effetto domino con 54 casi di positività e un morto. Deve intervenire l’autorità giudiziaria con i sigilli per far applicare il diritto quando servirebbe il buon senso che tuteli l’incolumità e la salute pubblica?

Gli altri guai della Don Gnocchi in altre parti d’Italia

A Milano il 20 marzo scorso sono arrivate in Procura 18 denunce contro la struttura per anziani e disabili in zona San Siro. Il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano le ha riunite in un dossier per epidemia e omicidio, entrambi colposi. Gli esposti sono stati presentati dai dipendenti risultati positivi al Coronavirus e dalla figlia di una 71enne morta all’interno della Rsa del centro. Nell’inchiesta si accusano il direttore generale, direttore sanitario e Ampast, la cooperativa di lavoratori socio-sanitari che opera all’interno dell’istituto, per aver “tenuto nascosti moltissimi casi di lavoratori contagiati, benché ne fossero a conoscenza dal 10 marzo”.

A Tricarico, vicino Matera, sono 40 le persone positive al Coronavirus. Colpiti anziani fragili nella Rsa. La struttura è ancora aperta e il sindaco ha imposto la sanificazione e la chiusura immediata. La struttura non ha ancora risposto e il primo cittadino ha preannunciato denuncia alla Procura di Matera se non provvede quanto prima alle sue richieste.

A Matera, un anziano di 88 anni è stato dimesso dalla riabilitazione del Don Gnocchi: era positivo. Uscito il mercoledì, è tornato dalla sua famiglia. In casa manifestava sintomi da Coronavirus. Venerdì il tampone, il giorno dopo il responso: Covid-19.

E ora il caso di Seregno, scoperto da TPI con 54 contagi, di cui un deceduto. La Procura di Monza sta valutando un fascicolo per i reati epidemia e omicidio, entrambi a titolo colposo.

Riceviamo e pubblichiamo di seguito la nota di replica della Fondazione Don Gnocchi
Fondazione Don Gnocchi è costantemente in contatto con le Autorità sanitarie e le istituzioni locali per fornire aggiornamenti sulla struttura Centro Ronzoni-Villa di Seregno. Per la gestione della situazione anche degli aspetti di comunicazione relativi alla situazione in corso, la Fondazione si sta attenendo a quanto previsto dai protocolli delle Autorità.

Nel merito del caso segnalato dalla signora, precisiamo che all’esito di alcune positività nel reparto terapeutico riabilitativo a media intensità per minori della FDG di Seregno, tutte le famiglie sono state avvisate. Alle famiglie dei ragazzi risultati negativi al test è stato chiesto se desiderassero proseguire l’osservazione preventiva presso i rispettivi domicili, con un costante contatto con i medici della struttura che più volte a settimana contattavano i genitori per verificare eventuali sintomatologie e suggerire eventuali interventi clinici ulteriori. Non corrisponde al vero dunque che nessuno dei genitori “sapesse nulla”, né che si sia voluto nascondere alcunché. E’ vero anzi che dagli esiti dei test del 26-27 marzo, i contatti fra le famiglie dei ragazzi temporaneamente al domicilio e i medici della Don Gnocchi erano frequentissimi proprio per verificare eventuali insorgenze di sintomi. Allo stesso modo ci si è comportati allorquando si sono manifestati casi positivi nella parte dell’RSA.

I pazienti sono stati isolati in aree riservate, dove ricevono la cura e l’assistenza adeguate. I pazienti sono continuamente monitorati e assistiti dagli operatori. Immediatamente, è stata avviata la mappatura dei contatti esposti al rischio di contagio fra gli ospiti e gli operatori e sono stati progressivamente eseguiti i tamponi sulla base dei protocolli definiti dalle Autorità. Precisiamo che al momento i casi positivi presenti in struttura presentono una sintomatologia non severa che viene costantemente monitorata. Il Sindaco di Seregno è tenuto costantemente informato dell’evolversi della situazione e la segue con grande attenzione e senso di responsabilità.

Abbiamo dato volentieri atto ai nostri lettori della precisazione della Fondazione don Gnocchi. Riteniamo tuttavia di ribadire che l’articolo è basato su molteplici testimonianze autentiche, documentate. Sottolineiamo che il primo caso di positività all’interno del centro di Seregno è stato riscontrato il 24 marzo scorso. Solo il 2 aprile, dopo il nostro marcato interessamento, il Sindaco, in accordo con la Don Gnocchi, ha dichiarato pubblicamente 33 casi di contagi al Coronavirus tra minori con disabilità e operatori sanitari, tranquillizzando i parenti degli anziani, che risultavano tutti negativi al tampone. Il giorno dopo, lo stesso primo cittadino avvisava la popolazione di 21 anziani positivi, tra i quali un deceduto.​ Noi continueremo a informare, «principio fondamentale del giornalismo sull’imparzialità e obiettività dell’informazione» affinché i cittadini tutti possano avere le notizie necessarie su questa vicenda, alla quale la stessa A.G. di Monza si sta interessando. A.G.

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