Disuguaglianze, overtourism, caro-vita e rifiuti: tutte le contraddizioni che ancora permangono a Roma
I problemi strutturali della Capitale rischiano di trasformarla in una città invivibile, seguendo un modello già visto a Milano. Ecco perché e dove intervenire
Da “La grande bellezza” a “la grande monnezza”, dalla “Dolce Vita” alla “Dolce Ciofeca”: sono solo alcuni degli epiteti che, prendendo spunto da celebri film con protagonista la Capitale, sono stati affibbiati a Roma e che in fondo rendono l’idea delle mille contraddizioni in cui vive la città. La Roma “santa e dannata” come la chiama Roberto D’Agostino: una città dalla storia millenaria e dai paesaggi unici al mondo che deve fare i conti con diversi aspetti problematici, che vanno dall’overtourism al carovita, dai rifiuti alle disuguaglianze. Se da un lato l’immagine di Roma continua ad attirare milioni di turisti da tutto il mondo, dall’altra la qualità della vita per i residenti è segnata da numerose problematiche che rischiano di peggiorare nel corso degli anni.
Territori e socialità
Roma è prima di tutto la città delle disuguaglianze nonostante un’economia in crescita e un reddito Irpef medio secondo solo a Milano e Bologna. Il reddito medio procapite dei romani, infatti, è pari a 26.568 euro, superiore a quello medio nazionale di 23.650 euro, ma è distribuito in modo disomogeneo. Si va dai 43mila euro del II Municipio, che comprende i quartieri Flaminio, Parioli, Pinciano, Nomentano, Trieste, ai 17.751 del VI Municipio, la periferia orientale della Capitale che annovera tra i suoi quartieri Torre Maura, Tor Vergata, Torre Angela, Tor Bella Monaca, Ponte di Nona, Lunghezza e Borghesiana. Ciò che ne consegue è che, secondo il Rapporto 2024 sulla povertà a Roma, dal titolo “Tra indifferenze e speranze”, stilato dalla Caritas della diocesi di Roma, il 12,7 per cento dei romani è a rischio povertà. Un dato che, seppur al di sotto della media nazionale pari al 20,1 per cento, si traduce in 350mila cittadini che faticano a sopravvivere.
Fuga nell’hinterland
Il carovita e i prezzi immobiliari alle stelle stanno svuotando sempre più il centro di Roma, sempre più territorio di B&B e case vacanze. Secondo il “Rent Gap Monitor Q2 2025”, report realizzato per la piattaforma Housing Anywhere, Roma è la città italiana con il divario più alto tra affitti richiesti e budget degli inquilini: ben 500 euro di scarto. Nella Capitale, infatti, un affitto medio è di duemila euro a fronte di un budget di un potenziale affittuario che si aggira sui 1.500. Non va meglio con l’acquisto delle case, il cui valore è aumentato nell’ultimo anno del 6,9 per cento rispetto al 2024. Gli immobili della Capitale hanno un valore medio di 3.215 euro al metro quadrato, che vanno dai 7.545 al metro quadrato del centro ai 2.608 di Trigoria-Castel di Leva. Secondo un’analisi realizzata dalla piattaforma Ener2Crowd, che si basa sui prezzi degli immobili e sui dati Istat relativi alle retribuzioni, agli under 35 non basterebbe una vita intera per comprare un appartamento nella Capitale. Senza ricorrere a finanziamenti o aiuti, infatti, a un giovane servirebbero oltre 100 anni per acquistare un immobile a Roma. Ecco perché sempre più persone, in particolare modo residenti con meno di 30 anni e nuclei familiari con almeno quattro componenti, scelgono, o per dirla meglio, sono di fatto obbligate, a trasferirsi nella periferia. Ne consegue che il centro della città appare sempre più svuotato mentre accresce la pressione su trasporti e viabilità a causa dei migliaia di pendolari che quotidianamente si muovono verso la città per motivi di lavoro o studio. Si tratta delle stesse problematiche osservate a Milano, dove il carovita ha trasformato il tessuto urbano, rendendolo sempre più esclusivo e poco accessibile.
Impatto turistico
Nonostante il turismo sia una delle principali risorse economiche della Capitale, la sua crescita incontrollata produce, così come in altre città italiane ed europee, anche effetti negativi. Nel 2024 sono stati 22,2 i milioni i turisti con 51,4 milioni di presenze registrate: numeri destinati a crescere nel 2025, anno del Giubileo. Questo comporta il sovraffollamento della città, in particolare modo del centro storico, che porta a una riduzione dello spazio e dei servizi per i residenti, rendendo, così, la città meno vivibile. Come accennato in precedenza, inoltre, gli affitti brevi legati a piattaforme online non solo riducono l’offerta abitativa per i residenti ma contribuiscono anche al caro-casa.
Questione termovalorizzatore
Tra i problemi più annosi riguardanti Roma c’è sicuramente quello riguardante lo smaltimento dei rifiuti. Partiamo da un dato non secondario: nel 2023, a Roma, sono stati prodotti 1.600.209,29 di tonnellate di rifiuti, ovvero quanto prodotto da Milano, Firenze e Napoli messe insieme. I rifiuti provengono da una superficie piuttosto ampia, che rendono di per sé complessa la raccolta. Per anni, Roma ha smaltito i suoi rifiuti nell’ex discarica di Malagrotta, chiusa nel 2013, mentre il Tmb di Rocca Cencia, che trattava 2.800 tonnellate a settimana, è stato chiuso definitivamente nel 2023. Questo ha comportato che l’enorme quantità di rifiuti raccolta spesso venga smaltita fuori dalla regione Lazio con costi economici e ambientali notevoli. La mancanza di impianti adeguati, quindi, è uno dei fattori che ha contribuito ad accrescere il problema. Negli ultimi anni, poi, c’è stata una carenza di mezzi di trasporto e di operatori ecologici con l’Ama, la società di Roma Capitale che si occupa della raccolta, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti, che non sempre riesce a garantire la regolarità del servizio, lasciando spesso i rifiuti in strada per lunghi periodi. Vi è, inoltre, un problema con la raccolta differenziata. Nonostante la raccolta differenziata, porta a porta o stradale, sia attiva in tutta la città, nel 2024, secondo i dati di Legambiente, Roma ha registrato il peggior indice di raccolta differenziata tra le grandi città italiane: appena il 44,8 per cento, con una produzione pro capite di rifiuti che ha superato i 600 kg per abitante all’anno.
In questo contesto si inserisce il nodo del termovalorizzatore, un impianto voluto dall’attuale amministrazione capitolina, che punta a risolvere almeno in parte il problema dei rifiuti. L’impianto, che dovrebbe sorgere nella zona di Santa Palomba, e che ha scatenato le proteste di ambientalisti e residenti i quali denunciano rischi ambientali e sanitari, è ancora in attesa delle autorizzazioni ambientali, che sono ovviamente indispensabili per avviare il cantiere. Secondo quanto dichiarato di recente dal sindaco Gualtieri, i lavori potrebbero iniziare a gennaio 2026 e dovrebbero durare 32 mesi, quindi, se venissero rispettate le tempistiche, fino a metà del 2028. L’impianto, secondo i piani, dovrebbe bruciare 600mila tonnellate l’anno e arrivare così a smaltire il 54 per cento dei rifiuti indifferenziati di Roma, oltre a produrre energia elettrica per circa 200mila abitazioni.