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Processo Ciro Grillo, la lacrime della ragazza in aula: “Ero paralizzata, volevo urlare ma non ci riuscivo”

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Processo Ciro Grillo, la lacrime della ragazza in aula: “Ero paralizzata”

È scoppiata in lacrime Silvia (nome di fantasia ndr), la ragazza che accusa di violenza sessuale di gruppo Ciro Grillo, figlio di Beppe, e i tre amici genovesi Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia, durante la sua deposizione in aula, presso il tribunale di Tempio Pausania, nel processo a carico dei quattro imputati.

Questo il drammatico racconto reso dalla ragazza di ciò che sarebbe avvenuto la notte del 16 luglio 2019: “Non riuscivo a muovermi, non riuscivo a tirarmi su con le braccia o a fare altro, ero terrorizzata, non sapevo cosa stesse succedendo, cioè, non te l’aspetti una cosa del genere. Io lì non avevo voce, mi è venuto in mente di urlare, non è che non mi è venuto in mente, ma non riuscivo”.

La giovane ha raccontato che avrebbe subito un primo stupro da Francesco Corsiglia. Poi, sempre secondo il suo racconto, Ciro Grillo, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta l’avrebbero costretta a bere vodka e poi a subire gli abusi sessuali di gruppo.

“Il mio corpo era come se fosse anestetizzato. Provavo a tirarmi su, anche con la testa, poi ho iniziato a vedere nero e sono svenuta. Cioè mi son spenta, ho visto nero” ha raccontato la giovane.

Nei mesi scorsi anche Roberta, l’amica di Silvia che si trovava con lei la notte dello stupro e che si sarebbe addormentata sul divano durante le violenze, ha fornito la sua versione dei fatti: “Quella sera non eravamo né sobrie, né ubriache o incapaci di controllarci”.

“Quando mi sono svegliata saranno state le 12.30/13, mi sono alzata e sono andata a cercare Silvia – ha raccontato ancora Roberta – Lei era nella prima stanza a destra, nel letto, completamente nuda. L’ho visto molto confusa e sconvolta e non mi è sembrato che fosse per via dell’alcol perché l’ho vista ubriaca in qualche occasione, ma mai in quello stato. Le ho chiesto più volte cosa fosse successo e lei alla fine mi ha detto ‘mi hanno violentata’. Chi, le ho chiesto io. E lei: ‘Tutti'”.

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