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Home » Cronaca

Cannabis light, la Cassazione vieta la vendita: cosa succede ora ai negozi sparsi in Italia?

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Cannabis Shop cosa succede ora? | Sentenza Cassazione | Futuro negozi

CANNABIS SHOP COSA SUCCEDE ORA? – Vendere i prodotti derivati da cannabis light è vietato. La parola fine l’ha messa la Cassazione con una sentenza emessa oggi, 30 maggio 2019: “Integrano il reato” previsto dal Testo unico sulle droghe (articolo 73, commi 1 e 4, dpr 309/1990) “le condotte di cessione, di vendita, e, in genere, la commercializzazione al pubblico, a qualsiasi titolo, dei prodotti derivati dalla coltivazione della cannabis sativa, salvo che tali prodotti siano in concreto privi di efficacia drogante”.

Una decisione, presa dalla Cassazione a sezioni unite, su cui ora i legali di mezza Italia dovranno mettersi al lavoro per capire che ne sarà dell’enorme segmento di mercato nato e cresciuto attorno al business della canapa.

Insomma, che fine faranno i tanti shop (o per dirla all’italiana: negozi) di Cannabis light?

“La commercializzazione di cannabis sativa e di foglie, inflorescenze, olio, resina, ottenuti dalla coltivazione della predetta varietà di canapa – hanno spiegato provvisoriamente i giudici -, non rientra nell’ambito di applicazione della legge 242 del 2016 sulla promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa” che qualifica come lecita unicamente l’attività di coltivazione di canapa delle varietà iscritte nel catalogo comune delle specie di piante agricole e “che elenca tassativamente i derivati dalla predetta coltivazione che possono essere commercializzati”. Ovvero, come si legge chiaramente al punto 3 dell’articolo 1 “alimenti, cosmetici, materie prime biodegradabili e semilavorati innovativi per le industrie di diversi settori”.

Traduzione? Niente più foglie essiccate da fumare, liquidi per la sigaretta elettronica, gocce e oli da ingerire. In sintesi stop ai prodotti di punta degli oltre mille cannabis shop nati in Italia negli ultimi anni.

Tutti i negozi di Cannabis light saranno destinati alla chiusura? Difficile dirlo ora, quel che è certo è che il futuro – mai come adesso – sembra incerto. Intanto, mentre la politica (qui le parole di Matteo Salvini) la fa da padrona con dichiarazioni a pro o contro la decisione dei giudici, Google ha deciso di mettere al bando nel suo negozio di applicazioni, il Play Store, le app che vendono marijuana, indipendentemente dal fatto che in alcuni Stati sia legalizzata.

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