Udine, Alessandro Venier ucciso e fatto a pezzi con un’ascia dalla madre e la compagna: “Non apparecchiava la tavola”
Il cadavere del 35enne nascosto in un bidone coperto di calce
Gemona del Friuli, in provincia di Udine, è ancora sotto shock per l’orrendo omicidio di Alessandro Venier, il 35enne ucciso e fatto a pezzi dalla madre e la compagna. Il delitto è probabilmente avvenuto lo scorso venerdì, giorno in cui l’uomo è stato visto vivo per l’ultima volta. I resti del cadavere della vittima sono stati nascosti in un bidone e ricoperti da calce viva, probabilmente per evitare che l’odore si diffondesse. A indicare il luogo della sepoltura sono state proprio le due donne, Lorena Venier, 62 anni, e Marylin Castro Monsalvo, 31enne colombiana che di recente avrebbe sofferto di depressione post partum. Sono state proprio le due a chiamare il numero d’emergenza e ad autoaccusarsi dell’omicidio.
Ma come è possibile un così efferato delitto? Il sostituto procuratore della Repubblica di Udine, Claudia Danelon, si limita a dire che “c’è da ricostruire quasi tutto, stabilire le singole responsabilità, e c’è da individuare un movente su cui allo stato attuale non abbiamo ancora nessunissima idea”. Una delle ipotesi è che venerdì vi sia stata una lite, poi degenerata e finita in tragedia, nata dopo il rifiuto del 35enne di apparecchiare la tavola. Un gesto apparentemente insignificante ma che potrebbe aver rappresentato il culmine dell’esasperazione delle due donne, stanche della vita inconcludente della vittima. Alessandro Venier, infatti, non aveva un lavoro stabile ma solo delle occupazioni saltuarie.