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Home » Costume

Il Signore degli Anelli: sapete che esiste anche la versione animata?

Immagine di copertina

Come avrete sicuramente notato, in questi ultimi tempi, il franchise de “Il Signore degli Anelli” è ritornato in auge grazie alla serie “Gli Anelli del Potere” disponibile su Amazon Prime Video, anche se non è stata esente da critiche, ma si sa che la vera “vittoria” in questi casi è un’altra.

A volte bisogna lasciare che di certe cose se ne occupi direttamente chi ha davvero competenza in materia e, come insegnano le migliori slot machine online, ha anche quel pizzico di fortuna in più che non fa mai male.

Circa una ventina di anni fa il regista neozelandese Peter Jackson, poco tempo dopo il curioso “Sospesi nel tempo” con Michael J. Fox, si è dunque dedicato a trasporre su pellicola una delle opere più ambite di tutta Hollywood.

Erano anni che, del lavoro di Tolkien, non se ne sentiva più parlare. Pensate poi che, negli anni Sessanta, si parlava di un progetto cinematografico che avrebbe dovuto essere girato da Stanley Kubrick ed interpretato da John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr (in una parola i Beatles). Purtroppo non se ne fece nulla, ma il viaggio dell’Anello era appena cominciato e, in un modo o nell’altro, avrebbe visitato le stesse mete che anni dopo Jackson porterà sugli schermi del mondo.

Correva dunque il lontano 1978 e, direttamente dal Regno Unito, arrivava sugli schermi la versione animata de “Il Signore degli Anelli” ad opera di Ralph Bakshi.

Il nome di Bakshi era già noto all’interno del cinema di animazione più “alternativo”, grazie ad un film molto sopra le righe come “Fritz il Gatto” e basato sulle strisce a fumetti di Robert Crumb, anche per il suo utilizzo della tecnica del rotoscoping che riusciva a far “convivere” sequenze animate ed altre girate in tecnica tradizionale con attori in carne ed ossa.

Un vero e proprio azzardo il suo, che gli è costato “solo” quattro milioni di dollari, ma Bakshi era un fan ed aveva già un suo progetto in mente già da qualche tempo. Le sue idee si fusero poi con la sceneggiatura firmata dallo scrittore fantasy Peter S. Beagle e da Chris Conkling in modo tale che le atmosfere della pellicola avrebbero dovuto richiamare quelle originali della trilogia scritta da Tolkien.

Per le musiche venne invece convocato il compositore Leonard Rosenman, già noto ai più per aver curato la colonna sonora di cult come “L’inferno è per gli eroi”, “Un uomo chiamato Cavallo”, “Barry Lyndon” e tanti altri ancora,   ma quindi che cosa è andato esattamente storto in tutto ciò?

Nonostante il film abbia comunque incassato trenta milioni di dollari, e ricevuto due nomination per dei premi, sembra che per questa versione de “Il Signore degli Anelli” la tecnica del rotoscoping non fosse la scelta più azzeccata.

Nel prologo funzionava molto bene, ma per delle creature come il tenebroso Balrog, beh, questa scelta mostrava parecchio il fianco andando ad ammazzare l’epicità della battaglia tra lui e lo stregone Gandalf. Questa sensazione diventerà ancora più evidente quando si dovranno tratteggiare i segni dei colpi di spada sui nemici “reali” rendendoli fin troppo finti.

Inoltre va detto che, mentre alcuni personaggi come Aragorn riescono a risultare convincenti, altri sembrano piuttosto sciocchi e fuori contesto. Un esempio, a malincuore, è quello di Samwise Gamgee che qui viene destinato all’ingrato compito di spalla comica per la combriccola di Hobbit.

Ma l’elemento che probabilmente disturba di più è che il film termina con la battaglia al Fosso di Helm lasciando dunque lo spettatore con un’esperienza “monca”.

Ad ogni modo questa versione è stata d’ispirazione a Jackson per il suo “Signore degli Anelli” visto che molti tagli e sequenze adottate da Bakshi sono finite nei suoi tre film! Un consiglio? Recuperatelo e controllate voi stessi!

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