Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 19:58
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Costume

Se bevi il caffè amaro potresti essere psicopatico, lo studio

Immagine di copertina

Se bevi il caffè amaro potresti essere psicopatico

“Il caffè lo bevi zuccherato o amaro?” potrebbe diventare una delle prime domande da fare a un appuntamento romantico. Secondo i ricercatori dell’università di Innsbruck, infatti, chi preferisce il caffè amaro, senza zucchero e senza latte, potrebbe nascondere una psicopatia con tendenze sadiche.

Dalla ricerca pubblicata sulla rivista “Appetite” emerge una correlazione fra tratti di personalità sadici o psicopatici e preferenze per il caffè nero e altri gusti amari. Per realizzare lo studio sono stati intervistati più di mille soggetti adulti sulle proprie preferenze di sapore sottoposti poi a quattro diversi test di personalità per valutare tratti machiavellici quali narcisismo, psicopatia, sadismo e aggressività.

Le persone che bevono caffè con il latte o zuccherato e altri cibi dolci, sono inclini a comportamenti più “gradevoli”. I tratti che li caratterizzano sono la simpatia, la cooperazione e la gentilezza. Secondo i ricercatori di Innsbruck ci sarebbe invece una correlazione tra predilezione per cibi amari, come appunto il caffè nero, ma anche ravanelli e acqua tonica, e un “sadismo quotidiano” che include il godimento nell’infliggere moderati livelli di dolore agli altri.

Ma potrebbe esserci una speranza. Lo studio del 2015 è stato approfondito dai ricercatori della Roosevelt University di Chicago e Steven Meyers, docente di psicologia, criticando lo studio austriaco ha constatato che esiste “un’associazione molto piccola” tra il gusto per le cose amare e i tratti cosiddetti machiavellici. “I risultati devono essere interpretati con cautela – ha affermato – e dovrebbero essere replicati più volte da altri prima di meritare credito”.

La ricercatrice ha sottolineato anche che talvolta le preferenze di gusto sono fortemente influenzate dalla propria cultura e dalle proprie esperienze personali – non unicamente dai nostri tratti di personalità – e, inoltre, possono anche cambiare con il tempo. Alla maggior parte delle persone non piace nemmeno il caffè la prima volta che lo provano. In aggiunta ci sono anche tante persone che prediligono il caffè amaro non tanto per il gusto ma più per una questione di salute. Con latte e zucchero si aggiungono infatti anche grassi e calorie.

Leggi anche: Il cervello non smette di “sentire” in punto di morte: lo studio rivoluzionario
Ti potrebbe interessare
Ambiente / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Costume / Milano capitale mondiale di abbonati a OnlyFans: è la terza città dopo Atlanta e Orlando
Costume / SPID, CieID e Wallet europeo: come cambia l’identità digitale in Italia
Ti potrebbe interessare
Ambiente / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Costume / Milano capitale mondiale di abbonati a OnlyFans: è la terza città dopo Atlanta e Orlando
Costume / SPID, CieID e Wallet europeo: come cambia l’identità digitale in Italia
Costume / Felpe: il capo che unisce stile, identità e comunicazione
Costume / I trend dell’orologeria nel 2026: una guida tra sostenibilità, etica e funzionalità
Costume / Vivere l’eleganza: perché scegliere una villa in Italia
Costume / Regali di Natale: le idee che nessuno ti ha mai dato per un pensiero originale
Costume / Miss Universo, la concorrente giamaicana cade dal palco
Ambiente / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Costume / Gianfranco Vissani perde l'ultima stella Michelin: "Ho pianto solo per la morte di mia madre"