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Home » Ambiente

“Tutti mi chiamano la Greta italiana, ma io sono solo Miriam”, a TPI la 16enne che ha portato 200mila persone in piazza a Milano

Immagine di copertina
Miriam Martinelli in piazza a Milano durante lo sciopero per il clima

Ha 16 anni e si interessa di ambiente e natura da quando ne ha 7, se le chiedi cosa vuole fare da grande, risponde con una premessa: "Se un futuro ci sarà"

Miriam Martinelli, la Greta Thunberg italiana parla a TPI

“Non so perché mi chiamino Greta, forse perché sono quella che salta ogni venerdì tutte le otto ore di scuola per manifestare, che non rimanda al pomeriggio, ma in realtà non è un titolo che mi piace. Io sono diversa da lei”.

Si chiama Miriam Martinelli, ha 16 anni, ed è conosciuta in Italia come la Greta Thunberg nostrana. Forse per l’età, è nata nel 2002 e ha 16 anni, o per le trecce che porta ogni tanto, proprio come l’attivista svedese.

Ma se glielo fanno presente, risponde: “Le ho sempre portate, ho solo caldo”.

Miriam ha iniziato a partecipare agli scioperi per il clima del venerdì ispirati al movimento di Greta Thunberg in Svezia il primo febbraio 2019, e adesso se le chiedi cosa vuole fare da grande, fa una premessa: “Se ci sarà un futuro”, e poi continua: “Voglio studiare agraria, e adottare le tecniche di permacultura nel terzo mondo”.

Miriam dell’ambiente si interessa da quando ha 7 anni, da quando una signora di cui era ospite in vacanze le ha iniziato a parlare di permacultura in una cascina biologica.

Poi l’attivismo scolastico e l’ondata verde dei Fridays for Future, che venerdì 27 settembre, in occasione della terza marcia globale sul clima, ha portato nelle piazze di tutta Italia almeno 1 milione di studenti, secondo le prime stime.

A Milano erano più di 100mila, e Miriam torna dalla marcia senza voce e contenta.

Sciopero globale del clima: tutti gli slogan e le frasi di Greta Thunberg

“Sono veramente contentissima, eravamo più di 100mila, più del 15 marzo, più del doppio della manifestazione di sei mesi fa. In una città come Milano, che è molto più piccola di Berlino, abbiamo raggiunto quasi gli stessi numeri “, racconta, e precisa che se nella città tedesca ci sono stati circa 250mila studenti, il movimento Friday for Future milanese riuscirà a portare in strada quasi lo stesso numero di persone, perché la sera del 27 settembre a Milano c’è nuovo corteo, che riunisce tutte le associazioni ambientaliste.

“Sono orgogliosa del lavoro che ho fatto e di tutte le persone che hanno manifestato in Italia. C’era così tanta gente stamattina che quando la testa della manifestazione era a tre quarti del percorso, la coda non era ancora partita. Stasera riusciremo a raggiungere le stesse soglie”, dichiara fiduciosa.

A Miriam l’accostamento con Greta non piace perché, anche se la apprezza e la ammira, non sente di assomigliarle, per carattere e storia personale.

“Ho conosciuto Greta Thunberg per la prima volta durante la manifestazione nazionale di Roma, e poi a Losanna al primo meeting internazionale dei Fridays for Future”, racconta.

“Mi è sembrata una ragazza molto fragile, che porta il peso del mondo addosso. Non si comporta come una leader, ma come tutti noi, come un’attivista qualsiasi, nonostante tutta l’attenzione dei media sia su di lei”.

Come Greta, anche Miriam è stata vittima d’insulti sui social da parte dei cosiddetti haters, ma crede che l’atteggiamento di chi attacca sia immaturo e stupido.

“Hanno attaccato Greta perché aveva una bottiglietta di plastica in barca a vela, quando il problema sono i governi che non agiscono e le multinazionali che uccidono persone ogni giorno”, dice.

E dichiara di aspettarsi dal governo Conte bis azioni concrete, come ha promesso lo stesso premier a margine dello sciopero globale e di ritorno dal vertice Onu sul clima.

Le soluzioni per Miriam, in Italia, sono la dichiarazione di emergenza climatica e la de-carbonizzazione ecologica “da raggiungere entro il 2030” attraverso la giustizia climatica.

E poi sanzioni per le multinazionali che inquinano.

Per lei la proposta di tassare beni di consumo come le merendine o i biglietti aerei, annunciata dal ministro dell’Istruzione Fioramonti, non è abbastanza, perché non sono le persone a dover pagare, ma i giganti del sistema.

“Ecco perché le lobby vogliono impedire la tassa sulle merendine che ho proposto”: il ministro Fioramonti parla a TPI

“La proposta non segue i principi della giustizia climatica. Penso non sia abbastanza e penso che non siamo noi a dover spendere di più ma le multinazionali”.

“Va bene tassare le merendine, ma sono le multinazionali che devono spendere di più per produrre nel rispetto dell’ambiente. Ci devono essere agevolazioni per multinazionali che producono non inquinando e tassazioni maggiori per quelle che inquinano, non per le persone. Non bisogna tassare chi usa macchine a benzina ma eliminare queste dal mercato e cambiare gli stili di vita”.

E con il suo attivismo Miriam ha intenzione di contribuire al cambiamento.

“A scuola quando ci sono questi scioperi i professori parlano della crisi climatica per creare consapevolezza nelle persone, che mai avrei pensato scendessero in piazza per il clima”.

E invece l’hanno raggiunta.

“Mi piace paragonare questo a un movimento anche superiore ai moti del ’68”, aggiunge: “Perché quelle erano battaglie politiche e di ideali, questa è una battaglia di sopravvivenza“.

Sciopero globale per il clima di venerdì 27 settembre. Credits: Francesca Ruggieri
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