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Corte d’appello di Napoli: “Il bambino di una coppia lesbica è figlio di entrambe le madri fin dalla nascita”

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La sentenza depositata il 4 luglio 2018 stabilisce che venga accolta la richiesta di stepchild adoption avanzata dalla madre non biologica del bambino partorito dalla compagna tramite procreazione assistita

La sentenza della Corte d’appello di Napoli | Cos’è la stepchild adoption | Tutti i modi in cui una coppia lesbica può avere un figlio

La Corte di Appello di Napoli si è pronunciata con una rivoluzionaria sentenza sulla stepchild adoption: una madre non biologica è stata riconosciuta madre fin dalla nascita del bambino partorito dalla compagna.

S&D

Pur non avendo un legame biologico con il bambino, la donna è considerata madre, perché accetto e condivise il progetto della procreazione assistita fin dall’inizio. Le due mamme hanno voluto il figlio insieme, ne hanno condiviso il progetto fin dall’inizio, ed è per questo che sono considerate genitrici allo stesso modo del bambino.

La Corte di Appello di Napoli ha accolto la richiesta di stepchild adoption avanzata dalla madre non biologica del bambino partorito dalla compagna.

La compagna si era sottoposta a procreazione assistita. Con la sentenza, alla mamma non biologica è stato riconosciuto lo status di madre dalla nascita e non solo di madre adottiva.

La coppia fa parte dell’associazione genitori omosessuali “Famiglie Arcobaleno”.

“Le motivazioni della sentenza sono molto importanti perché, nel riconoscere il diritto delle due mamme ad essere riconosciute entrambe come genitrici del figlio che insieme hanno voluto, la Corte d’Appello fa un passo avanti ulteriore ricordando che la stepchild è una forma di tutela minima per i figli di coppie omogenitoriali, perché è subordinata alla domanda, perché assicura una tutela non piena e, infine, concede di adottare quello che, invece, deve essere considerato un figlio della coppia già alla nascita. In tal senso, richiama espressamente la legge 40 indicando per la piena tutela dei figli di coppie omogenitoriali la strada del riconoscimento alla nascita”, ha spiegato la legale Francesca Quarato che ha seguito la coppia.

La sentenza è stata depositata il 5 luglio 2018 e secondo la rivista Articolo.29, rappresenta un punto di svolta nella tutela dei cd. bambini arcobaleno.

Che cos’è la stepchild adoption

Si tratta della possibilità che il genitore non biologico adotti il figlio, naturale o adottivo, del partner. Paesi in cui la pratica è permessa anche per le coppie dello stesso sesso sono Germania, Svizzera, Estonia e Slovenia.

In Italia la stepchild adoption, per coppie eterosessuali, è disciplinata sin dal 1983 con la legge 4 maggio 1983, n. 184 “Diritto del minore ad una famiglia” e permette l’adozione del figlio del coniuge.

La stepchild adoption per coppie omosessuali è stata riconosciuta per via giurisprudenziale già dal 2014.

Dalla legge sulle unioni civili approvata nel maggio 2016, era stata eliminata la possibilità per uno dei due partner di adottare il figlio dell’altro, tuttavia all’articolo 3 si specifica che “resta fermo quanto previsto e consentito in materia di adozioni dalle norme vigenti” per cui spetta alla magistratura pronunciarsi caso per caso sul tema delle adozioni per le coppie gay.

Nel 2014 il Tribunale dei Minori di Roma, partendo dal presupposto che nessuna legge esprime esplicitamente il divieto per un genitore omosessuale di richiedere l’adozione del figlio del partner, stabilì che “considerando che l’obiettivo primario è il bene superiore del minore, è stato permesso a una donna di adottare la figlia naturale della compagna”.

Tutti i modi in cui una coppia lesbica può avere un figlio

Procreazione medicalmente assistita (Pma) – Per Procreazione medicalmente assistita (Pma) si intende l’insieme di tutti quei trattamenti nei quali i gameti, sia femminili (ovociti) che maschili (spermatozoi), sono trattati al fine di determinare il processo riproduttivo. I paesi nei quali le lesbiche (single o in coppia) possono accedere alla Pma sono Belgio, Danimarca, Finlandia, Regno Unito, Grecia, Paesi Bassi, Spagna e Svezia.

In Italia la procreazione assistita è disciplinata dalla legge 40/2004, ma è espressamente vietata per coppie dello stesso sesso. “Fermo restando quanto stabilito dall’articolo 4, comma 1*, possono accedere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita coppie di maggiorenni di sesso diverso, coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile, entrambi viventi”. Così recita l’articolo 5 della legge 40/2004 sulle Norme in materia di procreazione medicalmente assistita.

Ecco quali sono le tecniche di Pma a cui due donne, solo in determinati paesi stranieri, possono sottoporsi per avere un figlio:

• Inseminazione eterologa: Si tratta della tecnica di Inseminazione artificiale con un donatore (Iad). Consiste nell’introduzione all’interno della cavità uterina della donna di un campione di seme con spermatozoi selezionati in laboratorio. Quando gli spermatozoi provengono dal partner si parla di inseminazione omologa. Se gli spermatozoi provengono da una banca di seme si parla invece d’inseminazione eterologa. È il primo trattamento che viene consigliato alle donne che non hanno un partner maschile.

 Fecondazione in vitro con sperma di donatore (Fiv-et): È una tecnica di procreazione assistita tra le più comuni. Si tratta di una fecondazione in vitro dell’ovulo con successivo trasferimento dell’embrione così formato nell’utero della donna. La Fiv-et è una tecnica di Pma che comporta la fecondazione degli ovuli con gli spermatozoi in vitro, cioè fuori dal corpo della donna. Dopo la fecondazione, gli embrioni sono trasferiti nell’utero della donna. In genere, dopo due o tre giorni, gli embrioni selezionati sono inseriti in una cannula sottile che sarà a sua volta inserita nell’utero della donna.

 Embriodonazione: Si tratta della fecondazione in vitro con sperma di donatore e con ovuli di donatrice. È una tecnica che consiste nella fecondazione in vitro degli ovuli con sperma, entrambi provenienti da donatori anonimi.

• Ovodonazione: È una tecnica di fecondazione assistita di tipo eterologo, che prevede la donazione di ovociti da una donna a un’altra. L’ovodonazione si usa nel caso di ripetuti insuccessi di fecondazione artificiale condotta con gli ovociti della stessa paziente.

• Ropa: È la tecnica della Ricezione di ovociti della partner, l’ovodonazione con doppia maternità. Una delle due donne della coppia fa fecondare in vitro i propri ovuli, che poi sono impiantati nell’utero della compagna la quale porta avanti la gravidanza, con il patrimonio genetico della propria partner. Questa tecnica è disponibile solo per coppie di donne sposate ed è attualmente prevista in Spagna e in Belgio.

Consiste sostanzialmente nel realizzare una fecondazione in vitro con la partecipazione delle due donne della coppia e il seme di un donatore anonimo. Una delle due donne della coppia metterà a disposizione l’ovocita, il quale sarà fecondato con il seme di un donatore. L’embrione così fecondato sarà poi trasferito nell’utero della compagna, che porterà avanti la gravidanza fino al parto.

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