Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 11:50
Pirelli Summer Promo
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Via libera in Romania al referenudum sulla lotta alla corruzione, ma le proteste continuano

Immagine di copertina

La revoca della legge salva-corrotti e l'annuncio di una consultazione popolare non placano i manifestanti, di nuovo in piazza per chiedere le dimissioni del premier

Dopo le proteste popolari che per circa due settimane, dall’inizio di febbraio 2017, hanno paralizzato Bucarest, il senato romeno il 14 febbraio ha dato il via libera alla decisione del governo di ritirare il controverso decreto denominato “salva-corrotti”, che depenalizza l’abuso di ufficio e altri reati di corruzione. I voti a favore della revoca del decreto sono stati 118, non si è registrato nessun voto contrario.

S&D

Il via libera è arrivato dopo che la camera dei deputati ha espresso il proprio consenso riguardo alla proposta di indire un referendum sul tema della lotta alla corruzione. “Un referendum necessario”, ha detto il presidente della Repubblica, Klaus Iohannis, che nei prossimi giorni stabilirà la data della consultazione.

Il passo indietro dell’esecutivo sul “salva corrotti” e l’annuncio del referendum non sono bastate però a placare le proteste di massa, che proseguono ancora sia nella capitale che nelle principali città del paese. I manifestanti chiedono ancora le dimissioni del primo ministro Sorin Grindeanu, e ritengono che il governo abbia perso ogni credibilità dopo la presentazione del decreto.

Il “salva corrotti” conteneva una norma giudicata dai detrattori di Grindeanu “ad personam”, pensata per togliere dai guai il presidente del partito socialdemocratico, Liviu Dragnea, sotto processo per una presunta mazzetta da 24mila euro.

**Non restare fuori dal mondo. Iscriviti qui alla newsletter di TPI e ricevi ogni sera i fatti essenziali della giornata.**

Ti potrebbe interessare
Esteri / Mistero nella Silicon Valley: scomparsa la figlia 16enne dei fondatori di due piattaforme Big Tech
Esteri / Sabreen, la neonata estratta viva dal corpo della madre uccisa a Rafah, è morta dopo meno di una settimana di vita
Esteri / Allarme di Macron: “L’Europa è accerchiata, può morire”
Ti potrebbe interessare
Esteri / Mistero nella Silicon Valley: scomparsa la figlia 16enne dei fondatori di due piattaforme Big Tech
Esteri / Sabreen, la neonata estratta viva dal corpo della madre uccisa a Rafah, è morta dopo meno di una settimana di vita
Esteri / Allarme di Macron: “L’Europa è accerchiata, può morire”
Esteri / Gaza: oltre 34.356 morti dal 7 ottobre. Hezbollah lancia razzi contro Israele: ucciso un civile. Cisgiordania, Idf: "Arrestati due palestinesi armati, preparavano attentati". Blinken: "La Cina può svolgere un ruolo nel ridurre le tensioni in Medio Oriente"
Esteri / Violenza e diritti umani in Colombia: da Montecitorio il sostegno alla Comunità di Pace di San José de Apartadó
Esteri / Regno Unito, due cavalli corrono liberi nel centro di Londra: almeno una persona ferita
Esteri / Esclusivo – Viaggio nell’Europa rurale, dove l’estrema destra avanza sfruttando il senso di abbandono
Esteri / Gaza: oltre 34.260 morti dal 7 ottobre. Media: "Il direttore dello Shin Bet e il capo di Stato maggiore dell'Idf in Egitto per discutere dell'offensiva a Rafah". Hamas diffonde il video di un ostaggio. Continuano gli scambi di colpi tra Tel Aviv e Hezbollah al confine con il Libano. L'Ue chiede indagine indipendente sulle fosse comuni a Khan Younis. Biden firma la legge per fornire aiuti a Ucraina, Israele e Taiwan
Esteri / Shahed 136: ecco come funzionano i droni usati dall’Iran per attaccare Israele
Esteri / Ma non dimentichiamoci di Gaza: l’offensiva a Rafah potrebbe cambiare tutto