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Home » Esteri

L’Irlanda sta mettendo in discussione il divieto di aborto

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Il parlamento irlandese ha istituito un'assemblea di cittadini per valutare la riforma di una delle politiche più controverse del paese: il divieto quasi totale di aborto

Il parlamento irlandese ha istituito un’assemblea di cittadini per prendere in considerazione la riforma di una delle politiche che maggiormente dividono il paese: il divieto quasi totale di aborto, sancito nella Costituzione irlandese dal 1983, all’articolo 40.3.3 che recita “Lo Stato riconosce il diritto alla vita del nascituro e, nel rispetto della parità del diritto alla vita della madre, ne garantisce il rispetto, e, per quanto possibile, attraverso le sue leggi difende e rivendica tale diritto”. 

L’assemblea, guidata da Mary Loffoy, un giudice della Corte Suprema, e composta da cento membri, non ha il potere di cambiare la legge vigente. Ma il parlamento ha dato mandato di esaminare le questioni mediche, legali ed etiche sull’aborto, esplorando l’ipotesi di cambiare la legislazione, tra le più severe del mondo occidentale. 

Negli ultimi tre mesi, il gruppo ha ricevuto più di 13.500 osservazioni da parte del pubblico – oltre 1.000 delle quali sono state pubblicate on-line. L’assemblea è incaricata di stilare un rapporto entro la fine dell’anno. 

L’aborto era già illegale in Irlanda prima del 1983, ma l’ottavo emendamento ha dato al “diritto alla vita del nascituro” un’uguale dignità del “diritto alla vita della madre”, in virtù della Costituzione. La modifica è stata attuata tramite un referendum e l’articolo può essere modificato, o abrogato, solo attraverso un altro referendum.

Lo scorso anno una commissione delle Nazioni Unite stabilì che l’Irlanda aveva violato i diritti di una donna costringendola a recarsi all’estero per praticare un aborto, nonostante le fossero stati diagnosticati gravi difetti congeniti al feto. 

È comune infatti per le donne irlandesi recarsi in paesi come il Regno Unito o i Paesi Bassi per abortire. Secondo i dati del Servizio Sanitario Nazionale britannico, oltre 3.400 donne irlandesi hanno abortito negli ospedali britannici nel 2015.

Quella irlandese è una società conservatrice, e la Chiesa cattolica si oppone a qualsiasi cambiamento della legge. “Crediamo che ogni bambino non ancora nato, a prescindere dalla sua condizione medica o dalle circostanze della sua nascita, abbia il diritto di essere trattato allo stesso modo di fronte alla legge”, ha detto la Conferenza episcopale in una dichiarazione.

L’ottavo emendamento è stato oggetto di battaglie legali e politiche nel corso degli anni.

Nel 1992, la Corte suprema irlandese ha confermato il diritto di aborto se la vita della madre è a rischio, ma questo diritto rimane oggetto di interpretazioni diverse.

Per il momento l’orientamento dell’Assemblea dei cittadini sembra essere in favore di un cambiamento dello status quo. 

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