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Home » News

I giovani italiani con meno di 35 anni non arrivano a fine mese

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I millennials in Italia guadagnano stipendi talmente bassi da non essere in grado di vivere senza l'aiuto dei genitori

Secondo un rapporto pubblicato dall’istituto di ricerca Censis, nel corso del 2014 i giovani tra i 18 e i 35 anni, fascia di età nota come millennials perché nati a ridosso del terzo millennio, guadagnano stipendi talmente bassi da non essere in grado di arrivare alla fine del mese.

S&D

Secondo il rapporto, su 4,4 milioni di giovani che vivono da soli e hanno un proprio reddito, 948mila non sono in grado di coprire le spese mensili con il proprio stipendio. Per questa ragione, devono generalmente chiedere un aiuto economico alla famiglia.

Sono infatti stati almeno 687mila i giovani che nel corso del 2014 hanno chiesto aiuto alle famiglie, aiuti quantificabili in tutto in 4,4 milioni di euro.

Questo fatto è dovuto principalmente al reddito medio dei lavoratori compresi in questa fascia di età, pari solamente a poco meno di 22.900 euro, ben 7mila euro in meno rispetto al reddito medio annuo degli italiani.

La conseguenza di questa situazione è che i giovani italiani, anche quando hanno un proprio stipendio e vivono da soli, non riescono a essere del tutto indipendenti dalla propria famiglia, che continua in una buona parte dei casi a contribuire economicamente alla vita dei figli.

A incidere maggiormente sui magri stipendi sono, secondo il rapporto, soprattutto le bollette e le spese condominiali.

Oltre a chiedere aiuto alle loro famiglie, i giovani sono stati costretti a fare numerosi sacrifici per riuscire ad arrivare alla fine del mese. L’81 per cento di loro, infatti, ha dovuto rinunciare o rinviare diverse “prestazioni o consumi di welfare”.

Un altro rapporto pubblicato nell’ottobre del 2015 sempre dal Censis, aveva anch’esso mostrato come il 46,7 per cento dei giovani tra i 18 e i 34 anni svolgono un lavoro di grado inferiore rispetto alla propria qualifica, dato che per i lavoratori tra i 35 e i 64 anni è pari al 21,3 per cento.

Un dato dunque che smentisce le parole pronunciate nel 2012 dall’allora ministro del Lavoro Elsa Fornero, che aveva definito i giovani choosy, ovvero schizzinosi nella scelta del proprio lavoro.

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