Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 18:43
Pirelli Summer Promo
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Le armi chimiche sono solo un pretesto, ecco perché Trump ha deciso di attaccare la Siria

Immagine di copertina

La mossa del presidente Usa è figlia della disastrosa politica mediorientale di Obama e i rapporti con Mosca non sono affatto compromessi. Il commento di Giorgio Ferrari

Le armi chimiche, la strage di bambini purtroppo sono solo un pretesto. Non è la prima volta e non sarà l’ultima. In attesa di elementi che possano chiarire chi disponeva di quell’arsenale, in quali mani fosse finito nonostante dal 2014 ufficialmente non dovessero esserci più armi chimiche in Siria, un paio di elementi sembrano per lo meno difficili da confutare.

S&D

— Questa notizia puoi leggerla direttamente sul tuo Messenger di Facebook. Ecco come

Il primo è di ordine geopolitico. La mossa a sorpresa di Donald Trump è figlia naturale della disastrosa politica mediorientale di Barack Obama e segnatamente della sua rinuncia – solo formalmente affidata al veto del Congresso – a intervenire in Siria nel momento in cui Bashar al-Assad aveva oltrepassato quella linea rossa che Obama stesso aveva tracciato.

Una politica disastrosa, che si è sommata all’ambiguità dell’Europa e di tutte le cancellerie occidentali, che dal 2011 a oggi hanno distolto lo sguardo dal mattatoio iracheno-siriano contando sul fatto, assolutamente improbabile, che il regime di Assad implodesse e cadesse da solo, ottenendo viceversa da un lato il ritorno della Russia come potenza politica e militare nei mari caldi e dall’altro di ampliare a dismisura l’influenza dell’Isis e la sua presa sul territorio.

Difficilmente si è assistito a una simile Waterloo diplomatica. L’attacco di Trump – un affondo isolato, si affrettano ora a dire al Pentagono – è certamente un’inversione di tendenza, le cui conseguenze tuttavia sono imponderabili.

Ma c’è un secondo elemento che ci obbliga a riflettere: cinquantanove missili da crociera Tomahawk che solcano lo spazio aereo di un paese sovrano diretti alla base militare siriana di Shayrat nella provincia di Homs – da dove sarebbero partiti i raid con armi chimiche del 4 aprile scorso sulla zona di Idlib, che hanno causato la morte di almeno 86 persone tra cui 30 bambini – non passano inosservati.

Soprattutto non sono certamente sfuggiti ai russi, presenti in forze sul territorio siriano e assolutamente in grado di intercettare quei vettori. Ma ciò non è accaduto. È vero, Mosca era stata preavvertita del raid americano, ma sostanzialmente ha preferito distogliere lo sguardo.

La sensazione è che le proteste, le minacce di ritorsioni, le convocazione urgenti all’Onu (peraltro un organismo di fatto spodestato da lungo tempo di ogni efficacia) non siano altro che una liturgia obbligata quanto sterile. Quello che conta è il messaggio.

E il messaggio, quei 59 Tomahawk, a noi pare chiarissimo: l’America di Donald Trump rientra nel gioco, il dialogo con Mosca, al di là delle proteste del Cremlino, non è affatto compromesso, l’attacco aereo sulla Siria è un duplice monito alla Corea del Nord e all’Iran sulla rinnovata capacità americana di intervento anche senza l’egida dell’Onu e contemporaneamente un segnale a Putin perché riesamini le conseguenze del suo sostegno incondizionato al regime di Damasco.

Una partita pericolosa, quella che Trump ha cominciato a giocare, non esente da rischi. Una partita che casualmente (casualmente?) ha preso avvio appena dopo la rimozione dal Consiglio per la sicurezza nazionale del controverso Steve Bannon e che fatalmente finirà per allungare la guerra, che in sei anni è costata già 400mila morti e cinque milioni di profughi.

Con uno spettro sullo sfondo che nessuno ha voglia di guardare negli occhi: quello di una Siria senza Assad che diventa prateria incontrollata e ghiotta preda per tutte fazioni in armi. Esattamente come in Libia.

— LEGGI ANCHE: COSA POTREBBE SUCCEDERE ADESSO CHE GLI STATI UNITI HANNO ATTACCATO LA SIRIA

— Non restare fuori dal mondo. Iscriviti qui alla newsletter di TPI e ricevi ogni sera i fatti essenziali della giornata

Ti potrebbe interessare
Esteri / Violenza e diritti umani in Colombia: da Montecitorio il sostegno alla Comunità di Pace di San José de Apartadó
Esteri / Regno Unito, due cavalli corrono liberi nel centro di Londra: almeno una persona ferita
Esteri / Esclusivo – Viaggio nell’Europa rurale, dove l’estrema destra avanza sfruttando il senso di abbandono
Ti potrebbe interessare
Esteri / Violenza e diritti umani in Colombia: da Montecitorio il sostegno alla Comunità di Pace di San José de Apartadó
Esteri / Regno Unito, due cavalli corrono liberi nel centro di Londra: almeno una persona ferita
Esteri / Esclusivo – Viaggio nell’Europa rurale, dove l’estrema destra avanza sfruttando il senso di abbandono
Esteri / Gaza: oltre 34.260 morti dal 7 ottobre. Media: "Il direttore dello Shin Bet e il capo di Stato maggiore dell'Idf in Egitto per discutere dell'offensiva a Rafah". Hamas diffonde il video di un ostaggio. Continuano gli scambi di colpi tra Tel Aviv e Hezbollah al confine con il Libano. L'Ue chiede indagine indipendente sulle fosse comuni a Khan Younis. Biden firma la legge per fornire aiuti a Ucraina, Israele e Taiwan
Esteri / Gaza: oltre 34.180 morti. Hamas chiede un'escalation su tutti i fronti. Tel Aviv nega ogni coinvolgimento con le fosse comuni di Khan Younis. Libano, Idf: "Uccisi due comandanti di Hezbollah". Il gruppo lancia droni su due basi in Israele. Unrwa: "Impedito accesso ai convogli di cibo nel nord della Striscia"
Esteri / Gaza, caso Hind Rajab: “Uccisi anche i due paramedici inviati a salvarla”
Esteri / Suoni di donne e bambini che piangono e chiedono aiuto: ecco la nuova “tattica” di Israele per far uscire i palestinesi allo scoperto e colpirli con i droni
Esteri / Francia, colpi d'arma da fuoco contro il vincitore di "The Voice 2014": è ferito
Esteri / Gaza, al-Jazeera: "Recuperati 73 corpi da altre tre fosse comuni a Khan Younis". Oic denuncia "crimini contro l'umanità". Borrell: "Israele non attacchi Rafah: provocherebbe 1 milione di morti". Macron chiede a Netanyahu "un cessate il fuoco immediato e duraturo". Erdogan: "Evitare escalation". Usa: "Nessuna sanzione per unità Idf, solo divieto di ricevere aiuti"
Esteri / Raid di Israele su Rafah: ventidue morti tra i quali nove bambini