Xlaw: l’algoritmo che prevede i furti e le rapine in base a un modello matematico
Nella "gioco a guardia e ladri" il criminale ha più informazioni e conosce il reato mentre il poliziotto insegue (Follower) . La soluzione sta nell'invertire il meccanismo
Xlaw: un’algoritmo che prevede i furti e le rapine prima che si verifichino. Il funzionamento spiegato dal suo inventore
Esiste un algoritmo in grado di prevedere furti e rapine attraverso un sistema di allerta che con dei cerchi su una mappa mostra i reati che stanno per verificarsi. I poliziotti ricevono l’allarme sul loro cellulare o smartphone attraverso un’applicazione. Il software si chiama Xlaw ed è stato inventato dall’ispettore Superiore Elia Lombardo. Il poliziotto ha impiegato vent’anni di studi e ricerche per realizzarlo ma alla fine è riuscito a creare questo strumento tecnologico incredibilmente utile per il lavoro le forze dell’ordine.
Il programma risulta già operativo da anni in 9 questure italiane tra cui Napoli, Salerno, Venezia, Livorno, Modena, Trieste, Trento e la sua utilità è stata certificata da uno studio del Professor Giacomo di Gennaro dell’Università degli studi di Napoli Federico II e del Professor Riccardo Marselli della Parthenope di Napoli.
L’ispettore-scienziato ha raccontato la sua storia in un libro pubblicato per Mazzanti Libri, in cui spiega com’è nata l’intuizione dell’algoritmo. È una scoperta che secondo Lombardo potrebbe cambiare completamente il modo di combattere il crimine: non più un metodo basato sull’inseguimento del ladro a reato avvenuto, ma una strategia basata sulla prevenzione del crimine.
Secondo le prime statistiche a Napoli il software ha una precisione tra l’87% e il 93%, a Venezia tra il 92-93% e a Prato intorno al 94%.
Il modello matematico dell’algoritmo basato sul “gioco a guardia e ladri” per prevedere furti e rapine
La rivista Business Insider Italia ha intervistato l’ispettore che ha illustrato nel dettaglio il funzionamento dell’algoritmo.
Lombardo spiega che anche il sistema tradizionale di controllo del territorio si basa su statistiche e previsioni. Vengono infatti normalmente stabiliti dei “piani di azione” in base a cui piazzare le pattuglie.
Questo approccio, però, secondo l’ispettore, offre pochi risultati ed è molto più efficace riuscire a sapere con esattezza dove un reato sta per verificarsi: “Volevo cambiare totalmente paradigma e fare davvero prevenzione. I risultati poi sono arrivati: prima avevamo le pattuglie per strada in attesa che arrivasse qualcuno che commettesse un crimine. Oggi con XLAW sappiamo esattamente dove cercare: le pattuglie scendono per strada per evitare che accada qualcosa. Sembra una sciocchezza, ma è una rivoluzione”.
Il sistema della guardia e del ladro si baserebbe su un modello matematico dove il leader è il ladro. Il criminale infatti possiede un maggior numero di informazioni rispetto al poliziotto che in questa dinamica rappresenta solo l’inseguitore o “follower”.
La nuova strategia dell’algoritmo per prevedere furti e rapine: l’inversione dei ruoli tra ladro e poliziotto
“Colui che commette il crimine è leader in questo gioco perché ha più informazioni. Conosce la preda, conosce il nemico, sa gli orari di lavoro dei poliziotti, è consapevole che la polizia conduce operazioni metodiche, quindi sa bene anche a che ora e dove la polizia effettua i controlli di routine. Questo processo però andava invertito”.
Per cambiare le regole del “gioco” e trasformare il poliziotto da follower a leader era necessario fare in modo che la polizia avesse un “vantaggio” sul ladro in termini di informazioni e dati.
“Ho preso 20 anni di dati e crimini e li ho studiati uno ad uno, quindi non mi sono fermato alla teoria. Ho letto le denunce, sono sceso in strada, anche di notte, per vedere i luoghi dove avvenivano i reati. Dopo anni di studio ho scoperto che tra i tanti crimini che può commette l’essere umano, molti di questi sono prevedibili. Si tratta dei cosiddetti crimini predatori: il furto, la rapina, il borseggio. Questi crimini sono prevedibili perché le persone che li commettono sono organizzate, insomma si tratta di professionisti. Chiunque svolge un’attività professionale, che in sociologia e psicologia viene chiamata attività di routine, tende a scegliere una strategia”.
I criteri in base a cui agisce il ladro e la previsione delle zone del crimine
Il trucco è capire il meccanismo dietro la strategia per scardinarlo dall’interno. Secondo Lombardo ci sono due criteri in base a cui il criminale agisce: il soggettivo e l’oggettivo. Chi segue il principio oggettivo sceglie un luogo preciso dove trova la presenza di prede e di target.
Contrariamente a quanto si pensa è quindi più probabile che la criminalità si concentri nelle zone “ricche” della città piuttosto che in quelle più povere e degradate: “In passato le teorie asserivano che il crimine avviene dove c’è più degrado, mentre attualmente si crede che il crimine predatorio avviene invece dove c’è più ricchezza, dove ci sono più prede”, dichiara Lombardo.
Il criminale che segue il criterio soggettivo sceglie invece di agire dove si sente più sicuro e ha maggiori vie di fuga: “Raccogliendo così tanti dati ho capito che il reato predatorio crea delle vere e proprie riserve di caccia”. Le riserve di caccia sono definite in base alla ricchezza ma anche in base alla presenza di “regolarità” temporali: l’entrata e uscita da abitazioni, uffici, scuole, mercati, esercizi commerciali, arrivo di treni, autobus, navi da crociera.
Il software della città virtuale
“Ho creato all’interno del software due strati: nel primo ho creato una sorta di città virtuale, dove ho inserito tutte le informazioni sociodemografiche della città. Numero di cittadini, numero di abitazioni, negozi, banche, poste, orari dei treni, orari degli autobus, orari delle navi da crociera, insomma ho inserito tutte le informazioni utili per capire come opera e si muove la città”, precisa.
Il militare ha poi cercato di definire la psicologia e le caratteristiche del ladro: “il tipo di autore (giovane, vecchio, straniero), tipo di giorno, orario, il tipo di preda (studente, professionista, anziano, casalinga) e tipo di target (orologio, denaro, iPhone, veicolo). Queste informazioni definiscono un modello criminale”.
Incrociando tutti questi dati si arriva all’individuazione del crimine: “Nella serie di fasi a operazioni regolari all’interno della città (il giorno di pagamento della pensione, la piscina dove la mamma accompagna il figlio alle 17:00) e in particolare nelle riserve di caccia, se noi sovrapponiamo i dati criminali a questa città virtuale, ci accorgiamo che i reati avvengono in quelle riserve di caccia e combaciano proprio con le fasi a operazioni regolari all’interno della città”, conclude.
Pattugliare le “riserve di caccia” toglie elementi di regolarità e prevedibilità al malvivente e lo rende più insicuro. L’idea è che se si è nel posto giusto al momento il ladro finirà per rinunciare da solo a commettere il furto.
Il paragone con la medicina
La scienza dell’investigazione e della prevenzione non è però esatta e matematicamente definibile al 100%, è piuttosto “una scienza euristica come la medicina” spiega Lombardo. Si basa su segni e sintomi e può solo fare previsioni probabili.
Attraverso una formula Xlaw riesce a misurare anche l’indice di rischio di una città e i dati sono sorprendenti. “Ho l’indice di pressione criminale su base mensile: a Napoli è di 2, ed è basso, a Venezia è 6 e Modena è 11. Chiaramente questo numero è rapportato al numero di eventi, popolazione ecc. Anche questo è un cambio di paradigma: dimostrare con i dati che una cosa è la percezione del rischio, la realtà è un’altra”.
L’evoluzione dell’algoritmo
Xlaw è una intelligenza artificiale che varia nel tempo in base ai dati delle denunce: “Ad esempio il tipo di reato ‘spaccio di stupefacenti in abitazione’ prima non esisteva. Io l’ho sviluppato per i reati predatori, ma il sistema sta cominciando a creare una serie di modelli criminali che io non avevo previsto. Ad esempio nel 2004 non avevo le baby gang, ora sta cominciando invece a configurare anche questi modelli criminali”. Il sistema afferma Lomabrdo è in evoluzione. La speranza delle forze di polizia è che in futuro possa essere esteso a tutti i territori.