Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 08:39
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Di Battista
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Tecnologia

Cloud, l’Ue lancia la controffensiva alle Big Tech Usa ma l’Italia non ha una strategia chiara

Immagine di copertina
Credit: Science Photo Library via AFP

Il mercato dei dati online è dominato dai giganti statunitensi. Mentre a livello europeo sono partite quattro diverse iniziative (Gaia-X, Horizon e Ipcei tra le altre) si fa fatica a capire quale sia la strategia del Governo italiano

«Siamo entrati in una corsa globale in cui la padronanza delle tecnologie è centrale. In questo nuovo ordine geopolitico, l’Europa deve agire come uno stratega piuttosto che come un semplice mercato». A parlare così è nientedimeno che il commissario europeo al mercato interno, Thierry Breton. Un linguaggio decisamente inusuale. Nel giro di pochissimi anni – con la pandemia a fare da acceleratore – l’Europa ha cambiato radicalmente approccio, e Breton è uno dei principali fautori della svolta europea in materia di politica tecnologica e digitale.

Lo slogan che riassume questa inversione di tendenza è «sovranità digitale». E anche se non tutti i governi sono allineati e l’interpretazione concreta del concetto è ancora fluida, la svolta è già operativa. La Germania e la Francia guidano con determinazione in questa nuova direzione. Rientra invece, se vogliamo, tra i paradossi che sia l’Italia a dover fare da apripista per quella che è probabilmente una delle trasformazioni più importanti nelle infrastrutture digitali di prossima generazione. Ovvero la migrazione verso il cloud computing delle pubbliche amministrazioni. È un paradosso perché l’Italia figura in coda in tutte le graduatorie che stimano le competenze digitali (come l’indice Desi – Digital Economy and Society Index), in un continente già fortemente arretrato rispetto a Stati Uniti e Cina. Però è così. Perché l’Italia è il Paese che in questo momento ha più risorse di tutti da spendere: miliardi di euro da investire in questa operazione. E oltretutto deve spenderli rapidamente…
Continua a leggere l’articolo sul settimanale The Post Internazionale-TPI: clicca qui

Ti potrebbe interessare
Tecnologia / “Rischiosi per la salute mentale di bimbi e adolescenti”: l’allarme dagli Stati Uniti sull’uso dei social
Tecnologia / EOLO: quando la connessione Internet è davvero per tutti
Tecnologia / “Stop all’abbonamento condiviso al di fuori del nucleo domestico”: la mail di Netflix ai clienti italiani
Ti potrebbe interessare
Tecnologia / “Rischiosi per la salute mentale di bimbi e adolescenti”: l’allarme dagli Stati Uniti sull’uso dei social
Tecnologia / EOLO: quando la connessione Internet è davvero per tutti
Tecnologia / “Stop all’abbonamento condiviso al di fuori del nucleo domestico”: la mail di Netflix ai clienti italiani
Tecnologia / “Splitinternet”: verso la balcanizzazione del web
Tecnologia / WhatsApp, arriva l’opzione per modificare i messaggi inviati entro 15 minuti
Tecnologia / Instagram down oggi: l’app non funziona, cosa è successo
Tecnologia / Mark Zuckerberg annuncia “Chat Lock“, una nuova funzione di WhatsApp: “Rende le conversazioni più private”
Tecnologia / Marina Militare: presentati i risultati dell’esercitazione Chironex 2023-1
Tecnologia / Il nuovo report ENISA sull’Intelligenza Artificiale: una prospettiva italiana
Tecnologia / Iliad down in tutta Italia: non funzionano le chiamate e la connessione internet