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Tour de France 2022: quanto sarebbe piaciuto questo Tour ad Amleto

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Il danese Mads Pedersen (Trek – Segafredo) ha vinto in modo enfatico la tredicesima tappa del 109° Tour de France che portava la carovana gialla, lungo 193 chilometri di saliscendi, da Le Bourg d’Oisans, ai piedi dell’Alpe d’Huez, a Saint Etienne, in riva ad una Loira ancora bambina. Il campione del mondo di Harrogate 2019 ha preceduto nettamente in volata i suoi due compagni di fuga, nell’ordine, l’inglese Alfred Wright (Bahrain – Victorious) ed il canadese Hugo Houle (Israel – Premier Tech). Con il gruppo dei migliori giunto compatto a 5’45” dal vincitore, resta immutata la classifica generale con un altro danese, Jonas Vingegaard (Jumbo Visma), in maglia gialla con un vantaggio di 2’22” sullo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e di 2’26” sul gallese Geraint Thomas (Ineos Grenadiers).

Dopo 60 chilometri di schermaglie prendeva corpo una fuga composta dai seguenti sette corridori: l’italiano Filippo Ganna (Ineos Grenadiers), lo statunitense Matteo Jorgenson (Movistar), Alfred Wright (Bahrain – Victorious), lo svizzero Stefan Kung (Groupama – FDJ), Mads Pedersen e l’americano Quinn Simmons (Trek – Segafredo) e Hugo Houle (Israel – Premier Tech). La presenza di Ganna e Kung, due dei più forti cronomen in circolazione oggi, faceva capire che il gruppo, per riprendere i fuggitivi, avrebbe dovuto sudare sette camicie. Infatti, se, da una parte, il vantaggio, inizialmente, non superava mai i due minuti, dall’altra, non scendeva mai sotto il minuto e mezzo. A decidere il destino della frazione odierna era la Côte de Saint-Romain-en-Gal posta a 50 chilometri dal traguardo. Pilotati da Simmons, lungo i sei chilometri e mezzo con pendenza media al 4,7%, i fuggitivi portavano il loro vantaggio a tre minuti e mezzo. Subito dopo il transito in vetta, l’americano, esaurito il suo compito, si staccava.

Con la Lotto Soudal fuori dai giochi a causa dell’ennesima caduta di uno sfortunatissimo Caleb Ewan, solo la Bike Exchange Jayco tentava di riprendere gli attaccanti, alzando bandiera bianca quando mancavano 20 chilometri all’arrivo. Pedersen, comunque il più veloce in caso d’arrivo in volata, timoroso d’un assolo di Ganna o Kung, rompeva gli indugi ai meno 12, proprio mentre il verbanese con grande difficoltà cercava di recuperare un gel energetico dalla tasca posteriore per compensare un evidente calo energetico. Lo seguivano a fatica Wright e Houle che rischiavano di staccarsi ogni volta che l’indemoniato vichingo passava in testa a tirare. Senza storia la volata con l’ex iridato che regalava alla Danimarca il terzo successo negli ultimi quattro giorni.

Domani la corsa continuerà in direzione dei Pirenei, che saranno affrontati a partire da martedì prossimo. La quattordicesima tappa viaggerà per 193 chilometri da Saint – Etienne fino a Mende, nel Massiccio Centrale, con un finale decisamente spettacolare. Lungo il percorso i corridori troveranno ben quattro GPM, come oggi non troppo impegnativi, che potrebbero, però, favorire la nascita di una fuga. A decidere la vittoria di tappa, ed anche gli eventuali distacchi tra gli uomini di classifica, sarà la Cote de la Croix Neuve, posta a 3 chilometri dal traguardo con una pendenza media del 10,2%, la cui vetta dista solo 1.500 metri dallo striscione d’arrivo.

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