La stampa inglese critica Sinner dopo la vittoria di Wimbledon: “Difficile da digerire”
Non a tutti è andata giù la straordinaria vittoria di ieri di Jannik Sinner sul centrale di Wimbledon. Si tratta del primo tennista italiano della storia a conquistare il più prestigioso torneo della racchetta. “Celebrare due campioni di Wimbledon squalificati per doping è difficile da digerire”, scrive oggi il Daily Telegraph con un durissimo articolo firmato da Oliver Brown, capo della redazione sportiva del quotidiano. Sotto i riflettori finiscono i casi che hanno coinvolto il tennista azzurro e la vincitrice del singolare femminile, la polacca Iga Swiatek.
Parlare di doping è però a dir poco impreciso: Sinner è stato sospeso per tre mesi per l’assunzione di Clostebol legata ad una contaminazione accidentale. Il Telegraph parla di “elefante nella stanza”: “La questione è se Sinner, squalificato (la sospensione è frutto di un accordo, ndr) per tre mesi dallo sport dopo essere risultato positivo per due volte al clostebol, uno steroide proibito, avrebbe dovuto gareggiare”.
“Nel tennis si preferisce elogiare il modo in cui il numero 1 del mondo ha affrontato qualche piccolo inconveniente nel suo programma e non discutere la questione fondamentale dello sport leale e di quanto questo sia essenziale per la fiducia del pubblico”, scrive ancora Brown.
Il suo non è l’unico articolo critico da parte della stampa inglese. Oliver Holt, uno dei principali giornalisti sportivi del Daily Mail, scrive sul suo profilo X: “Jannik Sinner non avrebbe dovuto nemmeno giocare a Wimbledon, figurarsi vincerlo”. Non poteva mancare in queste ore il commento del principale detrattore del campione altoatesino, Nick Kyrgios: il tennisita australiano, che per ora si dedica alle telecronache, ha postato un enigmatico post su X con un semplice asterisco. Il significato di questo messaggio è da ricercare nella pratica che alcune competizioni sportive adottano per indicare che il vincitore di un torneo ha vinto o in circostanze inusuali, come ad esempio è accaduto nel periodo covid, o quando un atleta viene squalificato ad anni di distanza.
“Un campione con un asterisco? Un’affermazione audace. Ma non c’è dubbio che il suo nome, appena iscritto nell’albo d’oro più prestigioso del suo sport, porti con sé un bagaglio angosciante. Questa è stata una vittoria ottenuta con nervi saldi, resistenza e alcuni avvocati molto efficaci”, sentenzia il Telegraph.