Morte Giovanni Paoli, la sorella Amanda Sandrelli: “Ci siamo innamorati a prima vista a 8 anni, era un’anima bella”
L'attrice, figlia di Stefania Sandrelli e Gino Paoli, ricorda il fratello Giovanni, scomparso lo scorso 7 novembre a causa di un infarto
Morte Giovanni Paoli, la sorella Amanda Sandrelli: “Era un’anima bella”
L’attrice Amanda Sandrelli ricorda il fratello Giovanni, scomparso lo scorso venerdì all’età di 60 anni a causa di un infarto. Giovanni era figlio di Gino Paoli e della prima moglie di quest’ultimo, Anna Fabbri, mentre Amanda è frutto dell’amore tra la mamma Stefania Sandrelli e il cantautore genovese.
Nonostante le mamme diverse, però, Amanda e Giovanni avevano un rapporto speciale così come racconta l’interprete al Corriere della Sera: “Sono cresciuta con Giovanni dagli otto ai 13 anni, eravamo sempre appiccicati, dormivamo in due letti a castello, stavamo insieme da mattina a sera. Quando sei così legato a qualcuno negli anni della crescita, ne conosci a fondo il cuore. Lui conosceva il mio, io il suo”.
Amanda Sandrelli, poi, racconta il loro primo incontro: “Iniziammo subito a parlare fitto fitto, innamorandoci l’uno dell’altro all’istante. Eravamo diversi, ma molto compatibili ed entrambi avevamo bisogno di un fratello o di una sorella. Io ne avevo appena avuto uno da mamma, ma era un neonato, invece, Giò era un coetaneo, una cosa forse unica al mondo. Stavamo in classe insieme, eravamo compagni di banco. Papà ci portava a scuola tenendoci per mano, Anna ci portava su un’auto sportiva, gialla, decappottabile: è stata un po’ la mia seconda mamma, la ricordo vivace, solare, con milioni di persone che la amavano”.
“Lei e Giovanni mi hanno accolta in casa loro, sapevano solo che ero la figlia di Gino e questo è stato sufficiente per aprirmi le porte con affetto, in un momento che per me, piccola e lontana da casa, era molto difficile” racconta ancora l’attrice, che negli anni ha mantenuto un buon rapporto con il fratello Giovanni: “Sapere che lui c’era era una sicurezza, sapeva dire sempre una cosa bella al momento giusto. Era la persona più buona e generosa che abbia mai conosciuto. Aveva grandi talenti e capacità dal punto di vista musicale e della scrittura, ma era schivo, troppo buono, disinteressato alla competizione e per questo ha avuto meno di quanto avrebbe meritato. Mi dispiace questo, oltre alla sua fine ingiusta. Però, penso a mio padre e a sua madre, che hanno 90 e 87 anni: a quell’età, si è fragili e io ora devo tenere la barra diritta per loro”.