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Home » Salute

Una “nuova alleanza per l’udito” per il World Hearing Day 2021

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7 milioni di italiani, il 12% della popolazione. 466 milioni di persone nel mondo. Sono i numeri dell’ipoacusia, il disturbo dell’udito. 34 milioni di bambini sono colpiti da forme di ipoacusia, il 60% delle quali potrebbero essere prevenute; più di 1 miliardo di giovani tra i 12 e i 35 anni corrono il rischio di danneggiare il proprio udito a causa di un’esposizione scorretta al rumore mentre per gli ultrasessantacinquenni, si stima che un terzo abbia problemi di udito. Il 2 e 3 marzo si celebra il World Hearing Day, la grande maratona mondiale della prevenzione dei disturbi uditivi.

S&D

Per due giorni, rappresentanti delle istituzioni, medici, ricercatori, associazioni, operatori sanitari, aziende del settore, giornalisti e testimonial si confronteranno in una lunga maratona mediatica, Hear-a-thon, per promuovere una vera e propria rivoluzione culturale, così come auspicato dall’OMS, che ponga finalmente gli ipoacusici al centro del dibattito politico e sanitario.

Si parte oggi, 2 marzo, con la discussione del Manifesto per l’Udito, un documento elaborato da Udito Italia Onlus per stimolare la collaborazione tra istituzioni, medici, professionisti sanitari, formazioni sociali, imprese, famiglie e cittadini, che dovranno unirsi nella Nuova Alleanza per l’Udito. Il documento racchiude 5 obiettivi che corrispondono ai pilastri dell’azione strategica già proposta al Ministero della Salute, accogliendo le raccomandazioni contenute nel Piano Strategico Oms 2019-2021.

“Le nostre imprese riunite in Anifa – dice il Presidente dell’Associazione Sandro Lombardi – sono impegnate da sempre per ridurre le conseguenze derivate dall’ipoacusia attraverso un investimento costante in ricerca e sviluppo, che negli ultimi anni è aumentato del 74%, per apparecchi sempre meno invasivi e maggiormente personalizzati, capaci di colmare il gap uditivo in maniera sempre più naturale. È però importante che queste innovazioni arrivino a tutti coloro che ne hanno bisogno, ampliando l’accesso alla tecnologia acustica attraverso l’erogazione di servizi forniti da professionisti sanitari qualificati e dispositivi appropriati in base alle esigenze dei cittadini con problemi di udito, come cita il manifesto che abbiamo sottoscritto. Anifa ha infatti chiesto da tempo al Ministero della Salute di aggiornare il nomenclatore contenuto nei nuovi Lea (DPCM 12 gennaio 2017), che prevede un’acquisizione dei dispositivi acustici da parte del Servizio sanitario nazionale tramite gara, procedura idonea per dispositivi seriali, ma non per apparecchi la cui personalizzazione è fondamentale per i pazienti con ipoacusia.

Inoltre, nel Manifesto condividiamo in pieno la richiesta di potenziare i programmi di screening per identificare precocemente le patologie dell’orecchio, l’ipoacusia e la sordità, con attenzione a tutte le fasce d’età. Ancor di più oggi che la pandemia ha portato a una drastica riduzione delle visite di prevenzione da parte dei cittadini, che hanno molto spesso rinunciato ad andare a verificare le proprie condizioni di salute dell’orecchio e a dotarsi di un dispositivo che potesse aiutarli a superare i problemi di udito. Questo atteggiamento ha generato spesso problemi depressivi, allontanamento da affetti e familiari e il perdurare di questa situazione sta provocando un aggravarsi di molte patologie e l’insorgenza di sindromi psicologiche correlate”

Si legge nel ‘Manifesto per l’Udito”: “La salute dell’udito non è una priorità di salute pubblica nell’agenda sanitaria nazionale;
– manca un percorso codificato e standardizzato di presa in carico della persona con sospetto o diagnosi di ipoacusia o sordità, che definisca azioni, ruoli e responsabilità dalla diagnosi alla riabilitazione;
– mancano programmi pubblici di sostegno alla lotta alla sordità.
I firmatari si impegnano a promuovere azioni concrete, capaci di produrre risultati misurabili sulla base dei seguenti obiettivi:
– aumento della consapevolezza da parte dei decisori politici e dell’opinione pubblica riguardo l’elevata incidenza dei problemi uditivi ed il loro impatto sociale ed economico sull’intera società affinché ipoacusia e sordità entrino a pieno titolo nell’agenda sanitaria nazionale;
– ampliamento dell’accesso alla tecnologia acustica attraverso l’erogazione di servizi forniti da professionisti sanitari qualificati e dispositivi appropriati in base alle esigenze dei cittadini con problemi di udito;
– potenziamento dei programmi di screening per identificare precocemente le patologie dell’orecchio e l’ipoacusia e la sordità, con attenzione a tutte le fasce d’età;
– incremento delle azioni di prevenzione sui danni all’udito provocati dal rumore con l’adozione di adeguati provvedimenti per rendere sicura l’esposizione al rumore.
– miglioramento della raccolta dei dati sulle patologie dell’orecchio e su ipoacusia e sordità per guidare i decisori attraverso evidenze scientifiche.

Leggi anche: Il Covid-19 non sente ragioni: 7 milioni di italiani con problemi di udito, isolati nel lockdown

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