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Totoministri, Meloni chiude a Salvini: non avrà il Viminale o altri ministeri chiave

Immagine di copertina
Credit: ANSA/CESARE ABBATE

Totoministri, Meloni chiude a Salvini: non avrà il Viminale o altri ministeri chiave

Dopo il successo alle urne, Giorgia Meloni si appresta a formare il nuovo governo, il primo dal 2011 a essere sostenuto unicamente dal centrodestra. Un risultato raggiunto grazie al 26 percento raccolto da Fratelli d’Italia, quasi quanto l’intero centrosinistra. Anche per questo, secondo alcuni retroscena di oggi, la futura premier non intende piegarsi alle richieste degli alleati, reduci da una debacle oltre ogni attesa (Lega) e un risultato insperato (Forza Italia): entrambi hanno ottenuto circa un terzo dei voti di Fratelli d’Italia. Nonostante la modesta consistenza elettorale (messi insieme non raggiungono i voti del Partito democratico), i partiti guidati da Matteo Salvini e Silvio Berlusconi saranno però determinanti per la maggioranza, in particolare al Senato.

S&D

Secondo quanto riporta La Repubblica, al segretario leghista Meloni la leader di Fratelli d’Italia non intende riservare la guida di ministeri chiave, tanto meno quella dell’Interno. Al Viminale potrebbe andare invece il suo ex capo di gabinetto Matteo Piantedosi, attualmente prefetto di Roma, o l’ex prefetto della capitale, Giuseppe Pecoraro, considerato più vicino a Meloni. In questo caso, secondo il quotidiano romano, all’attuale capo della Polizia Lamberto Giannini spetterebbe la delega ai Servizi, superando la concorrenza dell’attuale presidente del Copasir Adolfo Urso.

Allo stesso modo, secondo Il Corriere della Sera, non verrà presa in considerazione l’ipotesi di affidare la presidenza del Senato a Berlusconi. A Palazzo Madama uno dei nomi più quotati è quello di Ignazio La Russa, cofondatore di FdI, che in alternativa potrebbe cedere il passo al leghista Roberto Calderoli. Anche la presidenza della Camera potrebbe andare agli alleati, al forzista Antonio Tajani o al leghista Giancarlo Giorgetti, e non a un esponente di Fratelli d’Italia come Fabio Rampelli.

Uno dei nodi chiave sarà quello della guida di Via XX Settembre: secondo diversi retroscena, per il ministero dell’Economia l’ipotesi è quella di nominare un tecnico. Tra i nomi presi in considerazione, secondo Il Corriere della Sera potrebbe non esserci quello di Fabio Panetta, che attualmente siede nel comitato esecutivo della Banca centrale europea, molto quotato nelle scorse settimane, “per non scoprire il versante Banca d’Italia e Bce”. Lo stesso Panetta è uno dei candidati principali a sostituire Ignazio Visco alla guida della banca centrale italiana. L’alternativa sarebbe Domenico Siniscalco, già diventato ministro durante il secondo e il terzo governo Berlusconi, dopo le dimissioni di Giulio Tremonti. Un altro candidato citato da Il Messaggero, è l’attuale direttore generale Alessandro Rivera. Secondo il quotidiano romano, all’interno di Fratelli d’Italia si sta valutando l’ipotesi di scorporare il ministero dell’Economia, dividendo il Tesoro dalle Finanze. Il secondo dicastero potrebbe quindi andare a Maurizio Leo, esperto economico di FdI.

I nomi di tecnici circolano anche per il ruolo di primo piano di ministro degli Esteri. In questo caso vengono citati l’ex ministro Giulio Terzi di Santagata, l’ambasciatore Stefano Pontecorvo ed Elisabetta Belloni, capo del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis) ed ex segretaria generale della Farnesina. In alternativa, c’è anche l’ipotesi Antonio Tajani, coordinatore di Forza Italia ed ex presidente del parlamento europeo.

Per quanto riguarda la Giustizia, prende forza la candidatura dell’ex magistrato Carlo Nordio, a cui la Lega oppone invece il nome di Giulia Bongiorno. La Difesa dovrebbe andare a Fratelli d’Italia: qui, secondo Il Messaggero, sono in corsa Adolfo Urso ed Edmondo Cirielli. Un altro incarico chiave che dovrebbe andare a Fratelli d’Italia è quello di sottosegretario alla presidenza del Consiglio. In questo caso i principali candidati sono il senatore Giovanbattista Fazzolari, il cofondatore di FdI Guido Crosetto e l’attuale capogruppo dei deputati Francesco Lollobrigida.

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